Urano, le Armate Bianche e la sorte

Come nasce un racconto?

Per intenzione, volontà o desiderio? Forse sì, ma è più probabile per un'imprevedibile miscuglio di suggestioni e ricordi, emozioni e immagini. Un racconto comincia a scriversi - il racconto si scrive da solo almeno quanto siamo noi a scriverlo o a leggerlo - quando si è avvertito lo scatto di un interruttore. Le stagioni di Urano spiegate a mia figlia e l'immagine di un lungo viaggio attraverso le sue terre/stagioni sono stati l'interruttore di questo racconto.

A percorrere le stagioni - a compiere il pellegrinaggio - un esercito sconfitto, un'Armata Bianca del lontano futuro imbarcata su grandi navi di terra. Perché? Perché qualcuno ha lusingato le loro illusioni, li ha convinti che una vita migliore fosse possibile, che per loro ci sarebbe stata un'occasione definitiva in un mondo dove, al di là delle apparenze, le occasioni sono ben poche.

La speranza di cambiare la propria sorte è un diritto umano?

Lo è non essere illusi e traditi, non essere usati da un potere personale, ingannati e sconfitti.

Se fosse possibile dire che un racconto ha uno scopo o se la protagonista del racconto potesse incontrare uno a uno i suoi lettori direbbe proprio questo: non credete alle illusioni, non credete a chi vi promette un'occasione impossibile.

Omelas, un premio "eversivo" nell'unire temi politici e narrativa speculativa, era uno sbocco praticamente obbligato per questa storia. (Massimo Citi)

Il perdono a dio sarà disponibile in forma cartacea da settembre di quest'anno, pubblicato in Alia, antologia di narrativa fantastica edita da CS Libreria Editrice di Torino. Info: librinuovi@arpnet.it, www.arpnet.it/cs

a Gunny e a tutte le avventure che lo aspettano

Soprattutto dormire è difficile.

Non tanto per il continuo pulsare dei sostentatori dei cingoli, per l'oscillare che nemmeno i migliori ammortizzatori riescono a eliminare o per il freddo che, nei cubicoli della truppa posti vicino allo scafo, penetra come un coltello nel burro. No, a rendere difficile il sonno sono gli stratobombardieri dei ribelli.

Attraversiamo terre disabitate sulla superficie di un pianeta arido e tempestoso illuminato da un vecchio sole del colore dell'ottone, ma sappiamo che loro conoscono la nostra posizione e che prima o poi colpiranno.

Che cosa temi, KuninCon?

Nulla se il Conciliatore è con noi.

Qual'è la nostra Via, soldato?

La Via che Lui ci indica.

Il nostro destino?

Servire, batterci, morire.

Riposo, KuninCon.

Così ogni mattina, subito dopo la sveglia. A chi sbaglia una risposta un turno di guardia supplementare sulle torri mobili poste all'esterno della prima corazza. Ho imparato a memoria le prime sillabe delle risposte, nuseilcocono alla prima domanda, lavichlucin alla seconda, sebamo alla terza. A volte mi sorprendo a ripeterle durante il rancio o prima di dormire.

Non che fare un turno supplementare di guardia mi renderebbe la vita molto più complicata. Ma non mi piace, come non piace a nessuno, rimanere per ore sotto una cupoletta di cristallo che beccheggia come la coffa di un antico veliero. Fa sentire troppo esposti. E poi non serve a nulla, proprio a nulla. Su nelle torri corazzate delle geonavi ci sono eccellenti sistemi di rilevamento che possono esaminare sfere di terra e spazio per svariate migliaia di chilometri. Ma nel Libro del Concilio è scritto che ognuno, anche l'umano più umile e miserabile avrà dal Casuale l'occasione di rendere i suoi servigi alla comunità. E questo è vero anche per me, soldato semplice Verena Kunin, al secondo, e molto probabilmente ultimo anno di ingaggio.

Gli stratobombardieri dei ribelli, i Vampiri come li chiamano i nostri ufficiali, le padelle, come le chiamiamo noi, hanno già colpito poco dopo il nostro arrivo su Demait, quarto pianeta del sistema di Padma. Hanno distrutto i tre cargo che hanno condotto qui le geonavi in modo da escludere in partenza la possibilità che il Conciliatore e i resti della sua corte di fedelissimi rimetta mai più piede sulla Via d'Argento. Non me ne sono stupita. Penso che non si sia stupito nessuno. Forse qualcuno sulla Cacciavite, l'ammiraglia, piena di fanatici. Ma non so per quanto tempo anche loro continueranno ad esserlo.

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Geonave. Grande veicolo per movimento di superficie. Stazza, in rapporto al modello #, dalle cinquemila fino alle ventimila tonnellate. Le G. di uso più comune sono in genere equipaggiate con sostentatori inerziali # per rendere uniforme il contatto con il terreno, e fornite di propulsori a campo magnetico # per il volo atmosferico. Particolarmente adatte all'esplorazione e alla logistica organizzativa della terraformazione # di pianeti tipo-T hanno trovato largo impiego nelle recenti spedizioni # dei mondi federati nei sistemi del Bordo #.