Sempre più spesso le pellicole proiettate a Sitges sono distribuite anche nel resto del vecchio continente ed in Italia, raggiungendo quel plauso e quel successo di sovente negato dalla miopia di molti distributori. Ospiti del calibro di David Cronenberg, Anthony Hopkins e Dino De Laurentiis, hanno impreziosito il Festival Catalano, e finalmente anche in Italia siamo riusciti a vedere le pellicole di punta della manifestazione spagnola, quali: Il Regno del Fuoco, Darkness e xXx; il vostro cronista era ancora una volta presente, per raccontarvi tutte le sfaccettature della rassegna.

Ogni anno un sottile filo conduttore lega tra loro i films programmati, internet e una cupa ed onnipresente pioggia hanno intriso i fotogrammi di molte delle opere proiettate, piove quasi ininterrottamente in Fear.Com, di William Malone, un horror-thriller che affianca a caratteristi del calibro di Stephen Rea e Jeffrey Combs, Natascha McElhone e Stephen Dorff, due attori emergenti già visti in The Truman Show, la prima, e Blade, il secondo. Udo Kier appare nei primi cinque minuti della pellicola, ma solo per finire travolto da un treno nella metropolitana di New York, in realtà il Lussemburgo, scelto per motivi di budget: "nonostante il film si svolga nell'odierna New York, per la nostra visione della storia necessitavamo di un set e dell'architettura dell'era industriale della Grande Mela nel 1930", spiega Malone, "girare in Lussemburgo, con i suoi cieli cupi e nuvolosi, e la possibilità di accedere a decadenti fabbriche e vecchi magazzini, ci ha permesso di sottolineare questi aspetti". La storia prende il via dalla morte di Kier e segue le indagini dell'ispettore Mike Reilly (Dorff) e della dottoressa Terry Huston (McElhone) nel tentare di scoprire cosa sta dietro ad una serie di misteriosi omicidi, tutti con un comune denominatore: ognuna delle vittime è morta esattamente 48 ore dopo essersi collegata ad un malsano e depravato sito internet chiamato "Fear.Com" (Feardotcom). Quello che scoprono è quanto di più arcano essi possano immaginare, appena si accede al sito immagini di polsi incatenati, carni ferite e labbra dischiuse si susseguono sullo schermo, mentre una suadente voce femminile interroga lo spettatore: "Ti piace guardare? Vuoi vedere di più?", se si clicca sul sì, si viene trasportati in una sorta di girone infernale, costellato da immagini di sofferenza e tortura, fino al diabolico laboratorio del Dottor Alistair Pratt (Rea), che troviamo nell'atto di seviziare fino alla morte una giovane donna, rapita poche ore prima. Pratt, un sadico omicida, è una vecchia conoscenza dell'FBI e in particolare del detective Reilly, alla cui cattura è riuscito a sfuggire per anni. Miscelando abilmente la moderna tecnologia di Internet con gli elementi classici delle case infestate (lo spettro di una delle vittime del Dottore terrorizza il sito da lui utilizzato per trasmettere le sue terrificanti torture), Malone mette efficacemente a confronto due ere, quella innovativa dei computer con quella dell'era industriale del secolo scorso, limitando al minimo le scene di sangue in favore di una crescente atmosfera claustrofobia, il regista ruba alcuni degli elementi della sua storia (tratta da un soggetto di Moshe Diamant, qui anche nel ruolo di produttore) dalla trilogia "horror" giapponese The Ring, che recentemente ha subito il consueto trattamento statunitense del re-make, realizzando però poi un thriller originale, pervaso da una crescente suspense che accompagna lo spettatore fino all'imprevedibile finale.

Noto negli Stati Uniti per il re-make dell' horror di William Castle House on Haunted Hill, distribuito in Italia solo per il mercato home video, Malone, determinato sin da ragazzino a intraprendere una carriera nel mondo del cinema, ha iniziato modellando e disegnando maschere e mostri per il "Don Post's FX Studio", realizzando, tra l'altro, la famosa maschera di Michael Myers per la fortunata serie di Halloween,e guadagnandosi così, nel giro di pochi anni, la promozione al ruolo di regista.