Delos 28: Fantasia&Nuvole Fantasia & Nuvole

di Francesco Grasso

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pk: paperinik

new adventures

Può un fumetto essere allo stesso tempo un'assoluta novità e l'erede di una celeberrima tradizione? Può proporsi come una rivelazione moderna e rappresentare nel contempo un vecchio amico ritrovato? Può delinearsi come un'indiscussa Opera Prima e ciò nonostante vantare un illustrissimo pedigree?

Sembra un controsenso. Eppure, è il caso del fumetto questo mese sotto i riflettori di Fantasia & Nuvole. Si tratta di PK, ovvero Paperinik New Adventures, una pubblicazione appena nata (la serie regolare è giunta appena al numero 6, anche se ci sono stati più "numeri zero") ma che ha già raggiunto con pieno merito uno strepitoso successo di pubblico e di critica (citiamo ad esempio il Premio Cartoomics per la migliore iniziativa editoriale e per il miglior sceneggiatore, Alessandro Sisti).

la storia

In una Paperopoli fascinosamente cyberpunk, lontana anni luce dalle classiche atmosfere disneyane (che tradizionalmente la dipingevano come una sonnacchiosa cittadina californiana), vive e compie mirabolanti avventure uno straordinario superpennuto mascherato, Paperinik.

Il suo alter-ego, il ben noto Paolino Paperino, lavora come portiere-tuttofare alla Ducklair Tower, un fantasmagorico grattacielo svettante nel cuore della metropoli. E' il Paperino che tutti noi conosciamo: sfigato, pigro, pasticcione, umanissimo e scansafatiche, con l'usuale berrettino e l'ancor più tradizionale marsina da marinaio...

Ma quando cala la notte, o se un pericolo minaccia i tranquilli paperopolesi, ecco che egli indossa un ardito costume rossoblù (completo di mantello svolazzante), impugna il suo mirabolante armamentario da supereroe e si lancia contro il Male e tutti coloro che lo rappresentano, che siano alieni, replicanti, robot impazziti, mostri, razziatori temporali o criminali del cyberspazio.
Nelle sue imprese il nostro eroe dispone di un validissimo alleato, il supercomputer Uno, l'unico a conoscere la sua doppia identità. Geniale, onniscente e onnipresente (e grande appassionato di film di fantascienza), Uno rappresenta la "spalla tecnologica" di Paperinik, fornendogli al momento opportuno ogni sorta di macchingegno, dipanando ogni mistero scientifico, sviscerando i paradossi spazio/temporali e permettendo al nostro eroe di sconfiggere i nemici più temibili.

Tra questi, un posto d'onore spetta agli abominevoli Evroniani, cattivissimi alieni che si nutrono di energia vitale e che progettano di invadere la Terra e di sterminarne gli abitanti. Contro costoro Paperinik è impegnato in una guerra lunga e aspra, che lo vedrà combattere nel Presente e nel Futuro, sulla Terra e nello Spazio, in un conflitto angosciante di cui è arduo ipotizzare una fine.

Ma intorno alle vicende del supereroe mascherato ruotano dozzine di altri personaggi, minori riguardo all'economia della storia, eppure profondamente delineati e sconvolgentemente "vivi".

Abbiamo ad esempio Lyla Lay, la giornalista di 00 News, il notiziario televisivo. Vivace, intelligente e curiosa come dev'essere una cronista di successo, Lyla incrocia più di una volta la strada di Paperinik, fin quanto egli non comincia a sospettare che in lei ci sia qualcosa di più del semplice fiuto professionale. E infatti il nostro scopre che Lyla è in realtà una replicante, un androide costruito dagli scienziati del ventritreesimo secolo e spedita nel passato come osservatrice. La sconvolgente rivelazione però non impedisce a Paperinik di stringere con la fascinosa replicante un rapporto di profonda amicizia (totalmente platonica: per gli albi Disney certe cose sono ancora tabù).

Da citare anche Angus Fangus, collega di Lyla al canale "doppio zero". Cinico, gretto, velenoso, disposto a tutto per uno scoop, Angus è un personaggio che "buca la vignetta" in modo straordinario, rendendosi vero e credibile proprio per la sua antipatia istintiva, una sensazione che riesce a suscitare in maniera quasi fisica (geniali i suoi messaggi alla segreteria telefonica, che illustrano alla perfezione il suo carattere: "Sto ascoltando, ma alzerò la cornetta solo se direte qualcosa che mi interessa. Dopo il bip avete cinque secondi per convincermi. BIP!").

