Il suo romanzo Goliath sta ricevendo ottime critiche: è la prima opera lunga di uno dei più interessanti scrittori dell'ultima generazione. I suoi racconti brevi hanno vinto un premio Alien, un premio Courmayeur, un "Best of Delos" e sono arrivati in finale in innumerevoli concorsi. Mishima Boulevard è uscito sul primo numero della rinata Robot e persino su Selezione del Reader's Digest.

Fin qui lo scrittore, dietro il quale c'è un Alberto Cola compagnone, sempre presente alle convention, agli incontri - soprattutto quando c'è da mangiare - e nelle mailing list. Un personaggio che si è saputo conquistare una popolarità più ancora con la propria simpatia che con la qualità della sua scrittura.

Ma perché sott'olio?

Vale la pena di conoscere meglio Alberto Cola facendoci raccontare da lui stesso chi è e perché fa quello che fa, e alla fine anche questa domanda avrà la sua risposta.

Raccontaci un po' di te, dacci qualche dettaglio biografico. Dove sei nato, che lavoro fai, cosa ti piace fare a parte scrivere.

Temevo me lo avresti chiesto, ma se serve per rompere il ghiaccio...

Sono nato e risiedo a Tolentino, in provincia di Macerata (vi risparmio il "ridente cittadina"), diciottomila anime circa, che dalle nostre parti equivale a una mezza metropoli. Come lavoro faccio l'Amministratore Immobiliare, un modo decisamente elegante per dire che amministro condomini; ci sono volte a dire il vero che stento a definirlo lavoro, perché se uno non prova non ci crede. Cerco di distrarmi come posso e scrivere è uno dei modi che prediligo, oltre a leggere dovunque e comunque. In quanto al "cosa" mi piace fare, direi che la mia attività preferita, dopo mettere su carta le mie personali anomalie, è rompere le scatole agli amici, la mia risorsa principale, e questo accade in ritrovi fissi nei quali mi piace passare il tempo, quindi guai a chi mi tocca la libreria di riferimento durante la settimana o il very cool "Studio 96" il sabato sera, dove pratico la mia tribalità.

Qual è stato il primo libro di fantascienza che hai letto? Ha cambiato la tua vita?

Può un libro di fantascienza non cambiarti la vita? A me è successo, e per fortuna in positivo. Tra l'altro ricordo che quel libro mi fu prestato da un amico e si intitolava, devo proprio dirlo?, Il crollo della galassia centrale. Il Buon Dottore colpisce ancora, eh? Sono assolutamente convinto che il ciclo della Fondazione sia una delle bibbie fondamentali per chi si vuole avvicinare al nostro genere preferito; criticabile fin che si vuole, ma capace di instillare quel senso del meraviglioso al quale è davvero difficile resistere. Se poi Isaac abbia prodotto danni nel farmi venire voglia di continuare, questo dovete dirmelo voi.

E il primo libro in assoluto?

Strano, ma è una cosa che ricordo alla perfezione: Cime Tempestose. Del resto, l'unica libreria a mia disposizione era quella di mia nonna e dovevo per forza accontentarmi; seguirono, giuro, La compagna velata di Liala e La freccia di Cupido di Barbara Cartland. Oggi mi rendo conto del perché mia nonna non riuscisse a raccapezzarsi quando, qualche anno dopo, mi vedeva vagare per casa fingendomi Lucky Starr alle prese col mistero dell'ascensore condominiale che non funzionava (destino?).