- "Ripley, ho sentito che ti eri imbattuta in queste cose in passato..."

- "Vero"

- "E cos'hai fatto?"

- "Sono morta".

Nel 1993 la 20th Century Fox incaricò il giovane sceneggiatore Joss Whedon di scrivere un copione per continuare la serie Alien. Whedon, allora 29enne, era conosciuto alla compagnia per avere creato per il cinema il personaggio di Buffy l'ammazzavampiri e sarebbe in seguito diventato un autore di culto per la televisione grazie a serie televisive come Buffy (appunto) e Angel. Dalla sua serie di FS Firefly è stato tratto un film che vedremo nei cinema nel 2005, intitolato Serenity. "Scrissi un trattamento" ricorda Whedon "e alla Fox si dimostrarono interessati e mi dissero che sarebbe piaciuto loro farne un film, ma dovevo metterci dentro Sigourney Weaver. Che era morta. Per cui ne scrissi uno nuovo." Whedon risolse il problema della precedente morte di Ellen Ripley ricorrendo all'utilizzo della tecnica genetica della clonazione. Sigourney Weaver (da ora in poi SW) era coinvolta a livello produttivo sin dal terzo film ma non si aspettava di dover tornare di fronte alla macchina da presa: "Non mi aspettavo che le cose andassero in questo modo. Pensavo che se ne sarebbe fatto un quarto, ma senza di me, senza Ripley. Invece mi riportarono indietro dalla morte, contro la mia volontà, e tutti i casini sarebbero ricominciati di nuovo! In effetti non interpretavo più Ripley, ma una Ripley nuova e migliorata." A parte la sfida di tornare ad interpretare il personaggio che l'aveva resa famosa e affrontarlo secondo una prospettiva tutta nuova, pesarono sulla sua decisione probabilmente anche gli 11 milioni di dollari che la produzione le offri per tornare a comparire nella serie, più una percentuale sugli incassi. Ancora una volta l'attrice viene accreditata sin dai titoli di testa anche come co-produttrice.

Così come successo per i tre film precedenti i produttori affidarono la regia ad un autore emergente e promettente. La scelta iniziale fu per il britannico Danny Boyle (Trainspotting) ma a seguito del suo rifiuto si optò in modo decisamente inaspettato sul francese Jean Pierre Jeunet, acclamato per i suoi personalissimi film culto (in Europa) Delicatessen e La città dei bambini perduti, ma totalmente sconosciuto al grosso pubblico d'oltreoceano. Jeunet fu il primo ad esserne sorpreso: "Perché vogliono me?" si chiese, "sono molto occupato e non voglio fare un film hollywoodiano." Da parte della produzione si trattava di una scelta decisamente coraggiosa ed originale e non priva di rischi. Jeunet era un grande appassionato dei precedenti film della saga ma tra l'altro non parlava praticamente inglese, per cui sarebbe stata davvero un'impresa ardua: gestire per la prima volta un grosso film come questo con tutta quella serie di difficoltà legate alla barriera linguistica con i collaboratori, dal cast tecnico a quello artistico. A Wynona Ryder (Edward mani di forbice) fu affidato un nuovo personaggio, quello della meccanica Annalee Call. Il resto del cast era composta da una serie di bravi caratteristi, tra i quali Ron Perlman (recentemente Hellboy) nel ruolo di Johner, il piccoletto Dominique Pinon, un fedelissimo di Jeunet scelto per il ruolo del paraplegico Vriess, e Brad Douriff, veterano del genere essendo apparso in classici come Dune, X-files ed in seguito Il Signore degli Anelli. Il 19 novembre 1996 negli studi della Fox di Los Angeles iniziarono le riprese di Alien - la clonazione (Alien Resurrection), il primo a non essere girato in Inghilterra. Le riprese con la troupe principale si conclusero il 24 aprile dell'anno successivo. Agli attori venne consegnata non una vera e propria sceneggiatura ma una sorta di via di mezzo tra uno storyboard ed un copione, con immagini disegnate dell'inquadratura sulla sinistra e i dialoghi e le note sulla destra della pagina. Un metodo di lavoro decisamente strano, ma non certo senza una sua logica e praticità.