- Non possiamo più aspettare, dammi un po' di tempo!

Alexei scattò in avanti, l'Uzi spianato verso la porta che si stava aprendo. I colpi attutiti dal silenziatore tuonarono come echi lontani di un temporale.

Un secondo, due... Le lampade che illuminavano il piazzale antistante l'edificio iniziarono a lampeggiare, fino a che il getto di luce non morì, affievolendosi lentamente. Solo allora Yuri diede fuoco al cortissimo tratto di fune, rischiarando appena la neve macchiata di sangue intorno a lui.

Stupidamente, sperò che non fosse suo.

I suoni si avvicinavano rapidamente. Misha si sforzò di identificarli: voci maschili. Guardò Nata_a e vide che il cerchio fatto dal saldatore era quasi chiuso. Non avrebbero fatto comunque in tempo a salire.

Guardie nella condotta principale?, pensò, Non può essere.

Era difficile dire quanto fossero vicine, il prossimo angolo o anche di più, l'acustica in una galleria è ingannevole. Una luce si accese di colpo, gettando ombre distorte contro le pareti; Misha strattonò Reijonen tirandolo via dalla zona illuminata e costringendolo a infilarsi in un cunicolo laterale. Non c'era un filo d'aria e il buio era pesto, quella era solo una nicchia che non portava da nessuna parte.

Nata_a si arrotolò a palla e così anche Misha; Reijonen copiò i loro movimenti.

Una luce esplose nell'oscurità

Se illuminano la nicchia...

e lasciò subito il posto a un bagliore che svanì rapidamente. Ritornò buio. Non appena le voci si allontanarono, tornarono al portello di ferro; Nata_a terminò l'opera e si issarono in quella che doveva essere una specie di cantina. Avevano già perso molto tempo, ma Misha si accorse subito che la luce del corridoio era ancora accesa.

- Cosa stanno facendo Yuri e Alexei? - disse Nata_a preoccupata.

- Non lo so - rispose. - Le misure di sicurezza sono aumentate troppo, anche per un centro come questo, non può essere un caso.

Dopo pochi attimi la sottile lama di luce che filtrava tra la porta e il pavimento scomparve; Misha si catapultò nel corridoio e iniziò a salire. Le scale erano in ferro e gli echi dei loro passi rimbalzavano caoticamente nell'oscurità. Nessuno comunque ci avrebbe fatto caso. Ovunque si percepivano uomini correre, e senza luce non sarebbero stati notati. Grazie agli infrarossi sembrava di guardare attraverso il vetro verde di una bottiglia.

Misha s'infilò nel primo corridoio a destra. Un uomo sbucò da una porta e fu costretto ad abbatterlo col calcio del mitragliatore, cancellandogli dal volto un'istupidita espressione di sorpresa; non voleva sparare a meno che non fosse necessario. La seconda rampa di scale era davanti a lui, l'aggredì con furia, proprio mentre le prime esplosioni scuotevano la notte. Le grida dei soldati si amplificarono diventando un vociare confuso.

Neanche erano arrivati a metà della rampa, che i lampi dei neon tornarono a colpire le pareti.

- Non è possibile che abbiano riparato il guasto così in fretta! - urlò Reijonen mentre saliva le scale tre alla volta.

- Generatori d'emergenza - rispose secco Misha. - Di solito viene predisposto anche un terzo livello di sicurezza quando si aspetta qualcuno.

Una guardia s'affacciò dal corridoio mentre vi stavano arrivando. Tentò di estrarre la pistola dalla fondina con un attimo di ritardo. Il silenziatore di Nata_a sibilò due volte.

Il generale Karsk gettò uno sguardo annoiato al quadro di controllo del servizio di sicurezza; tanti puntini verdi - ogni elemento del personale aveva una scheda di posizione rilevabile - che si tenevano a debita distanza dai tre puntini rossi che invece ne erano privi. Pregustava sempre con un'intensità tutta particolare l'apprestarsi del confronto finale. Davvero un peccato che questi attimi si facessero sempre più rari.