Frini tornò, quella notte. Non saprei dire che ora fosse, perché ero rimasto lì, immobile sulla poltrona, da quando Ark se n'era andato.

Frini sbatté la porta e io mi scossi. Di colpo, lei era lì, di fronte a me, e quando la vidi, pensai di poterle perdonare ogni cosa pur di tenerla al mio fianco. Se lei avesse accettato di restarci.

- Shu... frrr.. frrr ....

- Ti ho aspettato, lo sai. Ma non voglio litigare, non ora.

- Shu?

- Devi capire che se vuoi rimanere con me è necessario che ti comporti in modo diverso.

- Shb, sb, fri... - Non era la stessa di sempre. Era assente, distante da me.

Allora capii. Compresi le assenze, il raid al Centro, la sparizione di un altro esemplare della sua razza. Lei... l'avevo persa, e non c'era altro da dire.

In una frazione di secondo, mi ripetei mille volte che non volevo vivere senza di lei e provai amore, rabbia, rassegnazione, ancora rabbia, odio, intolleranza, un barlume di comprensione, e poi furore. Il furore deve aver avuto la meglio su tutto il resto, credo. O almeno, è l'unica spiegazione che mi riesce di dedurre da quello che successe. In cucina avevo un coltello come quelli che si usavano un tempo. Roba d'antiquariato, con una lama affilata e ben tenuta; una mia mania, senza dubbio. Di solito mi serviva per preparare i pasti di Frini: mi era costato un occhio, ma ero contento di usarlo per lei. Lo presi, mentre Frini era rimasta vagamente stupita a ciondolare in soggiorno.

La cosa strana fu la calma che mi invase quando, con il coltello in mano, mi sentii certo che quella che stavo per fare era la cosa giusta. Ero arrivato in fondo al vicolo e ora bisognava che mi voltassi a guardare in faccia l'incubo che mi stava seguendo.

Lei non reagì affatto. Era troppo meravigliata. Questi alieni non conoscono la gelosia. Ha ragione Ark: sono bestie strane, troppo diverse da noi.

Dopo, mi sentii meglio. Sollevato.

* * *

Ark e i suoi uomini trovarono i pezzi di Frini ammucchiati in salotto, a parte gli occhi, che erano in cucina. Io dormivo sul divano, per la prima volta tranquillo dopo settimane. Mi svegliarono e mi portarono via. Non opposi resistenza.

Non ricordo nulla del periodo di rieducazione. So che lo affrontai serenamente perché sapevo che uccidere un esemplare di una razza aliena non era consentito dalla legge. Erano protetti, chissà perché.

Comunque, la rieducazione finì. Ark mi aiutò e io fui ripreso nella Famiglia, per quanto le cose non siano poi mai più tornate a essere le stesse.

Credo che neanche ora mi abbiano accettato del tutto, ma fingono con classe. Vivo con Lia. Abbiamo formato una nuova Famiglia e conduciamo una vita normale. Certe notti sogno Frini, ma al mattino non ricordo mai molto. Solo una sensazione sulla pelle e uno sguardo rosso.