C'è un pianeta nello spazio, un pianeta che ben conosciamo, nel quale la convivenza tra esseri viventi è sempre stata conflittuale. Quella che è la razza dominante di un mondo si suppone essere anche la più intelligente e saggia. Il pianeta è la Terra e la razza dominante l'Homo Sapiens. Nella sua storia la razza umana si è certamente distinta innumerevoli volte per l'insana tendenza di una certa fetta della popolazione a cercare di sopraffare, comandare e sfruttare altri esseri appartenenti alla loro stessa specie. In innumerevoli occasioni situazioni disparità di trattamento si sono venute a creare ai danni di una fetta della popolazione, i cui diritti civili (sebbene il concetto espresso in questi termini sia emerso solo negli ultimi decenni) sono stati limitati, ignorati, calpestati o semplicemente revocati per legge. Di volta in volta questo volere di dominio di alcuni su altri è stato giustificato e veicolato tramite concetti che avevano sempre come comune denominatore un'avversione contro la diversità che veniva, e viene, identificata come negativa. Alla base di tutto c'è la naturale tendenza a rimanere nell'ambito della zona confortevole che abbiamo conosciuto crescendo e che corrisponde ai canoni del nostro tessuto sociale. Tutto quello che è estraneo a ciò che conosciamo viene percepito come una potenziale minaccia e da ciò la diffidenza verso quanto non corrisponde alla quotidianità cui siamo abituati. La potente molla della paura dell'ignoto, che ha radici nell'autoconservazione della tribù alla quale apparteniamo, è tuttavia la maggior parte delle volte ingiustificata ma viene spesso usata per cercare di imporre le volontà di alcuni su altri, senza che questi altri costituiscano necessariamente un pericolo. A volta c'è una convenienza di fondo, ecco quindi che abbiamo avuto nella nostra gloriosa storia persone con un diverso colore della pelle usate come schiavi in quanto ritenute inferiori, alla stregua di animali. Tramite questa o quella credenza religiosa si sono di volta in volta lanciate guerre più o meno sante contro popolazioni che avevano sviluppato altri culti, talvolta annientandole completamente. I dettami, o regole, o comandamenti di certe religioni sono state usate per cercare di imporre stili di vita ad altri; la propria dottrina come vincolo secondo il quale si decide qual'è la morale giusta. Gli altri stanno dalla parte del torto e vanno combattuti, emarginati. Talvolta subentra il concetto di presupposta superiorità di una certa fetta della popolazione sull'altra, a volte può essere sviluppata su base razziale e a volte su base sociale. La stessa parità tra uomini e donne è in molte zone del pianeta ancora ben lontana dall'essere messa in pratica.

Ma la Federazione Unita dei Pianeti vigila. Questa organizzazione, parte essenziale di quel fittizio universo che và sotto il nome di Star Trek, è una sorta di organismo interplanetario che cerca di fronteggiare e risolvere attriti, discordie e diatribe che si creano di volta in volta tra razze e culture diverse. Una specie di O.N.U. più in grande insomma, anche questa non certo perfetta ma che cerca di mediare e trovare un compromesso che sia il più equo e bilanciato possibile tra le richieste delle parti. A volte ci riesce, a volte no. In questo universo futuro più evoluto un concetto che si cerca sempre di combattere è quello del razzismo, ovvero quell'estremistica forma di fervore politico e sociale che ha la sgradevole tendenza ad esternarsi facendo spesso ricorso alla violenza. Il sessismo, il classismo, l'omofobia, sono forme di razzismo. I razzisti hanno la peculiare caratteristica di essere sempre dalla parte del giusto e chi non si identifica con le loro idee e stile di vita viene immediatamente identificato come elemento negativo, anche pericoloso. Il tipo ed estensione del pericolo varia di volta in volta a seconda delle circostanze e delle convenienze di chi sostiene le tesi razziste. Minimo comune denominatore di ogni movimento o ideologia razzista è la creazione di persone (o esseri) di serie A e di serie B. Talvolta anche C. I razzisti naturalmente pongono se stessi inevitabilmente nella categoria A e ritengono di essere Portatori della Verità, pertanto nel giusto. Queste loro convinzioni possono essere sviluppate su base politica, religiosa o naturalistica, dove per quest'ultima si intende il concetto di poter definire quello che è naturale da quello che non lo è. Ad un livello politico e giurisdizionale il razzismo è condannabile e perseguibile quando assume le forme più evidenti di violenza, verbale o fisica. Tuttavia la cronaca insegna che questa protezione a livello di leggi è quantomeno lacunosa.