Nella vicenda vengono chiaramente invertiti i canoni esistenti sulla Terra al fine di creare un apologo sul rispetto della diversità sessuale piuttosto ben congegnato. Sul nostro pianeta, a qualunque latitudine, in qualunque continente, in qualunque nazione, stime attendibili indicano che tra il 5 e il 10 per cento della popolazione non sia eterosessuale. La minoranza omosessuale rappresentata dai gay e dalle lesbiche deve ancora affrontare in molte culture l'ostracismo razzista di parte della maggioranza eterosessuale, che fa evidentemente fatica a digerire il concetto che non siamo tutti uguali. Ci sono ovviamente differenze di approccio e reazione da individuo a individuo, da cultura a cultura, ma in generale si può notare che minore è il livello di istruzione e maggiore è la difficoltà ad accettare tali diversità. Detto in altri termini l'ignoranza è il nemico da combattere. Le posizioni di molte autorità religiose, e la loro interpretazione delle cosiddette Sacre Scritture, non facilitano certo le cose. Maggiore è il livello di fondamentalismo religioso e maggiore è la condanna morale che viene data alla sessualità in ogni forma che non sia prettamente finalizzata alla procreazione. La reiterata condanna della realtà omosessuale porta anche ad una curiosa (e inquietante) sintonia di vedute tra la religione cattolica e quella musulmana, che pure anche storicamente sono sempre state in competizione tra di loro ma che su questa questione formano quella che si può certamente definire una santa alleanza, di cui si sarebbe volentieri fatto anche a meno. Per contro il livello di civiltà di un popolo, o di un insieme di popoli come nel caso della Federazione, è tanto più evoluto quanto maggiore è la sua flessibilità e quindi capacità di accettare le differenze, le varianti. Parallelamente un democrazia è tanto più sviluppata quanto maggiore è la capacità che ha di tutelare i diritti delle proprie minoranze. Sulla Terra c'è un vecchio e saggio detto che recita Il mondo è bello perché è vario. Vale anche su scala cosmica.
In Il diritto di essere si cerca di mettere gli eterosessuali nei panni della minoranza rigettata, mettendo in pratica una delle risorse più efficaci a disposizione della narrativa fantastica e fantascientifica, quella del what if...., ovvero: e se le cose stessero diversamente ? Cercare di calarsi nei panni di altri è del resto uno dei modi migliori per cercare di comprendere le diversità di comportamento altrui ma anche le difficoltà che si trovano a dover affrontare persone (esseri viventi, in senso più ampio) che vivono realtà differenziate rispetto alla nostra. Sul pianeta in questione la minoranza perseguitata è quella con tendenza eterosessuale e si chiede quindi allo spettatore di provare ad identificarsi con problematiche che di solito non lo riguardano. Sarà forse opportuno a questo punto chiarire che il franchise della Paramount non si può certo definire impegnato in una politica pro-gay, tant'è che da più parti si sono levate richieste affinché ci fosse finalmente un personaggio apertamente omosessuale a bordo di una delle navi stellari della Federazione. L'attrice Kate Mulgrew, che interpreta il Capitano Janeway in Star Trek Voyager (VOY), si è apertamente schierata a favore di una tale eventualità e ne ha parlato col produttore della serie Rick Berman, ma sinora evidentemente la cosa rimane troppo scottante. Va comunque dato atto alla serie di aver sempre dato supporto ad una visione delle cose improntata alla tolleranza e affrontato l'argomento della diversificazione sessuale e transessualità ricorrendo all'artificio narrativo dei simbionti, creature che vivono all'interno di un corpo ospite appartenente alla razza dei Trill.
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