Perché "Quattro luci"

Nell'episodio di Star Trek The Next Generation Il peso del comando (Chain of command, seconda parte, sesta stagione) Picard, prigionero dei romulani, viene sottoposto a tortura per molti giorni. Lo scopo della tortura non è estorcergli informazioni, ma spezzarne la volontà, la dignità umana. La domanda ricorrente che viene posta a Picard è: "quante luci vedi?" Le luci sono quattro, ma la risposta che Picard deve dare è cinque. Le quattro luci allora diventano il simbolo da un lato della tortura, dall'altro della resistenza di Picard. Che, una volta terminato l'incubo, confesserà al consigliere della nave che, nel momento culminante della tortura, era quasi certo di aver visto cinque luci.

La tortura al cinema e alla tv viene di solito vista come una prova di coraggio: il torturato deve resistere e di solito - se è un buono - ce la fa, pronto a superare la prova come se nulla fosse successo quando un attimo dopo viene liberato. Visioni più mature della tortura, della negazione della natura umana ancora prima che dei diritti umani che essa rappresenta e dei danni indelebili che essa lascia non sono frequenti. Oltre a questo episodio di Star Trek va ricordato almeno anche il bellissimo ma durissimo Intersections in Real Time dalla quarta stagione di Babylon 5, un'intero allucinante episodio senza trama e senza altri personaggi oltre al torturato e al torturatore.

Occuparsi di Diritti Umani è gratificante. Quando Silvio Sosio mi ha proposto di curare questo numero speciale di Delos sui Diritti Umani ci eravamo appena salutati alla fine di Diritti al futuro, la spendida giornata modenese su Fantascienza e Diritti Umani (di cui avete modo di leggere la cronaca di Selene Verri e gli interventi di Anna Feruglio Dal Dan ed Enrica Zunic'). All'inizio ero un po' titubante ad impegnarmi direttamente nella realizzazione di Delos. Dopo tutto è la più importante rivista on-line di fantascienza in Italia e io sono un semplice lettore!

Ma, come dicevo, occuparsi di Diritti Umani è gratificante: sono state sufficienti alcune e-mail per convincere moltissime persone ad aiutarmi a comporre uno speciale degno di questo nome. Per questo ci tengo a ringraziare tutti coloro che vedete coinvolti nel progetto, un grazie particolare a Davide Raco e Davide Siccardi che, anche se non compaiono direttamente, hanno contribuito con i loro messaggi alla riuscita dello speciale.

Se posso azzardare un'ipotesi sui motivi che hanno spinto tante persone a voler partecipare a questo progetto, credo che occuparsi di fantascienza aiuti ad affinare la sensibilità nei confronti dei problemi basilari che riguardano la vita, le relazioni, il futuro degli abitanti di questo pianeta.

Forse aiuta anche ritenere La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, probabilmente l'espressione politica più alta a cui l'umanità sia arrivata (e che potete leggere all'indirizzo www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm), il testo più realisticamente fantascientifico - purtroppo - mai composto (fantascientifico per l'idea di umanità che ne emerge, per il fatto di essere stato sottoscritto da quasi tutte le nazioni del pianeta, purtroppo fantascientifico perché in nessuna è pienamente rispettato).

Un'altra ipotesi che andrebbe ulteriormente indagata: probabilmente i Diritti Umani sono nell'occhio di chi guarda. Leggendo i notevoli interventi ospitati nelle pagine che seguono c'è da chiedersi quanto conti la sensibilità del lettore (oltre all'attenzione dedicata dagli autori) nel trovare spunti, stimoli, occasioni per la riflessione.

E forse l'obiettivo di questo speciale è proprio questo: indicare testi (o film), suggerire possibili riflessioni, indicare qualche percorso, per far uscire la fantascienza dalle pagine o dagli schermi, per far crescere nella realtà la consapevolezza che senza rispetto per i diritti umani non c'è alcun futuro, per nessuno di noi.

Buona lettura.