Delos 28: Tiffany J. Shepis di Roberto D'Onofrio

tiffany j. shepis:

non chiamatemi scream queen!

Attrice di punta della casa di produzione di film horror-demenziali Troma, Tiffany J. Shepis sta suscitando interesse nel mondo del cinema: anche Almodovar l'ha scleta per il suo ultimo film.

C'è uno strano rapporto che lega Bill George, il direttore della rivista americana Femme Fatales, con le giovani ed avvenenti attrici di cui pubblica esaurienti profili ed interviste. Per qualche incomprensibile ragione, Bill si sente in dovere di tenerle sotto la sua ala protettrice ed ha nei loro confronti un atteggiamento quasi paterno, come una chioccia che protegge i suoi pulcini.

Il primo contatto che ho avuto con Tiffany Shepis è stato lo scorso aprile quando, poche settimane prima dell'inizio del 50 Festival Cinematografico di Cannes, ricevo una telefonata da Bill, che m'informa che Tiffany sarà presente a Cannes e mi chiede gentilmente di chiamarla per "prendermi cura di lei" quando arriverà nella cittadina francese: "sai, è la prima volta che viene in Europa, non conosce nessuno!", mi dice con tono bonario. Il primo incontro con Tiffany fuga dalla mia mente ogni dubbio che sia una ragazzina sprovveduta o non in grado di badare a sè stessa, dotata di una bellezza estremamente provocante, evoca allo stesso tempo innocenza e sensualità. Nonostante la sua giovane età ed una rapidissima carriera,Tiffany è un'attrice con i piedi per terra, che mantiene con tutti un atteggiamento estremamente cortese. A Cannes è arrivata grazie al vulcanico Lloyd Kaufman, che l'ha voluta con sè per promuovere i films della Troma, (s)vestita con un quasi invisibile bikini nero che nullalasciava all'immaginazione, certamente non è passa

ta inosservata a turisti, giornalisti e paparazzi che ingolfavano la Croisette. Il cronista di Ciak ne è rimasto così folgorato da pubblicare, sul numero di giugno del popolare mensile di cinema, ben tre fotografie (più che di ogni altra star hollywoodiana) dell'attrice americana, senza neppure sapere chi fosse.

Insieme a Sergente Kabukiman, un altro popolare eroe delle pellicole Troma, la accompagniamo per le vie di Cannes, per sponsorizzare le ultime produzioni dello studio di New York, fino a che non veniamo avvicinati da un gruppo di ragazzotti imbecilli, il cui unico contatto con le donne è stato tramite le riviste pornografiche, che cominciano ad esprimere pesanti apprezzamenti sulle forme di Tiffany, ad un certo punto uno le allunga una mano sul seno e, com'è logico aspettarsi, si dà alla fuga! Solo i tacchi alti le impediscono, per una frazione di secondo, di raggiungerlo e dargli una lezione: "ho studiato Ju-Jitsu per nove anni e sono sicuramente in grado di badare a mè stessa", sottolinea con rabbia, "ma non ho ancora voluto fare l'esame da cintura nera perché ho paura. E' un test molto duro ed i maestri non vanno troppo per il sottile, qualcuno ha rimediato perfino qualche frattura e la cosa non mi entusiasma! Mi ritengo anche molto brava a biliardo, quindi non ti consiglio di sfidarmi!", rispondo che con me non si dovrebbe impegnare neppure tanto, dato che non so neanche come si impugna la stecca! Decidiamo di tornare negli uffici della Troma, all'Hotel Carlton, dove possiamo parlare con più tranquillità, qui incontriamo Lloyd Kaufman, indaffaratissimo a concludere un contratto con alcuni distributori Europei.

"Ho iniziato a recitare in piccole produzioni indipendenti ed in pellicole realizzate all'Università da giovani registi come tesi d'esame", mi spiega Tiffany, "il mio primo film è stato The Shack, un horror sulla falsariga di Venerdì 13 dove finivo ben presto tra le vittime dell'assassino di turno".

Le chiedo com'è stato il suo incontro con la Troma: "ho conosciuto Lloyd durante il casting di Tromeo & Juliet, sfortunatamente arrivai alle audizioni quando avevano già scelto i personaggi principali. Lloyd rimase però così impressionato dalla mia prova che mi disse: "ascolta, ti scriveremo appositamente una parte", è stata una cosa molto gentile da parte sua e, anche se era un ruolo secondario, tutti coloro che hanno visto il film lo ricordano favorevolmente".

