Spesso mi viene chiesto come mai nel Catalogo non inserisco anche le fanzine.

A dire il vero, dopo aver posto la domanda, prima di poter dare una risposta, si affrettano, quasi tutti, a convenire con me sulla scelta fatta.

Non esistono motivi di carattere estetico (alcuni libri inseriti in Catalogo sono mille volte peggio della peggior fanzine che mi sia capitato di vedere); semplicemente non ho mai raccolto sistematicamente questo materiale.

Nessun catalogo italiano, esclusi i due di Gianni Pilo, ha mai tentato l'impresa ed anche in questo caso la copertura è tutt'altro che esaustiva.

Anche le fanzine fanno parte della nostra storia e mi auguro che qualcuno, magari i gestori del Fondo Sandrelli, procedano alla catalogazione con relativo spoglio.

Agli inizi, di norma, non catalogavo una collana se non la possedevo completa. Una volta convinto di avere quasi tutto, mi sono deciso a rendere pubblico il Catalogo (scoprendo così, che oltre ai buchi che conoscevo, ne avevo altri di sconosciuti).

Ero comunque abbastanza soddisfatto della completezza dei dati che sottoponevo al pubblico. Se avessi conosciuto prima la Collezione Baronchelli, probabilmente non avrei mai iniziato l'impresa. Ho incontrato Baronchelli per la prima volta ad Amatrice, all'Italcon del 1982, ma ci eravamo praticamente solo sfiorati; dopo un lungo scambio di e-lettere, ci siamo effettivamente conosciuti a Fiuggi 2002 e mi ha rinnovato l'invito, avanzato epistolarmente, ad andarlo a trovare. Il fatto si è realizzato a fine agosto e per 4 giorni sono stato immerso in una incombenza di oltre 40.000 pezzi mal contati (ogni stanza è letteralmente tappezzata di libri, salvo la cucina ed i bagni, dove però sono appesi quadri di libri).

Purtroppo si è perso un po' di tempo nell'ammirazione della collezione e quindi ci siamo limitati a controllare un migliaio di pezzi ed a caricare qualche centinaio di pezzi nuovi, nonostante si siano ridotti al minimo gli intervalli fisiologicamente indispensabili (come è possibile dormire quando c'è l'universo da catalogare?)

Fra questi pezzi, una piacevole sorpresa è stata la scoperta di una collanina di due soli numeri, Avventure dell'Aria.

Pubblicata dagli editori Da Re & Stifani Editori di Milano, nel dicembre 1951, in piccolo formato (167x120) al prezzo di 70 lire per 64 pagine, utilizza la formula mista testo/fumetto che successivamente sarebbe stata molto utilizzate dalle successive iniziative romane. Come Direttore Responsabile figura Bruno Da Re, del realistico realizzatore delle copertine, non siamo riusciti ad individuare il nome.

I fumetti sono normali fumetti di guerra, ma i testi presentati sono decisamente fantascientifici.

A buon diritto potrebbe contendere a Scienza Fantastica la palma di prima rivista di fantascienza e riportare a Milano questo primato.

Le storie sono praticamente anonime (la seconda è di un certo Menka, nome che vale l'anonimo) e certamente di autori italiani.

La scrittura non è malvagia e le storie abbastanza interessanti, viste con l'occhio di allora.

In Minaccia dal Polo, il testo che da il titolo al fascicoletto, incontriamo la solita città segreta di nostalgici del nazismo (in un tempio conservano la salma di Hitler) guidati da un Genio Supremo, inventore di armi incredibili. In realtà nel mucchio, oltre ai tedeschi, si ritrovano anche inglesi, americani, russi e francesi. Sono i reduci delle forze che si erano combattute in Groenlandia durante la Seconda Guerra Mondiale e che scontenti del risultato si sono riuniti per conquistare il mondo.

Anche il mondo minacciato non difetta di armi mirabolanti ed alla fine sventerà la minaccia sganciando una bomba H sulla Città del Maglio.

Ai collezionisti non so che dire. Non avendo mai avuto notizia della collana, non ho la più pallida idea su quanto possa costare. Tanto presumo.

Avrò certamente altre occasioni per parlare della Collezione Baronchelli (e, in prospettiva, Fondo Baronchelli); per il momento mi limito a ringraziare Bruno, Isabella, Andrea e Ulisse (il gatto) per la splendida ospitalità concessami (tre chili in più) e per la tolleranza alle mie abitudini ultra mattutine.