18 aprile 1948: verso le dieci del mattino un meteorite si abbatteva in località Zamarra, a sud-est dell'agro di San Severo (provincia di Foggia), sulla proprietà di tale Colavici Salvatore. Lo sfortunato agricoltore, assistendo atterrito all'impatto, vedeva devastato un intero vigneto coltivato a Bombino bianco. L'evento non raccolse attenzione dai giornali locali, perché si verificò nella stessa giornata delle elezioni politiche vinte da De Gasperi. Le forze dell'ordine non intervennero perché occupate a presidiare il centro in caso di tumulti.

Solo e disperato, il contadino cercò di spostare il masso caduto dal cielo e assodò che in realtà si trattava di un piccolo razzo con a bordo un bambino bruno e sorridente, impaludato in pezzoline rosse e blu come i colori sociali del Bologna Football Club.

-- Buon giorno, signore -- disse in perfetto italiano, -- mi chiamo Kal-el e provengo dal pianeta Kripton. Sono l'unico sopravvissuto della mia specie. Mio padre ha previsto la catastrofe e mi ha messo in salvo.

Perplesso, il povero contadino seppellì i resti del razzo mentre il bambino svolazzava sotto il sole primaverile facendo divertire Lione, il cane da guardia. Terminati i lavori di occultamento dei reperti spaziali, il Colavici afferrò con abile colpo di mano il sedicente Kal-el e lo condusse nottetempo dai coniugi Gionata e Marta Chenti. I due furono entusiasti di adottare quel figlio che la sterilità di lei e l'impotentia coiundi di lui rendevano inottenibile per normale trafila. Quanto al Colavici, si disfò al più presto della vigna maledetta e trascorse il resto dei suoi giorni a leggere di astronomia.

Il ragionier Gionata Chenti, capufficio presso l'esattoria comunale, possedeva la mente solerte del gabelliere, avezzo a far quadrare i conti in ogni cosa. Rinvenute qualità straordinarie nel figlio adottivo, così le enumerò: il piccolo poteva,

a) volare a qualsivoglia velocità;

b) sbirciare attraverso muri e vestiti (creando non pochi problemi alla pudibonda quanto procace madre adottiva);

c) vedere e udire a distanze illimitate (il che lo mise in grado di riferire, con gran diletto del ragionier Gionata, sulle partite di calcio domenicali mentre la tv era ancora ai primi vagiti);

d) sollevare un palazzo dalle fondamenta (nell'intento d'imitarlo, il ragionier Gionata fu colto da un terribile colpo della strega).

Unico inconveniente per il pargolo, il malore che provava quando passava accanto al relitto sepolto nella vigna del Colavici, che emanava radiazioni nocive per un nativo di Kripton. Ma anche i nativi del luogo accusavano malesseri transitando nella zona, a causa delle mefitiche esalazioni di un canale fognario.

I genitori adottivi circondarono d'affetto l'esule dello spazio e gli assicurarono un'infanzia serena persino quando pioveva a dirotto. Poi negli USA incominciarono le persecuzioni anti-ebraiche in concomitanza con il processo ai Rosemberg, presunti piazzisti all'estero di formule atomiche, e i Chenti credettero bene di fuggire da San Severo avendo piazzato una formula per le orecchiette con le cime di rape, esclusività della Puglia, presso un conoscente bolognese. Per evitare al bambino venuto dallo spazio ulteriori disagi, lo chiamarono Carlo e lo affidarono alla famiglia dei Verrengia, tradizionalisti quanto mai, che lo ribattezzarono Crescenzo, in omaggio al nonno paterno e per un buon auspicio.

I nuovi genitori si preoccuparono di togliere dalla testa del ragazzo tutte quelle fandonie sui superpoteri e sulle origini extraterrestri, così durante l'età scolare lo si vide timido, mite e occhialuto secchione. Per effetto di suggestione non era più capace di volare né di trapassare con lo sguardo le gonne di certe sue appetitose compagne di classe, e il tentativo di sollevamento del suo condominio si risolse in lombaggine.