Il 1962 è l'anno in cui Urania si restrinse, ma che annata ragazzi. Una annata iniziata con un piacevole Silverberg, Le due facce del tempo per terminare con I mercanti dello spazio, del duo Kornbluth e Pohl (che non era una vera e propria novità, ma credo che in pochi abbiano letto la prima edizione pubblicata a puntate in appendice a I Romanzi della Palma, con l'improbabile titolo Rocce di Venere).

E all'inizio dell'estate l'edicola, oltre a Urania, pullulava di iniziative: Galaxy (un po' decaduta), I Romanzi del Cosmo (mai stato nobile; ma, pur dicendone peste e corna, li si comprava) e le ricopertinature a due a due dei primi numeri come Cosmo. I Capolavori della Fantascienza, Super Spazio (quelle immagini di Boccasile jr. che sembravano disegnate da un ragazzino), Gli Esploratori dello Spazio (dall'aria molto nobile con la loro sovraccoperta), Galassia (in rapida ascesa), Oltre il Cielo superava alla grande il centesimo numero, I Più Grandi Scrittori del Futuro, riciclavano le copie giustamente invendute di Superfantascienza Illustrata (appena deceduta). E per stare nell'horror (che a quel tempo snobbavamo), si consolidava l'avventura de I Capolavori della Serie KKK. Classici dell'Orrore, affiancati dalle ristampe (si fa per dire, in realtà una semplice ricopertinatura) dei vecchi KKK. I Classici dell'Orrore, decollavano I Racconti di Dracula (da sempre antagonisti dei KKK).

Ben 12 testate fantastiche a dividersi l'edicola. Nulla di strano se una rivistina di piccolo formato (la 13ª testata), anche se vistosa ci sia sfuggita. Probabilmente non ci sarebbe venuto in mente di acquistarla, ma se non altro avremmo memorizzato il fatto.

Dell'esistenza di questa rivista (confezionata con i piedi, con traduzioni approssimative e scopiazzature a man bassa) venimmo a conoscenza qualche decina d'anni dopo, consultando il benemerito Catalogo del CCSF.

Perché quindi dedichiamo a questa orribile rivistucola un Numero 1?

Semplicemente perché questa rivista, che all'epoca prendeva rapidamente la via del bidone della spazzatura (non esisteva la raccolta differenziata dei rifiuti) è divenuta con il tempo ricercatissima dai collezionisti.

A meno di colpi di fortuna sempre possibili (trovare gli otto numeri usciti a cinquanta centesimi al pezzo su una bancarella) le quotazioni sono inavvicinabili.

Perfino le famose "ristampe anastatiche" (anticate o come nuove) del Tarditi hanno dei prezzi d'affezione.

Terrore (dal n. 3 una scritta in piccolo "I Racconti del" taglia parzialmente a metà il Terrore) era edita da Gino Sansoni Editore, di Milano, abbastanza famoso nel campo del fumetto.

Il primo numero uscì nelle edicole nel giugno del 1962; le dimensioni sono 165x112, le pagine 128 ed il prezzo 150 lire, allineato a quello delle altre pubblicazioni dell'epoca.

La copertina, con un accostamento pacchiano di rosso e di nero, è rigorosamente anonima.

Il disegno è attraversato dalla scritta "Per la prima volta in Italia!"; non ho mai capito quali fossero le intenzioni dell'editore (che figura anche come direttore responsabile).

La scritta non si riferisce certamente al fatto che i racconti contenuti siano delle novità, che è vero il contrario, almeno per i pezzi famosi. Lascio ai lettori l'interpretazione di questa frase.

Molti gli autori italiani sotto pseudonimo (Walt Lothar, Stere O. Crevit con due storie, Anonimo del XXXI Secolo). Come pezzo forte abbiamo un Bram Stoker con il classico The Judge House tradotto per l'occasione come: Uno spettro ti impiccherà e un Francis Marion Crawford con il celeberrimo The Upper Berth che in italiano suona Un fantasma in alto mare.

Ad onor del vero a quei tempi non erano né classici, né celeberrimi, seppure non fossero novità.

Completano il tutto un racconto a puntate Il terzo occhio di Satanael che non sarà mai completato e articoli vari.

Come già detto, l'ultimo numero, l'otto, farà capolino in edicola a inizio 1963 e la rivistina sparì, senza che nessuno la rimpiangesse, penso.