Raggiunge il numero 100, e cambia rotta: abbandonato il cyberpunk, per il Nathan Never del 2000 si apre la via delle stelle. Elisabetta Vernier è andata alla Sardinian School of Comics a intervistare Bepi Vigna, creatore del personaggio bonelliano insieme a Serra e Medda per farsi raccontare passato, presente e soprattutto futuro dell'agente Alfa.

Visto che la serie è arrivata al fatidico numero cento, permettiamoci di fare un po' di retrospettiva. Quando hai creato il personaggio di Nathan Never, insieme a Michele Medda e Antonio Serra, che genere di fumetto avevi in mente? E dopo cento numeri, siete riusciti realizzare quello che vi proponevate allora?

Il personaggio che avevamo in mente all'inizio era in realtà composto da tre personaggi, uno per ciascuno di noi. Quando ci siamo seduti a tavolino per creare una proposta per Bonelli abbiamo cercato di tenere conto, innanzitutto, del tipo di editore al quale ci rivolgevamo, il quale richiedeva un fumetto d'avventura che permettesse una serializzazione. Il personaggio inoltre doveva avere dei caratteri di originalità rispetto agli altri eroi bonelliani: era il periodo del grande successo di Dylan Dog e noi contavamo di avvalerci dell'interesse degli stessi lettori del detective dell'incubo. Tutte le nostre previsioni poi si sono avverate: il personaggio era quello che serviva alla casa editrice ed era abbastanza originale (pur non essendo originalissimo tout court) rispetto agli altri eroi del fumetto italiano. La sua propensione verso l'introspezione personale lo rendeva diverso e questo suo tratto ha forse costituito il suo iniziale successo. Sono passati ormai otto anni...

In cento numeri quanto è cambiato l'uomo Nathan Never?

All'inizio il personaggio era molto più controllato di oggi. Tutte le storie venivano prima discusse tra me, Antonio e Michele così che ognuno sapeva sempre cosa stava facendo l'altro e in che direzione stava andando la storia. Ma ad un certo punto, dovendo fare numeri speciali, almanacchi, Nathaneveroni e altre mille cose, è diventata indispensabile la collaborazione di altri sceneggiatori. Questi avevano necessità di una loro autonomia e così ci siamo limitati a seguirli per le linee più generali (il mainstream della storia personale di Nathan Never) e questo ha portato inevitabilmente ad un graduale cambiamento del personaggio.

Oggi chi è che decide sul mainstream? Chi è che prende le decisioni importanti per Nathan?

Le decisioni importanti sulla storia vengono sempre prese da me, Antonio e Michele insieme. Confrontiamo le nostre idee e dopo una breve chiacchierata decidiamo sul da farsi. Di solito uno di noi lavora sulla base delle linee generali concertate con gli altri. Chi ha il polso della programmazione è Antonio, che dalla redazione fa in modo che le storie abbiano la giusta sequenza temporale. In questo periodo, e qualche lettore se ne sarà già accorto, è in atto un enorme cambiamento nella storia di Nathan: sta per partire infatti una saga che rinnoverà quasi completamente la serie a partire dal gennaio 2000.

A proposito di cambiamenti: nel numero 99 molte storie si chiudono e molti cambiamenti importanti avvengono d'improvviso. Era qualcosa di previsto o è stata una necessità legata all'uscita del numero 100?

Diciamo che il 99 è completamente slegato dal numero 100. Quest'ultimo è una cosa a sé. Volevamo rinnovare la serie con l'inizio del nuovo millennio. Volevamo che il 2000, una data cara alla fantascienza, fosse per Nathan Never l'inizio di una serie di novità che non solo risvegliassero l'interesse dei lettori ma dessero anche nuova verve alla storia.