Come sanno tutti (?), Joseph Conrad in realtà si chiamava Teodor Josef Konrad Korzeniowski, e fino ai diciassette anni bazzicava dalle parti di Cracovia. Marinaio sulle navi francesi, poi capitano della Reale Marina Britannica, s'inventò scrittore dopo la trentina, scegliendo di esprimersi in inglese piuttosto che nella sua lingua natale.
Cosa c'entra tutto questo con la SF? Assolutamente nulla, suppongo, anche se diversi critici e/o esperti letterari s'affannano a dimostrare il contrario, scovando fumose citazioni conradiane in Alien (ad esempio il nome dell'astronave del primo episodio) ed echi dell'autore polacco negli scritti di Lem, Van Vogt e altri scrittori di Space Opera.
In effetti, alcuni aspetti della narrativa di Conrad, quali il tema del viaggio come iniziazione, l'estraneità e alienità degli scenari, l'attenzione alle culture esotiche, le atmosfere tra il misterioso e l'onirico possono probabilmente confluire nel serbatoio d'idee comuni della fantascienza.
I suoi romanzi di mare e d'avventura, le sue storie di uomini che vivono sulle onde, trascinati e trascinatori di navi che affrontano la solitudine delle acque infide e infinite, possono dare sensazioni ben gradite agli usuali consumatori di SF. L'eroe di Conrad, poi, quasi sempre un fuggiasco segnato dalla sventura o dal rimorso, che conquista la sua identità affrontando con stoicismo le prove che il destino gli ha riservato, trova certamente emuli tra i personaggi dei vari Gordon Dickson, Orson Scott Card e chi più ne ha più ne metta.
Lasciamo volentieri questo tipo di analisi agli specialisti del settore: non solo non ce ne sentiamo all'altezza, ma ci annoiano terribilmente. O forse ci annoiano perché non ne siamo all'altezza.
Ci piace solo considerare che il buon Teodor Josef ha almeno una cosa in comune con noi poveri scrittorucoli italioti: ha dovuto crearsi uno pseudonimo anglosassone e scrivere in inglese (peraltro un inglese purissimo, al punto che per molti critici madrelingua la scrittura di Conrad è un modello da seguire) per raggiungere il successo che meritava.
Grande Teodor, dunque. Confessiamo tutta la nostra ammirazione. E invidia. Gli rendiamo omaggio con una parodia di quello che forse è il suo romanzo più famoso. Una imitazione rivisitata, naturalmente.
Come Francis Ford Coppola traspose Cuore di Tenebra ambientandolo nella giungla vietnamita degli anni '60 (nel film Apocalypse Now, ignoranti!), noi osiamo azzardare un esperimento che certo al buon Conrad, amante delle odissee nei luoghi più infidi, marci e pericolosi del pianeta, sarebbe piaciuto.
Buona lettura, dunque, e alla prossima.
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