Tromeo & Juliet, come suggerisce il titolo, è la versione riveduta e corretta in stile Troma, della celeberrima opera di Shakespeare, ambientata nei sobborghi di New York e condita da violenza e sesso (tra i personaggi più coloriti citiamo solo: una coppia di lesbiche, un prete pedofilo ed un tocco di incesto) ai limiti del credibile, con una ottima colonna sonora appositamente scritta tra gli altri, dal celebre gruppo dei Motorhead, il cui leader: Lemmy, compare anche nel film.

Tiffany mi offre un aperitivo e mi confessa di non andare molto spesso al cinema, ma ciò nonostante conosceva già la Troma: "mio fratello ne era un grande fan e una volta mi fece vedere A Nimphoid Barbarian in Dinosaur Hell. Mi è sempre piaciuto quel film, era divertente anche se i dinosauri erano orribilmente falsi, ma allo stesso tempo mi intrigava e ho pensato: mi piacerebbe fare un film così, ma con una buona recitazione. Ironia della sorte ora sono sulla copertina della videocassetta di quel film; mi hanno aggiunta adesso, per promuovere la pellicola, anche se non sono presente nel cast".

Grazie al suo primo film Tiffany ha lavorato anche per conto del grande Pedro Almodovar: "il supervisore ai costumi di The Shack era Manuel Toledano, un allievo del regista spagnolo,che aveva in seguito prodotto il suo Soledad, Soledad. Quando Manuel stava cercando l'attrice principale del suo nuovo film: Shampoo Horns e vide le foto che avevo mandato per l'audizione, si ricordò di me e decise che ero perfetta per il personaggio di Amy, una giovane studentessa dell'Università di New York che, dopo aver conosciuto un po' di notorietà nei nightclubs di Manhattan, finisce per drogarsi ed una sera, in seguito ad una overdose, muore investita da una macchina. Gran parte della vicenda viene vista attraverso i flashbacks di Tony, il mio compagno di stanza che aveva cercato di strapparmi da questo giro vizioso. E' una grande storia, che presenta in maniera efficace e realista cosa significa vivere in alcuni sobborghi della Grande Mela. Almodovar ha prodotto la pellicola e ogni sera, dalla Spagna, controllava il materiale girato e dava indicazioni a Manuel su cosa c'era che non andava. E' rimasto favorevolmente impressionato dalla mia interpretazione e ora mi vuole in Spagna per la prima europea di Shampoo Horns. Ufficialmente il film è stato presentato all'ultimo Festival di Berlino ed ha avuto persino critiche più favorevoli de Il Paziente Inglese.

Nonostante la giovane età, Tiffany è molto determinata per ciò che riguarda la sua carriera: "non voglio essere una grande star, anche se la cosa non mi dispiacerebbe, vorrei solo fare almeno un paio films di cui la gente si ricordi, che piacciano. Penso comunque di essere sulla buona strada, qui a Cannes ho incontrato diversi attori famosi ed erano sinceramente interessati a quello che sto facendo; non ti trattano come un principiante, anzi, hanno un atteggiamento del tipo: è un'attrice, sentiamo cosa ha fatto".

Poche ore prima della nostra intervista Charles Sheen (non vuole più essere chiamato Charlie!) si ferma nell'ufficio della Troma, dimostrando un sincero e disinteressato interesse per la carriera di Tiffany, il giorno precedente è stata la volta di Johnny Depp, curioso sulle pellicole da lei interpretate.

Nel corso della nostra chiacchierata l'attrice, nativa di New York, mi confessa il suo legame con la madre: "è il mio supporter numero uno, la prima che mi incoraggia e che mi ha sempre detto: se non ti piace, non farlo, ma se ti piace e ti diverti, vai avanti. Quando la cosa non ha più alcun interesse per te non ha più senso continuare, vai a fare qualcosa di altro. Molte donne che fanno questo lavoro continuano solo perché magari la paga è buona e raggiungi un po' di notorietà, ma non gli piace più quello che stanno facendo e, man mano che invecchiano, diventano sempre più acide e insopportabili. Se un giorno dovessi cominciare ad avere questa sensazione smetterei subito, piuttosto vado a lavare le macchine, o a lucidare scarpe!".

