- Hanno ucciso il Casuale. Loro, i prediletti del Conciliatore. Spento per sempre. Per portarci a morire sul bordo del mondo.

Misia solleva il braccio e attiva un palmare. La scena in 3-d si accende. Due modelli da battaglia sorreggono Timoneer, superano una porta a tenuta, un'altra. Le camere della Chiodo riprendono le immagini dall'alto, senza sonoro. Entrano nell'ultima camera di compensazione e attivano l'apertura del portello esterno. La luce grigiastra di Padma invade gradualmente il piccolo ambiente. Timoneer si inarca e per un istante sembra voglia correre all'esterno. Solo per un istante. I due modelli la lasciano cadere. La polvere di Demait in breve le copre il viso e il corpo. Spingono il cadavere fuori dall'apertura e chiudono nuovamente il portello.

Giù nella strada stavano strepitando da ore. Battevano su qualcosa, fischiavano, urlavano. Davanti c'era un doppio cordone della Sicurezza. Quella gente ce l'aveva con noi: i valentini, i sottocoda, le perle.

Ero entrata nell'albergo da una porta sul retro, protetta dalla Sicurezza. Mi avevano buttato dentro a spintoni, come fossi una criminale. Ci sparavano in faccia le luci, controllavano. Qualche volta umani, più spesso modelli da battaglia modificati per l'uso antisommossa. Non ci amavano di certo, loro come quasi tutti gli altri. Il Casuale ci dava un vantaggio che ritenevano ingiusto. Basta che anche loro diventino aderenti, pensavo, e l'avevo ripetuto al Prediletto che ci aspettava nel salone per consegnarci le chiavi delle nostre stanze.

Quello aveva sorriso fissando un punto un palmo sopra la mia testa. Una cosa che fa imbufalire chiunque abbia a che fare con uno di quelli: sembrano sempre in ascolto di qualcosa e sorridono come ebeti. - Non hanno la Fede.

In camera Ebe, una perla di Aprile Moulinrouge, aveva aggiunto:

- Hanno paura del Conciliatore, quelli là. Il grande Eini Ez Vàdua.

L'aveva annunciato, non detto. Come qualcuno che presenta il grande personaggio in un serial gratuito nel substrato.

Noi eravamo lì per incontrarlo, quello che aveva inventato il sistema del Casuale, quello che scriveva le frasette che ci ripetevamo.

"la volontà è un'illusione"

"il risultato è un'ossessione"

"l'immobilità è un'eccezione"

"..."

Atterrerà sul tetto con un elicottero dell'ArmaCon, mi aveva spiegato Ebe. La prima volta che sentivo quella sigla.

La gente fuori continuava a fare casino. La Sicurezza li teneva a distanza con un campo magnetico portatile, la faccia feroce e i ringhi dei cani U, ibridati con abbastanza genoma umano da essere più svelti a capire. Non mi sentivo affatto tranquilla. Non pensavo che a essere perle si facesse del male a qualcuno ma non riuscivo a esibire un'aria contenta e a scodinzolare quando incontravo un prediletto.

Il mio Casuale era una cosa diversa da quella festa malriuscita. Il mio Casuale mi dava consigli, mi stava ad ascoltare. Non gli parlavo spesso ma sapevo che c'era.

Adesso invece so di essere di nuovo sola, nonostante Imit, nonostante tutto. Ma non durerà nemmeno questo. Misia se n'è andata da sola. Ha aperto una porta dopo l'altra ed è uscita. Una raffica di vento l'ha portata via.

Era arrivato un temporaneo del Conciliatore. Un temporaneo potente, ben profilato. Non ci fossero state le solite interferenze sarebbe stato perfetto. A vederlo la prima cosa che mi era venuta in mente non c'entrava nulla con Eini Ez Vàdua e con il Casuale. Mi chiedevo se c'era mai stato un temporaneo tanto perfetto da interrompere il cordone ombelicale quantistico che lo legava all'originale. E come sarebbe stata la vita di un duplicato perfetto, in possesso di tutte le facoltà e l'esperienza del donatore? Secondo qualche prontoleggo era già successo un sacco di volte e i mondi federati erano pieni di temporanei doppelgänger. Non ci credevo. I prontoleggo servono solo a ospitare pubblicità con qualche notizia assurda ogni tanto per attirare i gonzi.