E' uno dei migliori remake da lungo tempo a questa parte. L'alba dei morti viventi, infatti, ha preso l'originale di George Romero trasformandolo in qualcosa di più adatto ai nostri tempi e dotandolo di grande humour e ironia, pur restando fedele allo spirito dell'originale. In più ha dotato la narrazione di una serie di elementi estremamente interessanti come timide, ma sensibili aperture alla politica e ad altri generi con i mostri che assediano un centro commerciale che può evidentemente ricordare l'Occidente sotto l'attacco continuo di kamikaze con cui è impossibile aprire un dialogo. Un western post moderno diretto da Zack Snyder, regista pubblicitario esordiente sul grande schermo attualmente impegnato a sviluppare 300 il fumetto di Frank Miller dedicato alle Termopili e a portarlo sul grande schermo.

Cosa significa gestire cinematograficamente un archetipo come gli Zombie?

Essere facilitati: con gli Zombie non hai bisogno di dare nuovo look ad un mostro. La gente li conosce bene, proprio perché rappresentano un archetipo. In realtà quello che fa paura alle persone è il mistero che c'è dietro. Non la sua espressione, ovvero, gli zombie. All'inizio de L'alba dei morti viventi il tono del film è calibrato sul mistero; mentre, alla fine, si trasforma in una vera e propria guerra. Gli zombie sono sempre cool, ma i nostri lo sono di più. Si muovono in branchi, come lupi e questo li rende verosimili, anzi direi che li abbiamo resi talmente credibili che non appena ne vedranno uno gli spettatori capiranno immediatamente che per gli umani c'è ben poco da fare, l'unica speranza è riuscire a correre il più veloce possibile. Nessuna creatura umana ha una reale possibilità di vincere, si è già molto fortunati se si riesce a rimanere illesi. Gli Zombie rappresentano - in un certo senso - noi stessi. Sono come la nostra cultura che si rivolge contro se stessa. La nostra umanità diventa una minaccia. Il loro successo, a mio parere, è dovuto al fatto che sono figure pienamente accessibili: tutti li possono capire. Si tratta di noi. Quei mostri cattivi sono la nostra rappresentazione ed espressione. Alieni, Frankestein, Vampiri provengono da altrove. Gli Zombie sono noi stessi e ci attaccano dal di dentro.

All'inizio del film si dice che l'origine del virus che trasforma le persone in Zombie è - forse - di origine militare. Un altro riferimento alla realtà e alle minacce di attentati fatali all'Occidente...

Le dico la verità: all'inizio ne abbiamo parlato con i produttori. Ci domandavamo, infatti, se fosse il caso di cercare di dare una spiegazione. In realtà nessuno di noi vuole sapere quale sia stata la vera causa dell'inizio dell'epidemia. Chiaramente è successo qualcosa, nessuno sa dire cosa, però...

Un paragone con tra gli Zombie e i Borg di Star Trek o con i duplicati di L'invasione degli ultracorpi è possibile?

Credo di sì, perché la radice è la stessa: sono tutte figure prive di personalità e - soprattutto - deprivate della loro individualità. Quello che ci rende individui è, forse, la cosa peggiore da perdere. La gente conta su quello che la definisce come esseri umani. E' spaventoso pensare che uno Zombie sia me senza le cose che mi rendono me stesso.