Sono quasi le sette di sera, e nonostante Tiffany è molto stanca continua affabilmente a rispondere alle mie domande.

Si leva gli stivaloni con i tacchi e solo ora mi rendo conto che non è molto alta, al di fuori dell'immagine che deve avere in pubblico è una donna molto semplice e quel suo aspetto da ragazza della porta accanto la rende ancora più attraente. Incredibilmente riesce, semplicemente cambiandosi di abito, pettinatura e trucco, a mutare completamente aspetto, sembrando molto più giovane o matura di quanto non sia in realtà: "lo scorso dicembre ho girato Generation X, diretto da Ted A.Bohus, è una pellicola sullo stile de Il grande freddo, di Lawrence Kasdan. Ci sono quattro coppie di amici di lunga data, sono tutti single, eccetto me, che sono sposata ed ho un figlio. Una sera che Jennifer, il mio personaggio, riesce ad affidare il bambino a sua madre, invita tutti i suoi amici per ricordare i vecchi tempi. Gli uomini e le donne si dividono in stanze separate, ed ognuno racconta le cose più segrete che non direbbe mai al proprio partner. E' un film molto divertente e stuzzicante,con le ragazze che parlano dei loro uomini, di ciò che odiano in loro, di sesso... è un opera adatta sia per i giovani che per le coppie già collaudate".

Le domando se ha mai avuto problemi nei film che ha interpretato e se è stato imbarazzante girare scene che richiedevano rapporti erotici o di nudo: "se c'è qualche cosa che non voglio fare non la faccio, e lo chiarisco subito, appena leggo il copione. La mia prima scena di nudo è stata in Heavy black smoke stack, ma non è stata difficile, sai, in fin dei conti stai girando un film, non sei sola, c'è l'operatore, l'addetto alle luci, il regista, tutti professionisti concentrati in quello che è il loro lavoro, verificano che l'illuminazione sia sufficiente, che l'angolo di ripresa sia giusto, non hanno il tempo di curarsi di te. L'ultima scelta su chi vuoi sul set in alcune scene particolari rimane comunque sempre la tua. Il solo problema che hai è che cominci a preoccuparti di te stessa, dei tuoi difetti, hai paura che qualcuno dica: oh, guarda come è grassa, guarda quella cicatrice sul suo sedere!... alla fine sono poi solo queste le cose di cui ti preoccupi".

Tiffany saluta Lloyd che si avvia al ristorante con alcuni uomini d'affari e poi prosegue: "anche in Tromeo & Juliet ho avuto una esperienza poco piacevole, la mia parte richiedeva alcune scene di combattimento, era il mio primo giorno di riprese e avevo questa lotta con un altro attore. Aveva mo provato tutti i movimenti molte volte con lo stunt-coordinator, ma sempre indossando scarpe senza tacco o a piedi nudi. Quando iniziammo a girare la scena io indossavo degli stivaletti con 15 centimetri di tacchi a spillo, dei veri e propri trampoli, dovevo tirargli un calcio sul mento ma non calcolai i tacchi, che gli perforarono il labbro da una parte all'altra. Lo dovettero portare all'ospedale e le riprese subirono due giorni di ritardo; fu terribile, veramente terribile, ero sconvolta, tutti sapevano che non era colpa mia, ma quando ti rendi conto di aver provocato un tale dolore a qualcuno non puoi semplicemente fregartene. Anche in Heavy black smoke stack, che verrà presentato a Manhattan il mese prossimo, ho avuto qualche grattacapo, ma di natura diversa!", mi dice sorridendo, "il regista, Jimmy Mazzullo, è molto bravo anche se giovanissimo, si è appena diplomato, durante le riprese io e lui divenimmo qualcosa di più che amici!",sottolinea ammiccando Tiffany, "ma poi, prima della fine della lavorazione, le cose non furono più tanto piacevoli tra di noi e lavorare divenne una esperienza da incubo, arrivai ad un certo punto che stavo per dirgli: strappo il contratto, fammi causa se vuoi ma non ho intenzione di finire il film. Penso che il suo atteggiamento nei miei confronti fosse lo stesso, ma alla fine trovammo un accordo e la pellicola non ha risentito troppo di questa tensione tra di noi".

