Fantascienza, per la mia generazione, è sempre stata sinonimo di televisione. Nel paleolitico, quando questo mezzo di comunicazione era svincolato da Internet e offriva solo sei canali nazionali e una manciata di emittenti locali, l’offerta per gli appassionati di fantascienza era sorprendentemente ricca. E nessuno considerava quella grossa scatola con la luce dentro pericolosa, anzi: era l’ideale per tenere buoni i bambini, magari a letto con l’influenza.
Ricordo ancora certe mattine febbricitanti a casa, sotto il piumone, felice all’idea di aver rimediato quella vacanza imprevista. La televisione riempiva quelle ore silenziose con telefilm naïf e bellissimi. Tra tutti, uno sembrava fatto apposta per soddisfare i desideri dei ragazzi: Supercar.
La storia è meravigliosamente assurda: un poliziotto (David Hasselhoff) viene salvato in punto di morte da misteriosi benefattori che hanno messo in piedi una società privata di vigilantes (la Fondazione Knight per il rispetto della legge). Forniscono al nostro eroe una nuova identità – Michael Knight – e un nuovo volto, e gli affidano KITT, una Pontiac nera con un caratteristico led rosso sul cofano e un computer dotato di intelligenza artificiale (nel 1982…). Anni dopo ho scoperto che quel led rosso era ispirato a quello sulla visiera dei Cyloni di Galactica (1978), altra serie entrata di diritto nel pantheon degli appassionati di fantascienza televisiva.
KITT non era un robot tradizionale: parlava in maniera naturale, era sarcastico, brillante, intelligente. Faceva da perfetto contrappunto al ruvido Michael. Insieme combattevano il male, vale a dire politici e uomini d’affari corrotti, militari doppiogiochisti, bande di motociclisti, ladri, trafficanti di uomini e droga. Naturalmente, come da prassi per questo genere di storie, Michael aveva il suo “fratello cattivo” e KITT la sua nemesi, un camion chiamato Goliath.
Il concept della serie è molto simile a quello della leggendaria serie western Il ranger solitario (1949): un uomo e il suo cavallo si spostano di città in città per sconfiggere il cattivo di turno. In pratica, è l’ossatura della stragrande maggioranza delle serie TV per ragazzi dell’epoca.
I mezzi erano pochi, le idee grandi, alcune in anticipo sui tempi: la guida autonoma, l’intelligenza artificiale, la copertura molecolare delle auto. Naturalmente, tutti i ragazzi sognavano di poter guidare un giorno un’auto del genere. Non so se la Pontiac abbia goduto di un aumento di vendite del suo modello Firebird, ma mi stupirebbe scoprire il contrario.
A essere onesti, non ho mai accantonato del tutto il pensiero di comprarmene una, un giorno o l’altro. A patto, ovviamente, che a bordo ci sia anche KITT.













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