Così come provocatoria ed irriverente è Dangerous Visions, che può definirsi come il 1968 della science fiction. L’antologia, già nell’impostazione del suo editor, si contraddistingueva per molte novità. Prima di tutto il numero dei racconti. Poche antologie, fino a quel momento, erano composte da molti racconti, ma Ellison volle ben trentatre racconti. Poi, anche questa cosa abbastanza rara, erano tutti inediti, mentre nella maggior parte dei casi le antologie presentavano racconti che erano già stati pubblicati sulle riviste. Ma dietro a tutta l’operazione c’era un progetto culturale ben preciso, che si può ben fregiarsi dell’appellativo di rivoluzionario. Lo scrittore americano chiese ai suoi colleghi di osare, di presentare racconti che per tematiche e stile le riviste avrebbero sicuramente rifiutato. Era una vera e propria sfida che Ellison lanciò ai suoi colleghi, sia a quelli più famosi sia a quelli

Robert Silverberg
Robert Silverberg
meno noti. Tematiche come il sesso, le droghe, il femminismo, il razzismo, la guerra in Vietnam, l’omosessualità erano protagoniste nelle storie di autori come Robert Silverberg, Philip Josè Farmer, Philip K. Dick, Roger Zelazny, Samuel R. Delany, Norman Spinrad, R.A. Lafferty, Ursula K. Le Guin, Gene Wolfe, Kate Wilhelm, tra gli altri. Ancora: ognuno dei racconti venne introdotto da Ellison e seguito da una breve postfazione dell’autore. L’antologia – oltre ad avvalersi di una tagliente introduzione del suo curatore – venne presentata da Isaac Asimov e, aggiungiamo noi, non a caso. Nel senso che Asimov rappresentava in qualche modo quanto di più distante dall’impostazione culturale della raccolta. Asimov, comunque, riconosceva la validità dell’antologia e del progetto culturale, tanto da sottolineare come essa era in qualche modo una “rivoluzione”, in particolare lo scrittore americano la riteneva la seconda rivoluzione della science fiction.

L’antologia si apre con il racconto di Lester del Rey dal titolo Evensong in cui il protagonista della storia viene braccato da altri esseri che definisce Usurpatori. Nel fuggire agli usurpatori il protagonista si ritrova su un bel pianeta, molto simile alla terra. Alla fine della storia scopriranno che il pianeta è la Terra e che gli usurpatori sono proprio gli uomini. Ma ancora più interessante è l’identità dell’essere braccato fagli umani: Dio, il cui potere è stato sottratto proprio dagli uomini.

Il racconto di Frederik Pohl The Day After the Day the Martians Came mostra il lato più razzista dell’uomo. I marziani sono sbarcati sulla Terra ed hanno la forma di un cane bassotto con delle pinne al posto delle zampe. Il signor Mandala è un gestore di uno dei Motel intorno a Cape Kennedy e, insieme ai due fattorini di colore, si trova oberato di lavoro visto che nei dintorni della base della Nasa sono sbarcati gli inviati di tutte le testate giornalistiche.

Un giocattolo per Juliette è un racconto di Robert Bloch in cui Jack lo Squartatore viene attirato nel futuro da una perversa bambina – sadica e dedita all’assassinio di qualsiasi essere vivente gli capiti a tiro - ed il suo misterioso nonno, che le procura, di volta in volta, i giocattoli-esseri viventi. Il nome di Juliette viene preso da Bloch dall’omonimo romanzo del Marchese de Sade ed il racconto dello scrittore americano ha proprio come tema centrale l’utopia del libertinismo, il movimento culturale che sosteneva che gli istinti umani non vanno frenati e non esiste peccato se ci si comporta seguendo le spinte naturali del piacere fisico. Non c’è dubbio che si ritrovano anche il tema dell’instabilità mentale, già presente nel suo romanzo più noto: Psycho (1959).

Ellison scrive – anche qui fatto abbastanza singolare – un continuo del racconto di Bloch. Jack lo Squartatore si ritrova nella metropoli futuristica in cui chiunque è libero di fare ciò che vuole: un vero paradiso per il leggendario assassino inglese che dà sfogo a tutta la sua indole omicida, uccidendo decine e decine di abitanti, solo per il puro piacere di chi governa la metropoli in cui si trova. Ai limiti dello splatter, il racconto di Ellison - dal titolo L'ombra in caccia nella città sull'orlo del mondo (The Prowler in the City at the Edge of the World) - è un esempio limpido dell’immaginazione dello scrittore americano, capace di far rivivere un mito dell’immaginario collettivo del Novecento e proiettarlo in un futuro in cui lui è il più “umano” di tutti.