Approfitto ancora per qualche minuto della disponibilità di Tiffany e le chiedo dei suoi prossimi progetti: "sto facendo un altro film con la Troma: Schlock and Schlockability: the revenge of Jane Austen (la scrittrice inglese autrice di Orgoglio e Pregiudizio, nda), secondo la prima stesura del copione Jane ritorna dal regno dei morti e si reincarna in una ragazza giovane e sexy, con un corpo bellissimo, che sono io, per vendicarsi di coloro che stanno portando sullo schermo i suoi libri, perchè secondo lei li stanno interpretando nella maniera sbagliata; così me ne vado in giro a fare a pezzi un sacco di gente. Ho anche due fumetti modellati su di me, uno si chiama Angel Fire e so che è distribuito anche in Europa ed in Giappone, per l'altro sto collaborando anche alla stesura delle storie, è un fumetto di azione, che implica anche un pizzico di erotismo. Uno scultore ha appena terminato di modellare un kit in resina con il mio volto e so che stà vendendo molto bene a Los Angeles e nei negozi di sculture e modellini. E' una sorta di maga con una spada ed un drago intorno a lei, sullo stile di Conan e Red Sonia. Ho appena terminato un gioco su CD-ROM intitolato Avalon, è un'avventura in quattro episodi sullo stile di James Bond; in ognuno il giocatore, tramite il suo alter-ego, che sono io, deve vedersela con un nemico differente. Nei prossimi due mesi non penso che troverò il tempo di annoiarmi, oltre ad andare in Spagna per la prima di Shampoo Horns, comincerò le riprese di The Accursed a Las Vegas, una com media sulla realizzazione di un film dell'orrore, poi sarà la volta di Virgin Blood a Cincinnati e poi spero di prendermi una lunga vacanza!".

Avendo preso parte a molte pellicole di genere Horror, le chiedo se si considera una "Scream Queen".

"Assolutamente no, non voglio venire stereotipata in un ruolo, per questo motivo ho rifiutato molti soggetti, quando non ritenevo che il mio personaggio fosse sufficientemente intenso, e poi molti dei miei films non sono ancora stati distribuiti, quindi non potete sapere se urlo o no!" (Scream in inglese significa urlare, e con il termine "Scream Queen" si intendono le reginette della cinematografia horror, che finiscono, nella finzione, quasi sempre vittime di qualche mostro o maniaco, nda).

Prima di salutarla le chiedo un giudizio complessivo sulla sua esperienza a Cannes: "mi piace il posto e le possibilità che offre per il mio lavoro, ma non vado molto d'accordo con i francesi", concordiamo pienamente, "alla sera poi ho una brutta sensazione, a me piacciono i posti dove puoi passeggiare alle quattro del mattino e sentirti al sicuro, perché ci sono negozi e locali aperti e c'è sempre gente per la strada. Qui sembra tutto molto tranquillo, che non è una brutta cosa, ma quando esco all'alba voglio sentirmi al riparo da brutte sorprese, devo essere certa che se per caso dovessi trovarmi in pericolo, tutto quello che devo fare è urlare ed il ragazzo del negozio di fronte è in grado di intervenire in un attimo. Qui è tutto chiuso ed a nessuno sembra importi qualcosa di ciò che accade!"; obietto che la situazione non mi sembra così rosea neanche a New York, circa quattro anni fa ero a Manhattan, erano le due del mattino e le strade erano completamente deserte, ma l'aggravante è che negli Stati Uniti, quando incontri qualcuno, è molto probabile che porti con sé una pistola! Sono quasi le nove di sera, ma la giornata non è ancora finita per Tiffany, prima di salutarmi mi allunga un invito per il Party privato che la Troma organizza a mezzanotte, sulla spiaggia dell'Hotel Carlton. Quando la incontriamo di nuovo alla festa la sua bellezza è ancora più intrigante, esaltata da un abito da sera che non sfigurerebbe alla notte degli Oscar. Sicuramente sentiremo ancora parlare a lungo di Miss Shepis, se qualche regista o produttore Italiano o semplice fan (Tiffany ha addirittura un proprio Fan-club a New York) fosse intenzionato a contattarla,può scrivermi direttamente alla redazione di Delos, ed io sarò lieto di metterlo in contatto con lei; vista la pazienza, cortesia ed amicizia che mi ha dimostrato, è il minimo che possa fare!

Intervista originariamente pubblicata su Amarcord.