Il nostro primo contatto con il fandom, il mondo degli appassionati di fantascienza, è stato nel 1980, quando si tenne in Italia, a Stresa, l'Eurocon, il grande convegno europeo. Sì, allora era davvero qualcosa di grande. Una convention con centinaia di persone, saloni pieni, decine di scrittori stranieri diversi dei quali molto famosi.

A quell'epoca essere appassionati di fantascienza voleva dire una cosa sola: leggere libri di fantascienza. O anche scegliere preferenzialmente un certo tipo di film, certo, ma anche se certamente c'era chi si interessava più al cinema e meno ai libri e chi viceversa, il fandom era lo stesso. Non c'erano ancora club specializzati, eppure gli appassionati erano tanti, i libri vendevano molto, e le convention, soprattutto le Italcon, erano piene di gente.

Ne è passato di tempo.

Chi dovesse andare all'Italcon che si terrà nei prossimi giorni a San Marino probabilmente penserà che il fandom italiano è morto, e gli indicatori che abbiamo nominato prima lo confermerebbero: i libri di fantascienza vendono molto meno, le fanzine si contano sulla punta delle dita, la gente alle Italcon è poca. A San Marino l'Italcon, che quest'anno è inserita all'interno della cornice di Saga 2003, avrà un ruolo molto marginale; il programma della manifestazione, che ha ormai ben altri scopi, è infarcito di attività riguardanti la Scozia e il medioevo, e c'è ben poco di fantastico, al di là del sottoconvegno organizzato dalla redazione di Yorick in una saletta a parte e di tre o quattro presentazioni.

Allora i fan della fantascienza non esistono più? Al contrario, sembra che non siano mai stati così tanti.

Ciò di cui molti non si sono resi conto, o non vogliono rendersi conto, è che oggi essere appassionati di fantascienza non significa per forza sapere tutto di Dick o di Ursula Le Guin. Può anche voler dire sapere tutto di Star Trek, o di Stargate SG-1, o perché no di Buffy The Vampire Slayer.

Il mondo è cambiato, la gente legge molto di meno e guarda molto di più la televisione: non è un fatto che deve scandalizzare. Il cinema da vent'anni ha reso popolare la fantascienza facendolo diventare il genere di maggior presa sul pubblico, ma la televisione ha approfondito il discorso, trasformando una parte del pubblico in appassionati, più consapevoli di sé al punto da formare club e comunità.

L'impressione è che mentre una parte del vecchio fandom ha accolto con favore questo nuovo tipo di appassionati, un'altra parte tende ancora a rifiutarli. Così come una volta gli appassionati di fantascienza venivano snobbati dalla cultura ufficiale, così oggi quegli stessi appassionati snobbano la cultura televisiva.

A essere onesti, a volte accade anche il contrario: magari una prossima volta ne parleremo più diffusamente.

Fin dagli inizi della nostra attività su Delos - come anche sul Corriere della Fantascienza - abbiamo dedicato ampio spazio alla televisione, così come al cinema e ai libri e un po' anche al fumetto. Pensando che essere appassionati di fantascienza significhi apprezzare la fantascienza, in tutte le sue forme. Il successo che hanno Delos e il Corriere della Fantascienza secondo noi dimostrano che abbiamo ragione.

E' indubbio: una parte dei nostri lettori non farà mai clic sul titolo di uno speciale dedicato a Stargate, e un'altra parte non lo farà mai su un articolo che racconta la storia della fantascienza italiana. Va bene così, per carità: ognuno ha i suoi gusti.