L’universo di H.P. Lovecraft sta godendo di una lunga vita, e sono tanti a sapere tutto dei Mi-Go, esseri fungoidi simili a crostacei, con le antenne e le ali di pipistrello, abitanti del lontano pianeta Yuggoth, adoratori degli “Antichi” e allo stesso tempo dotati di un’avanzatissima tecnologia. Soprattutto dagli anni Ottanta in poi, fumetti e giochi di ruolo li hanno resi patrimonio di tutti, abitanti del nostro immaginario contemporaneo. Non dimentichiamoci, però, delle origini dell’universo di Yuggoth, e del suo creatore. Insieme alle menzioni nella narrativa, a generarlo è lo scritto di Lovecraft che, almeno in apparenza guarda più indietro nella tradizione culturale, agli stilemi di Poe. Tutto comincia in un libro intitolato Fungi from Yuggoth, una sequenza di 36 sonetti in gran parte scritta intorno al capodanno 1930, uscita frammentariamente ma non integralmente su riviste come Weird Tales, quotidiani e fanzine, e pubblicata nella sua interezza solo postuma, nel 1943.

Il volume, finora apparso in una prima versione all’interno di uno zibaldone intitolato Il vento delle stelle, dalla circolazione minima (Agpha Press, 1998), è da pochi mesi apparso il libreria col titolo Gli orrori di Yuggoth, a cura e trad. Sebastiano Fusco, intr. Gianfranco de Turris, Siena, Barbera, 2007 (pp. 123, € 14,00). E il consiglio va dato subito: leggiamolo, riscopriamo questa strana (weird, eterodossa fino in fondo) contemporaneità di Lovecraft.

Il settantennale della morte di H.P. Lovecraft, inevitabilmente, è stato occasione di parecchie iniziative editoriali. Per Bompiani, Mondadori e Rizzoli sono uscite nel 2007 antologie corredate da appassionati materiali di contorno, con una menzione d’onore al “Dizionarietto” lovecraftiano di Massimo Berruti, in appendice a Il guardiano dei sogni, a cura di Gianfranco de Turris (Bompiani). De Turris ha inoltre curato un’antologia di racconti apocrifi italiani per il n. 3 di M – Rivista del mistero (Alacran edizioni), e due raccolte di narrativa e fumetti lovecraftiani pubblicate grazie alla collaborazione fra gli editori di comics Bottero Edizioni e Cagliostro E-Press. Per le Edizioni Mediterranee, infine, è uscita una importante scelta di lettere inedite in italiano, L’orrore della realtà, a cura di De Turris e Fusco, in cui è molta la carne al fuoco: preferenze letterarie, osservazioni sulla filosofia e sulla scienza, le drammatiche oscillazioni politiche.

Ma più che un pensatore, Lovecraft rimane un creatore di storie. Questa spinta allo storytelling emerge con forza nei Fungi from Yuggoth. Se Yuggoth, come ci assicura Lovecraft, è una versione fantastica del pianeta Plutone, questo libro è un testo di fantascienza, forse la chicca assoluta di questo piccolo rinascimento lovecraftiano. E se Lovecraft è diventato autore di culto per tutto un mondo di fruitori e creatori di musica di ogni genere, giochi, cinema, televisione e arti visive, oltre che per gli appassionati di letteratura orrifica (e, diciamolo senza esitare, di letteratura tout court), queste poesie potranno apriranno nuovi spazi di interesse.

Anche quando scrive poesie, dicevamo, Lovecraft è innanzitutto un narratore. Tradizionalmente, nelle storie della letteratura americana il primo Novecento è dominato dal verso libero della poesia modernista di Eliot e Pound. Nulla potrebbe essere più lontano dalla sensibilità di un appassionato dei distici eroici di classicisti settecenteschi come

H.P. Lovecraft
H.P. Lovecraft
Alexander Pope, oltre che dell’obbligatorio Shakespeare, per eccellenza il classico che annulla ogni distinzione fra letteratura “alta” e popolare. Lovecraft, però, segue una propria strada verso la modernità, consapevole della tradizione del narrative poem presente in tutto l’Ottocento americano, da James Russell Lowell a Henry Wadsworth Longfellow. Inoltre, in Irlanda autori come Yeats stanno dimostrando che la mentalità delle nuove avanguardie non è incompatibile con un repertorio di poesia narrativa, basato sulla reinvenzione del folklore, anticipato pochissimi decenni prima da Tennyson. Anche negli USA di fine secolo sono popolarissime le nostalgiche, meno ambiziose Songs from Vagabondia di Bliss Carman e Richard Hovey. Le lettere confermano la consapevolezza di un’operazione già evidente nei testi: come Yeats, Lovecraft vuole rivitalizzare un bagaglio di storie passate, fornito dagli autori che hanno portato il New England nella geografia letteraria. Fra le figure del Rinascimento americano, Hawthorne e Poe (Melville era allora caduto nell’oblio) sono in gran parte autori gotici; anche a causa delle fonti su cui si basa, le riscritture di Lovecraft non possono che essere di orrore.