Molto tempo fa ebbi la vaga idea di mettere a punto una macchina... in grado di viaggiare indifferentemente in qualsiasi direzione dello spazio e del tempo, a piacere di chi la manovra.

Filby si limitò a ridacchiare.

Ma io ne ho la prova, verificata sperimentalmente - affermò il viaggiatore nel tempo.

La macchina del tempo, cap. 1

Pur avendo compiuto cento anni nel 1995, La macchina del tempo di H.G. Wells è tuttora un romanzo straordinario. Racconta la storia di uno scienziato/avventuriero senza nome dell'età vittoriana che costruisce una macchina del tempo, di forma vagamente simile a una bicicletta, per mezzo della quale potrà esplorare il futuro remoto e scoprire che l'umanità si è ormai degradata nelle due razze degli Eloi e dei Morlock. Il viaggiatore nel tempo torna nella sua epoca, sul finire del XIX secolo, per lasciare una prova della sua esperienza; quindi il romanzo si conclude con il protagonista che risale sulla sua macchina per un nuovo viaggio... dal quale non farà ritorno.

Al pari di moltissimi lettori, anch'io ho sempre avuto un'irrefrenabile curiosità di sapere che cosa accadde al viaggiatore! Adesso, però, non ho saputo più resistere, e così ho scritto io stesso un seguito al romanzo di Wells, intitolato L'incognita tempo. E devo dire che durante la fase di ricerca del materiale è stato davvero entusiasmante riesaminare i fondamenti scientifici della macchina del tempo alla luce delle attuali conoscenze fisiche.

Le ricerche a livello universitario sono ben diverse da quelle normalmente richieste per scrivere un romanzo; e io dovrei saperlo, visto che ho una laurea in ingegneria acustica e ho all'attivo sei romanzi di fantascienza. E allora in che modo deve muoversi uno scrittore di fantascienza per approfondire la teoria di un tema cardinale come il viaggio nel tempo?

Di solito la fantascienza meglio riuscita prende spunto dalle conoscenze scientifiche più avanzate, cioè quelle che, sfortunatamente, non sono ancora oggetto di opere divulgative che possono rivelarsi molto utili. E naturalmente, più recenti sono le teorie, e più hanno la tendenza ad essere discordanti. Per le ricerche è importante consultare una buona biblioteca scientifica, dove è possibile procurarsi i testi tramite il prestito interbibliotecario oppure, a volte, on-line; ma in questo modo non si ha la possibilità di andare a spulciare qua e là, e questa è una pratica altrettanto importante. Se poi la storia si impernia su un tema prettamente scientifico, allora conoscere la matematica a un livello tale da permetterci di ignorare le equazioni diventa una sorpresa piacevole e inaspettata.

Quando mi accinsi ad approfondire la questione del viaggio nel tempo mi resi subito conto che - sorprendentemente - i fisici moderni avevano elaborato parecchie teorie sul possibile funzionamento di una macchina del tempo. (Un buon testo divulgativo sull'argomento è In Search of the Edge of Time di John Gribbin). La maggior parte di queste teorie, che sviluppano gli studi compiuti agli inizi degli anni '80 da Kip Thorne e dai suoi colleghi del Cal Tech, è possibile viaggiare nel tempo a bordo di astronavi che percorrono i cosiddetti "wormholes", cioè dei tunnel temporali ben definiti (cfr. l'articolo "Wormholes, Time Travels and Quantum Gravity" in New Scientist del 28 aprile 1990).

Si sono levate parecchie critiche contro la plausibilità di questa teoria. Per esempio, recentemente Stephen Hawking ha obiettato che un tunnel temporale di questo tipo subirebbe un repentina e catastrofica dispersione di energia provocata dalla radiazione che retroagisce su se stessa attraverso il tunnel. Tuttavia ognuna di queste critiche ha avuto la sua replica: nel caso di Hawking c'è stato per esempio Li-Xing Li, un ricercatore di Pechino secondo cui è possibile evitare la retroazione collocando uno specchio sferico nelle vicinanze del tunnel ("Time Travel: It's All Done with Smoke and Mirrors", New Scientist, 4 febbraio 1995).