E poi il rutilante Razziatore, geniale mente criminale che sogna il potere sugli universi paralleli; e ancora gli efficentissimi agenti della Tempopolizia, i militari, gli scienziati... tante comparse, tanti ruoli, ombre e volti di uno spettacolo sceneggiato magistralmente, di un fumetto che, a giudizio di chi scrive, è oggi senz'altro il miglior albo di fantascienza che il mercato italiano offra. E non è poco.

gli autori

Il team degli sceneggiatori e dei disegnatori di PK, com'è tradizione di casa Disney, è un gruppetto piuttosto numeroso. Tra i primi citiamo Alessandro Sisti e Gianfranco Cordara, tra i secondi Max Monteduro, Fabio Celoni, Alessandro Barbucci, Massimo Sardi e Corrado Mastrantuono.

Se si dovesse definire in una sola parola le sceneggiature di PK, l'unico vocabolo possibile sarebbe spumeggianti. Gli albi del superpennuto mascherato sono talmente ricche di idee, di colpi di scena, di azione, di trovate, di dettagli, di vicende parallele, da sembrare a volte addirittura eccessive. Le storie di PK sono avvincenti, hanno l'impeto e la forza di un fiume in piena. Sembra spesso che trabocchino dalle vignette, che non basti un punto o la parola "Fine" a contenere la loro carica travolgente.

Astronavi e altronavi, supercomputer e uomini innestati, mostri e mutanti, ICE e cyberspazio, esoscheletri da battaglia e viaggiatori temporali, dimensioni parallele e chi più ne ha più ne metta... Le stesse tambureggianti citazioni dai classici della fantascienza (espediente mutuato da Nathan Never), in PK vengono sfruttate in maniera così accorta ed efficace da assurgere a pilastro della vicenda (tanto di cappello agli sceneggiatori, che in questo frangente staccano di parecchie lunghezze i colleghi bonelliani).

L'unico neo, probabilmente, è rappresentato dai dialoghi, che sono ancora troppo legati agli stereotipi disneyani, e che in certe scene sanno di antico. Forse è il caso, per gli autori, di raccogliere ancora un po' di coraggio e portare PK oltre il gravoso ostacolo della tradizione.

Il disegno, impreziosito dallo splendido colore, è strepitoso. Gli albi di PK sono una gioia per tutti gli occhi intristiti da decenni di bianchi e neri bonelliani. Da citare i dettagli architettonici della Paperopoli futuristica (grandiosa la trovata dei paperi-gargoyles sui tetti dei palazzi), e l'automobile di PK (il nostro ha abbandonato il glorioso maggiolino targato 313 per una più impegnativa vettura dal design ispirato alla Bat-Mobile, la PiKar, cui addirittura AutoOggi ha dedicato un servizio).

PK, chiaramente, è un fumetto realizzato secondo la regola Disney, il che significa disegnare i personaggi come animali antropomorfizzati (paperi, maiali, varie razze canine, anatre, il classico bestiario disneyano). C'è qualche volatile inedito, ad esempio Angus Fangus, che si suppone essere un Kiwi (difatti il personaggio si chiama Konrad Kiwi nella versione tedesca del fumetto). E' presente d'altra parte una certa sperimentazione grafica, in crescendo negli ultimi numeri, che va dall'uso massiccio del ritocco al computer alle inquadrature fortemente impressive di alcune sequenze (più che ai manga, il richiamo è alle matite della scuola americana, Miller in testa).

Ma il vero colpo di genio consiste nel presentare anche gli alieni nelle fattezze di paperi. Vedere i crudelissimi evroniani con il becco e i piedi palmati ha un effetto sconvolgente: dapprima sembra una trovata esilarante, e si plaude all'umorismo dei disegnatori; poi, poco a poco, si intuisce qualcosa di più profondo nascosto dietro la strizzatina d'occhio, e ci si inquieta. Un "Alien" con l'aspetto da papero forse non ci spaventa, ma ci turba, per lo stesso meccanismo per cui ci turbavano gli occhi dei bambini mansueti (e proprio per questo agghiaccianti) de "Il villaggio dei dannati": il pericolo che giunge da dove mai lo avresti aspettato, da dove non ha il diritto di arrivare, è sempre il più inquietante.

curiosità e spunti

Come già detto, PK si richiama più al fumetto americano che ai manga, cui invece sembrano tendere sempre di più i bonelliani. Oltre che al citato Sin City di Miller, il pensiero corre subito all'universo Marvel e, in particolare, ai recenti albi della serie Marvel 2099, in cui un gruppo di sceneggiatori americani (coordinati da Joey Cavalieri, e tra cui spicca il geniale Len Kaminski) racconta le avventure dei supereroi "classici" (Ghost, Destino, X-Men) ma posposte di un secolo nel futuro.

