Alla fine scovai una possibilità che faceva al caso mio. Nel 1949 Kurt Goedel, che lavorava a Princeton con Einstein, pubblicò un articolo intitolato "Un esempio di un nuovo tipo di soluzioni cosmologiche delle equazioni di campo della gravità einsteniana" (Reviews of Modern Physics, vol 21, p. 447). Sì, si tratta proprio del famoso Goedel che nel 1931, appena venticinquenne, aveva dimostrato l'incompletezza della matematica.

Ebbene, l'articolo descrive il modello di un universo rotante. Pertanto, la traiettoria di un proiettile scagliato da un punto qualsiasi di questo universo, verrebbe comunque influenzata dal movimento rotatorio generale. Ma la distorsione dello spazio-tempo goedeliano è talmente accentuata che un certo numero di traiettorie avviene lungo linee che vanno a ritroso nel tempo In un universo come il nostro, una traiettoria di questo tipo sarebbe lunga centinaia di milioni di anni luce, ma la si potrebbe accorciare aumentando la densità generale. (Maggiori dettagli si possono trovare nel saggio di Gribbin).

Alla fine, dunque, avevo trovato una base scientifica plausibile! E a quel punto immaginai una macchina del tempo che si tuffava in un universo goedeliano ad alta densità e con un'elevata velocità di rotazione, procedendo millisecondo dopo millisecondo lungo delle spirali che la portavano nel futuro o nel passato...

Ovviamente, a questa idea è necessario aggiungere altro materiale che possa, per esempio, giustificare l'esistenza di un universo goedeliano o spiegare come una macchina possa accedervi... ma (relativamente parlando!) si tratta semplicemente di dettagli. Ciò che importa è che questa teoria concorda a grandi linee con quella della distorsione dell'asse spaziotemporale adottata da Wells. Sapevo che nello svolgimento della trama, quando il Viaggiatore si sposta indietro e avanti nel tempo modificando la storia, avrei comunque esplorato la teoria moderna degli universi alternativi, così l'idea di un universo di Goedel addizionale rientrava alla perfezione nello schema del romanzo. Inoltre, a mano a mano che raccoglievo informazioni sulla vita e l'attività di Goedel, cominciai a intravedere la possibilità di sviluppare una trama secondaria che avesse fra i suoi personaggi un enigmatico studioso di matematica...

Un romanzo di fantascienza non è un saggio accademico (per dirne una, è molto più divertente!), pertanto la ricerca del relativo materiale non è finalizzata all'approfondimento e all'esaustività dell'argomento; anzi, si tende a procedere con rapide consultazioni, magari anche solo degli indici dei testi, affidandosi al proprio intuito. Si cercano insomma solo quegli aspetti peculiari e di maggiore interesse che devono poi adattarsi all'impalcatura scientifica che sorregge il romanzo. Per quanto riguarda l'accuratezza, va detto che l'obiettivo principale è comunque quello di esporre e sviluppare in modo credibile un determinato concetto scientifico, al fine di evitare errori grossolani. Al tempo stesso, è altrettanto fondamentale trovare la giusta prospettiva per descrivere i risultati delle nostre scoperte, proponendole al lettore in modo "indolore".

Ovviamente, quando Wells scrisse La macchina del tempo si era proposto ben altri obiettivi che la semplice estrapolazione scientifica. L'evoluzione dell'umanità nelle razze degli Eloi e dei Morlock rappresenta un mito futuro molto complesso che ha una grande risonanza in una cultura dominata dalla teoria darwiniana e caratterizzata da una nuova coscienza sociale. Trattandosi di un'opera letteraria, La macchina del tempo ha avuto numerosi tentativi di imitazione (anche da parte mia!), ma nessuno è stato in grado di superarla. Sta di fatto che, come avviene per ogni romanzo di fantascienza, la descrizione del mito avrebbe avuto un impatto di gran lunga inferiore se non avesse avuto il supporto delle cognizioni scientifiche. E nel caso di Wells, la scienza è stata veramente anticipatoria.

Mi sono domandato se nel testo di Wells c'era qualche "prova sperimentale" che avvalorasse la mia intenzione di utilizzare un universo goedeliano. Ebbene, alla fine della Macchina del tempo il narratore assiste alla partenza del viaggiatore: "Mi sembrò di scorgere una figura spettrale e indistinta che sedeva su una massa vorticante nera e gialla... ma poi la figura scomparve... La macchina del tempo era sparita (cap. 16).

Una massa vorticante, eh? Allora era proprio così che funzionava!