Nato a Torino il 19 settembre del 1926 Carlo Fruttero è stato curatore, traduttore e autore di successo, lavorò per Einaudi e Mondadori.
Ha formato con Franco Lucentini uno strordinario sodalizio artistico durato mezzo secolo, caso forse unico nel panorama letterario mondiale; risale al 1972 il loro maggior successo, La donna della domenica, portato poi sullo schermo da Luigi Comencini del 1975, il romanzo che ridefinì e rilanciò l'intero genere del giallo in Italia, altri successi furono A che punto è la notte e Il palio delle contrade morte.
Seguirono altri romanzi, racconti, articoli ma soprattutto la direzione delle collane mondadoriane dedicate alla fantascienza, in primis Urania, un lungo periodo in cui la rotta della fantascienza italiana venne tracciata e il nostro genere divenne quello che è adesso.
Già nel 1959 Fruttero aveva preparato, in coppia con Sergio Solmi, la storica antologia Le meraviglie del possibile, un concentrato di capolavori che aprì nuovi orizzonti alla fantascienza italiana, nel 1961 venne messo alla guida di Urania, dapprima da solo e dal 1964 in collaborazione con Lucentini.
La coppia F&L rimase alla direzione di Urania sino all'abbandono di Lucentini, avvenuto nel 1985, l'anno successivo anche Fruttero abbandonò il ponte di comando.
Con lui se ne va un grande personaggio della letteratura italiana, un uomo che ebbe il coraggio di portare la fantascienza a guardare senza tanti complessi di inferiorità la cultura "alta".
Da vecchio appassionato che ebbe la fortuna di seguire Urania nel periodo della "dittatura" di F&L, mi restano molti buoni ricordi e la speranza che, in un altro tempo, in un altro posto, i due amici si siano ritrovati.
29 commenti
Aggiungi un commentoMa è vero!!
Ma vi pensate se oggi Urania e Lippi facessero delle edizioni tagliate! Che so, un Vinge, un premio Hugo...con dei tagli arbitrari! Ma dai, impossibile, sono finiti i tempi di F&L!! Urania tagliati? Magari nel 2010?
O magari ho sbagliato esempio?
Voglio solo dire che al tempo era un po' d'uso tagliare i romanzi, non solo in Urania di F&L: conservo ancora una collezione di condensati di Selezione del Reader's Digest in cui venivano raccolti i romanzi in versione assolutamente "non integrale" riportati nella riviste (non so se esistono ancora)... al tempo si usava molto la dicitura "versione integrale" sui libri, che ormai diamo per scontata.
Questo costume poi si rifletteva in tv, chi non si ricorda che quando non esistevano i cofanetti DVD serie classiche che erano date con puntate mischiate, tagliate, censurate, senza dire nulla allo spettatore.
Siamo noi che siamo in un certo senso migliorati... (per almeno una cosa, rispetto al passato).
In italia però (non in esclusiva, ma in altre nazioni credo che la tendenza sia sempre stata minore) c'è una eterna e straordinaria tendenza a ghettizzare l'immaginario (fantascienza, fumetto, giochi di società)
Probabilmente l'hai già fatto, ma alla fine sei stato costretto a usarla per tornare indietro nel tempo e impedirti di trovarla, perché alla fine avresti causato la totale distruzione dell'universo!
La tendenza ghettizzante dipende dalla gran puzza sotto il naso con cui l'intellighenzia italiana ha sempre trattato questi generi, non ritenendoli abbastanza "impegnati". Questo ha regalato l'immaginario alla destra e ha prodotto lo snobismo e in ultima analisi il deserto dei Tartari che fronteggiamo ancora oggi.
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