Ma non si tratta solo di richiami nel tratto e nell'impostazione delle tavole. Anche in alcune idee di PK l'omaggio ai supereroi marveliani è evidente. Gli evroniani, ad esempio, ricordano un vecchio nemico dell'Uomo Ragno. Si tratta precisamente dell'Empatoide, un essere extraterrestre in grado di nutrirsi degli umori psichici degli umani (ricorda qualcosa?).

Gustose anche le citazioni di Xfiles: nell'albo "Spore", ad esempio, si scopre che il governo terrestre, che da sempre nega l'esistenza degli Evroniani, è in realtà impegnato in una colossale opera di insabbiamento e mistificazione, e al tempo stesso tratta segretamente con gli emissari di Evron (continua a ricordare qualcosa?).

Forse non tutti sanno che Paperinik è un personaggio assolutamente italiano, non importato dalla casa madre americana ma figlio della Disney nostrana, una succursale che è un autentico vulcano di idee, tutt'altro che succube nei confronti della sede principale.

Che il pennuto mascherato nasca in Italia non deve stupire nessuno. Anche il suo alter-ego, Donald Duck, che nelle edizioni americane è un personaggio minore rispetto al capostipite Mickey Mouse, nel nostro Paese ha sempre avuto un successo di pubblico enormemente superiore a quello del compagno di cordata.

Il motivo è ovvio. Il Topolino positivo, sereno, vincente, onesto, che si diletta di investigazione per hobby e ha un rapporto sereno con la fidanzata è un modello ad usum dei lettori yankee, rappresenta il loro ideale di american boy, con la bandiera nel salotto buono e il tacchino in forno per il Giorno del Ringraziamento.

Per gli stessi motivi, Topolino non può che risultare antipatico agli italiani. Topolino è il bravo ragazzo della porta accanto, quello che tua madre guardava sospirando: "Perché tu non sei almeno un po' come lui?"; Topolino è l'amico senza problemi di donne, mentre tu non facevi che litigare con la ragazza; Topolino è il compagno di banco secchione che portava i fiori agli insegnanti e ne riceveva in cambio la pacca sulla testa, mentre tu ne avevi un brutto voto e una lettera da riportare firmata dai tuoi genitori... Topolino è l'amico perfettino e odioso dell'età dell'oro del nostro immaginario.

Paperino no. Con Paperino l'italiano medio si può identificare, in lui può ricoscere deliziandosi tutti i suoi piccoli vizi: Paperino è pigro, è sbadato, è irascibile, pasticcione, oppresso dai debiti, sfigato, simpaticamente perdente. Paperino siamo noi.

E Paperinik è l'eroe che tutti gli italiani vorrebbero essere, che tutti gli italiani potrebbero essere in segreto. Lui non è un SuperBoy stelle e strisce dai muscoli possenti e dalla mascella di granito, non ha la supervista o il superudito per diritto di sangue. Niente di tutto questo.

Paperinik ha un fisico da bigné, possiede solo gli stivaletti a molla e un ambaradan di macchingegni sospesi tra il misterioso e il ridicolo. Eppure gli basta questo risibile arsenale per lanciarsi all'avventura, con la spavalderia innata, sbruffona e sciocca della nostra fanciullezza, di quando noi, ragazzi di quartiere senza arte né parte, sognavamo apparecchietti misteriosi da costruire in cantina e con cui farci forti e potenti...

Per questo leggere PK è un esercizio che può dare i brividi, che può portarci indietro e commuoverci, come per un singhiozzo della memoria.

Per questo sfogliare le pagine di PK non significa soltanto godersi un ottimo fumetto di fantascienza, ma anche ritrovare un vecchio amico. E inorgoglirsi per come si è fatto grande.

Alla prossima.

Alcune immagini sono state prese dalla "Unofficial PK Home Page", un sito molto ben fatto che vale la pena di visitare, all'indirizzo http://www.geocities.com/Hollywood/Lot/8073/.

Tutte le immagini sono © Walt Disney Company.