Nel noto racconto di Dick Le formiche elettriche (1969) il protagonista, Garson Poole, si sveglia in un ospedale dopo un incidente e scopre di non essere un uomo, come aveva sempre creduto. Dentro non ha vene, muscoli, sangue, ma circuiti, cavi, e un nastro perforato gli scorre lentissimamente in una cavità del petto, che lui riesce ad aprire. Anzi, Poole scopre che la sua stessa percezione dell'esterno (il mondo) non è che un programma che gli sta girando dentro:

Programmato Sono stato programmato! In me, da qualche parte, c'è una matrice, una griglia che mi inibisce certi pensieri, certe azioni, e mi costringe ad altre. Non sono libero, non lo sono mai stato! Ma ora lo so: ed è questa, la differenza.

Philip K. Dick, Le formiche elettriche (The electric Ants, 1969)

Per la prima volta, Poole riuscirà a controllare la realtà: ha scoperto il modo di modificare lo scorrimento del nastro. Il finale sarà drammatico.

Il vuoto che esisteva tra Daneel (il robot di Asimov "esterno all'uomo") e Garson Poole (l'uomo/macchina di Dick) è colmato. Un esito inevitabile, annunciato.

In quanto estensione e accelerazione della vita sensoriale, ogni medium influenza contemporaneamente l'intero campo dei sensi.

Marshall McLuhan, Op. cit.

Sono altre profetiche parole di McLuhan. L'uomo si è sempre attrezzato con protesi che potessero aiutarlo a intervenire sulla natura e trasformarla (protesi per il corpo o per il sistema nervoso); il problema è che l'avvento della rivoluzione industriale ha fatto esplodere questo processo, e ora l'uomo tende alla creazione della protesi definitiva: se stesso; anche se per altro verso teme di meccanizzarsi. Insomma era inevitabile che la tecnologia finisse col penetrare fisicamente dentro l'uomo, colonizzandolo. La tecnica, esteriorizzazione della sua volontà di potenza, si rovescia interiorizzandosi.

Ballard ha scritto:

La tecnologia del XX secolo deposita i suoi fossili simultanei: nastri perforati, vecchi elenchi telefonici, circuiti stampati i cui alfabeti sono stati persi, i corpi luminescenti di astronauti morti: tutto ciò fa parte della astronomia dei sogni, delle nuove costellazioni che riempiono il cielo delle nostre menti.

Citato da A. Caronia in: Antonio Caronia, Il corpo virtuale

James G. Ballard - e qualche altro scrittore come lui da tempo ci racconta la nascita di un diverso cyborg, più subdolo e inquietante perché non ha più neanche bisogno di innestarsi circuiti. Ormai, basta la presenza schiacciante della tecnologia e quella onnipervasiva dei media, basta il media landscape: e nei suoi personaggi scatta il processo di scambio tra interno ed esterno di cui parliamo, oppure essi inglobano mostruosamente nel loro sistema nervoso il mondo nuovo mutato, riconoscendosi totalmente in esso. Mi limiterò a riportare un ormai noto estratto da La mostra delle atrocità, anche perché esemplificativo del linguaggio grazie al quale Ballard rende la situazione:

All'alba, Trabert si trovò a guidare lungo l'autostrada che penetrava nella città deserta: terreni a pascolo, stazioni di servizio, e in alto un intrico di fili come un'algebra del cielo ormai dimenticata. Dietro sentiva l'urlo delle sirene delle auto di polizia, icone neuroniche sulle autostrade spinali.

James G. Ballard, La mostra delle atrocità (The Atrocity Exhibition, 1970/90)

E' il nuovo cyborg, non ibrido fra carne e metallo o plastica. ma tra mente e flusso amplificato, ininterrotto, mostruoso, delle comunicazioni. Se la Grande Rete è il nuovo sistema nervoso dell'umanità, se fax, telefonini, Internet, satelliti stanno riducendo a zero distanze e tempi e ci traghettano vorticosamente verso una unione delle menti quasi telepatica, una sorta di unico corpo mistico che ci comprenderà tutti, è dunque vero riprendendo McLuhan che ci avviamo a vivere "col cervello fuori dal cranio e nervi fuori dalla pelle", in una sorta di "condizione pentecostale di unità" (Marshall McLuhan, Op. cit.)

A questo punto, il nuovo cyborg prepara il terreno all'altra apocalisse del corpo: la sua diaspora, il suo spargimento, la sua replicazione immateriale nella rete telematica. Qui le nuove parole d'ordine saranno: cyberspazio, telepresenza, realtà virtuali, avatar, e così via.