- Non avevo voglia, penso, di vedere il mio M-padre. Ho saputo che non erano veri soltanto quando sono arrivato a destinazione. Mi sono sentito un figlio adottato e tradito. Eppure non ho smesso di chiedermi se ogni tanto scopavano. - Ride piano, sussultando. - Cosa dici, Verena? Io sarei stato felice di saperlo. Di sapere che sì, in qualche angolo dei loro cervelli di sintesi si annidava un po' di voglia. Fisiologicamente i modelli ominidi possono farlo, ma...

Uno strattone, un'oscillazione e poi il silenzio. La geonave è ferma. Per la prima volta dal nostro arrivo.

Porte che sbattono, rumore di passi, grida. Truppa, Sistemi, Prediletti attraversano i corridoi della nave come formiche. Dalla Chiodo non sono arrivati messaggi e sfarfallano le luci gialle dell'emergenza.

Usciamo anche noi, in tenuta da combattimento, pronti un trenta secondi come da regolamento. Corriamo come tutti, fino al più vicino cerchio di raccolta.

Qualche metro sopra la nostra testa è appeso un grosso schermo-finestra acceso. Proprio davanti alla geonave c'è un muro, un vero muro color argilla che arriva a metà di un cielo vetroso percorso da rapidissime, sottili nubi nerastre.

Entrare nel Concilio non era stato difficile. Un innesto rimovibile che funzionava da tracciante e una minuscola interfaccia pupillare per visualizzare correttamente gli Indirizzi del Casuale. Non dovresti averne bisogno, ma alle volte c'è qualche subinterferenza quantistica, spiegava il sistemi e io annuivo, per dare l'idea che capivo davvero. In tutto un'oretta ed ero uscita di lì pronta a "inserire la mia vita in una corrente più vasta, a ridefinirmi in maniera armoniosa".

Il mio primo Indirizzo proveniente dal super-consigliere della mia vita è comparso sul minuscolo visualizzatore di una doccia a pagamento, nei sotterranei di un dormitorio fin troppo affollato di Port Madura.

"Per ricevere un pasto caldo la tua doccia

non dovrebbe superare i 4,5 minuti standard"

Una modesta scritta in lettere vellutate azzurre che durò non più di dieci secondi. Eseguii coscienziosamente e raggiunsi il refettorio entro i quattro minuti, i capelli ancora bagnati.

Ricevetti il mio pasto e mi sistemai a un posto libero. Servirono altri tre dopo di me, poi il modello accese l'insegna "solo razioni di resistenza", ovvero biscotti e acqua. Per la prima volta da molti anni mi sentivo importante e quel povero pasto tiepido mi sembra ancora adesso uno dei migliori che ho mai consumato.

Sulla prua delle geonavi sono montate le torri per il tiro ad alta energia. E quindi forse non è poi così un problema tirare giù il muro. Ma il problema vero è: cosa ci fa un muro nel bel mezzo di un deserto su un pianeta privo di insediamenti umani?

- Rimanete calmi, prendete posto nelle nicchie da combattimento, attivate le armature.

Il comandante della geonave, Wallistaff, si è replicata in forma di temporaneo e si è piazzata proprio sotto lo schermo. I punti di raccolta sulla Chiodo sono trentasei, quattro per ognuno dei nove ponti. Deve costarle una bella quantità di energia Psi tenere sotto controllo tante imago temporanee. Boka Wallistaff non è un'aderente, caso strano per un'alta ufficiale del Concilio, ma una SAD, soggetto ad alta delocalizzazione, ovvero un talento naturale. Boka Wallistaff probabilmente è in grado di produrre temporanei anche senza l'aiuto di connessioni di stato quantico. Magari non trentasei, questo no, ma almeno uno o due sì.

Piccola, non più alta di un metro e sessanta, e non esattamente magra, persuasiva: gentile ma ferma come l'hostess di un volo intersistema o come una maestra dei Nuovi Insediamenti. Non credo che nessuno, nemmeno tra gli prediletti, vorrebbe scoprire quanto può diventare dura.