- Bastardo sottocoda, fermati... fermati!

Con le dita chiuse sul palmo tenevo stretto l'orlo della manica per nascondere la perla. Poi apparve un Indirizzo del Casuale.

Svolta nella prima via a destra.

Cammina senza guardare, non correre.

L'avevano ripreso. Era scivolato a terra, lo prendevano a calci. Erano tre o forse quattro. Mi ficcavo le unghie nel palmo. Mi chiedevo quale Indirizzo gli stesse arrivando. Si raggomitolò per difendere il ventre tremando come un epilettico.

Svoltai in una strada appena più piccola. Incrociai un veicolo della Sicurezza, nero-lucido come uno scarabeo e altrettanto silenzioso.

Quella sera partii per la Via d'Argento. Seguivo il suggerimento del Casuale.

Preparazione al tiro torri prodiere: 88%

Dalla mia posizione posso vedere la scena su un display a bassa risoluzione grande come un biscotto. La connessione al sig. Chiodo mi informa di come procedono le cose con un flusso continuo di dati di sistema che passano velocissimi in caratteri azzurri al fianco dell'immagine e se fossi un modello mi basterebbero e avenzerebbero quelli per farmi un'idea. Ma sono soltanto un umano e così posso provare a capire qualcosa fissando l'immaginetta del muro che arriva fino a metà del cielo, sgranata e in falso colore.

La potenza del tiro è in rapporto alla durata della preparazione. Normalmente le torri prodiere sono operative in un microsecondo per un tiro al 20 - 25% della potenza. Al 100% credo sia impossibile arrivare, ma il manuale dice che possono tranquillamente tirare al 95% della potenza e ottenere effetti paragonabili a quello di una granata al plasma da bombardamento orbitale. Le navi sono ferme, disposte su due linee, Chiodo, Martello e Cacciavite davanti, Vite e Scalpello dietro, sfasate. Nel tiro frontale non si ostacolano, in compenso possono tirare tutte e cinque su un arco di muro non superiore ai cento metri. Nel cielo, rigato di nero e grigio come in un'interferenza video, passano nubi a quattrocento chilometri all'ora. Niente padelle, anche se una nave stellare potrebbe agevolmente tirare sulle geonavi ferme e mettere insieme un punteggio fantastico ancora prima che noi si riesca a fare retromarcia. Ma forse non siamo più tanto pericolosi per i mondi federati da spendere i soldi dei contribuenti per toglierci dalla faccia dell'universo una volta per tutte. Su Demait, senza molte possibilità di andarcene da qui, siamo in tutto e per tutto un ex-pericolo.

Difficile capire di cosa è fatto il muro. Mattoni, mattoni di argilla rossa, direi. Ancora più difficile immaginare chi l'abbia costruito e quando. E soprattutto perché. Wallistaff e gli altri comandanti non vogliono correre rischi né perdere tempo: tirare con il massimo della potenza e proseguire. Avanti, verso l'ombelico illuminato di Demait, proprio in faccia al gran sole Padma.

La Via d'Argento è una delle capitali transitorie del potere dei mondi federati. La capitale nominale è stata la Terra fino a una cinquantina di anni fa ma, da quando la Terra si è isolata, il sistema principale ha cominciato a migrare verso l'interno della galassia; prima su Xiao-Metropolis, poi sul pianeta doppio Harbourg e, negli ultimi cinque anni standard sulla Via d'Argento. Un bel posto. Di notte il grande disco della galassia, sospeso nell'atmosfera sottile, è una presenza che dà le vertigini, qualcosa che sta a metà tra il sogno e l'incubo. Nonostante il freddo i palazzi hanno grandi finestre aperte sul cielo. Le notti serene della Via d'Argento sono silenziose o folli. La gente si sente in faccia all'universo e ride di Dio. Mi manca, la Via d'Argento. Preferisco non pensare che non potrò mai più rivederla.