A metà degli anno '70 usciva per i tipi di Luigi F. Bona Editore una rivista, WOW, che modestamente aveva nel sottotitolo Fanzine di Fumetti, Fantascienza, Cinema, ma fanzine non era, nonostante vi scrivessero molti appassionati che probabilmente non erano adeguatamente remunerati per l'alta qualità del loro lavoro. Non sono mai stato un acquirente regolare di questa rivista, ma qualche numero l'avevo avuto fra le mani e frugando negli abissi del mio archivio probabilmente dovrei recuperarlo. La cosa che mi aveva particolarmente colpito era la rubrica "Fantarchivio", curata da Sergio Giuffrida, che presentava le schede delle varie collane specializzate.

Recentemente, un antico collaboratore della rivista, Umberto Volpini (attuale contributore del Catalogo), mi ha mandato l'indice dei numeri usciti (limitatamente al materiale fantastico) e scorrendolo ho trovato, nella rubrica, che fra le vecchie collane analizzate, la prima non coperta dai Numeri 1 era Futuria. Ho così deciso di colmare il buco e vi parlerò di questa rivista.

Edita da Zillitti Editore di Milano era diretta dal noto Franco Enna, uno dei primi italiani a essere pubblicati senza pseudonimi su I Romanzi di Urania (a dire il vero il primo in assoluto fu tale Emilio Walesko, ma con una W ed una K nel nome che lo mascheravano a sufficienza), che figurava anche come direttore responsabile con il nome vero: Francesco Cannarozzo.

Della redazione facevano parte Ferruccio Alessandri, Luigi Cozzi e Carlo Rivolta.

Di Rivolta ho perso le tracce, magari è diventato famoso in altri campi. Non mi dispiacerebbe averne notizie. Alessandri, che sarebbe diventato abbastanza noto come artista (debutta proprio con le copertine di Futuria) e scrittore (debutto su Galassia nel 1963), è recentemente tornato alla traduzione (aveva debuttato su Galaxy all'inizio del 1964). Di lui ho già parlato in occasione della scheda su Gamma (dove lo troviamo in tutte e quattro le vesti). L'ho conosciuto a Piacenza in occasione del cinquantenario della Casa Editrice La Tribuna e l'ho rincontrato di recente a Torino Comics (che il nostro è anche appassionato di fumetti).

Cozzi, che non ho il piacere di conoscere (ci siamo sicuramente incrociati, ma non c'è stata l'occasione di fare due chiacchiere) era già abbastanza noto nel fandom, aveva avuto l'onore di pubblicare la prima fanzine italiana, Futuria Fantasia, nel 1963.

Non è probabilmente un caso che la rivista si chiamasse Futuria e che l'interessante appendice avesse per titolo "La fanzine".

Cozzi debutta come scrittore (con una collaborazione con Ugo Malaguti) e come traduttore su Galassia nel 1964. L'amicizia con Malaguti lo portò a collaborare con Nova SF*, a volte molto intensamente e la collaborazione dura tuttora. Abbastanza noto come regista, attualmente cura due riviste: Mystero di cui abbiamo già parlato e Horror, appena uscita, di cui prima o poi avremo occasione di parlare.

Terminata la lunga digressione, torniamo a Futuria.

Di formato piccolo (esattamente quello dell'Urania attuale) costava 200 lire (tanto quanto Urania) e nelle 160 pagine disponibili offriva un romanzo e una ricca appendice. Era il settembre 1964.

Il boom della fantascienza continuava ininterrottamente dal 1956 ed io mi apprestavo a frequentare il mio primo corso di informatica, tuffandomi fra schede perforate, pannelli, valvole termoioniche e relais. La crisi del 1969 era ancora lontana.