"Ah, le cucine del Sirio!"

Così inizia (magari non inizia, ma il pensiero viene espresso più volte) un non noto romanzo, ma piacevole, di Adrian Sobra; un vero peccato che pochi lo conoscano (L'universo fantasma per i curiosi, traduzione letterale del titolo francese: Les Cuisines du Sirius). E alle cucine del Sirio pensavo mentre tornavo l'altro giorno da Torino andando verso oriente.

Il capitolo torinese della Gilda spesso si ritrova a pranzo fra una chiacchierata bibliografica ed un'altra e finisce la seduta a casa di Chicco Kahn a scolarsi il whisky (un distillato di grano in uso in certe contrade occidentali) dell'umano ospite di Chicco, un noto traduttore. A seguito di un conto eccessivamente salato e dello spiacevole incidente al momento di pagare il conto (qualcuno, pur di sottrarsi all'impegno di pagare l'ha buttata in politica), il noto cacciatore di libri, Piero Tarditi ha deciso di cucinare personalmente per la Gilda.

Non so fino a quando le direttive comunitarie consentiranno questo abuso; hanno già vietato i prestiti di libri e dischi e film. Perfino per leggere i libri in biblioteca è necessario pagare una tassa. Non so se la legge vieta di comprare libri in comune (se non lo vieta probabilmente ognuno degli acquirenti deve limitarsi a leggere la parte acquistata; è forse tollerato che ognuno dei soci racconti agli altri la parte letta). Vedrete che vieteranno i pranzi e le cene offerte agli amici (o ci faran pagare il coperto per i ristoratori iscritti alla SICT).

Per il momento, i pranzi del Tarditi sono una gioia per il palato (prepara personalmente a mano i famosi tajarin) e la coreografia è impressionante: i libri incombono da ogni lato e non sono pezzi andanti. Davanti ai nostri occhi troneggiavano raccolte complete di Galassia Landini, Scienza Fantastica, Galassia Udine, Fantascienza Garzanti e Nebula De Carlo.

Uno neo del nostro è che, a fronte di un menu tipicamente piemontese (i porci non li ammazza lui, ma bagnetto con e senza acciughe, zucchine in carpione, li prepara con le sue mani), offre da bere Chianti.

Mi toccherà portare, la prossima volta del Sizzano o del Ghemme se voglio bere piemontese.

Esaurita la parentesi gastronomica e nostalgica veniamo all'argomento che dovrebbe essere centrale a questa paginetta che mese dopo mese vi perseguita.

Si parlava di Nebula e del fatto che la raccolta completa l'avesse acquistata 6 euro e che molti collezionisti, solo per il numero 3 siano disposti a sganciare finanche 300 euro.

(Tarditi spunta questi prezzi perché alle 4 del mattino è già in caccia, col suo elmetto da minatore, ognitempo).

Purtroppo non sono molto al corrente delle quotazioni; i miei acquisti, salvo rare eccezioni (e qualche pazzia l'ho fatta anch'io) li ho fatti appena i libri uscivano.

Di solito uno pensa che sia più raro trovare i primi numeri, ma l'enunciato Baronchelli: "Gli ultimi numeri sono i più difficili da trovare" (se hai lasciato passare troppo tempo) si può considerare a tutti gli effetti una verità assoluta.. In effetti o la collana cessa bruscamente e gli ultimi numeri non vengono distribuiti oppure la collana muore di consunzione e le tirature sono certamente più basse delle tirature dei primi numeri.

Ma val la pena collezionare a caro prezzo questa minicollana?

Edita nel 1973 da De Carlo (l'editore di Gamma, per intenderci), durò in tutto 3 numeri, e fino a pochi anni fa ero convinto che il terzo numero non fosse mai stato distribuito.