Una ragazza senza memoria che attraversa l’Africa, in compagnia di un misterioso leopardo diretto verso la vetta quadrata del Kilimangiaro, “Masai Ngàje Ngài”, Casa di Dio, mentre un feroce dittatore sembra ormai arrivato alla fine dei suoi giorni. Quali sorprese ci riserverà Paradise, il nuovo videogioco di Benoît Sokal, lo sapremo presto. L’uscita dell’avventura

Benoit Sokal
Benoit Sokal
punta e clicca prodotta da White Birds, pubblicata da Micro Application e distribuita in Italia da Blue Label Entertainment (Ble), è fissata il 21 aprile.

A due anni dal capitolo conclusivo di Syberia, che ha consacrato Sokal come uno degli autori più interessanti di videogiochi fatti di storie, il fumettista belga è al lavoro su più progetti. Ha avviato una sua casa di produzione, la White Birds Productions con sede nella banlieu di Parigi, e insieme all’amico François Schuiten si sta impegnando in Aquarica, opera multimediale dedicata alle balene, intersecante cinema di animazione e digital entertainment. A Bruxelles una grande mostra, allestita dal 16 febbraio al 16 aprile al Centre d’Art du Rouge-Cloître, ha adesso celebrato la creatività del fumettista belga prestato ai videogiochi. Nato nel 1954, studi alla Scuola St Luc di Bruxelles, poco più che ventenne Sokal ha dato vita a uno dei suoi personaggi più fortunati, il papero triste de L’ispettore Canardo (edizioni Casterman), investigatore alla Philip Marlowe, le cui indagini sono state tradotto in oltre dieci lingue. Tra i suoi libri, anche Sanguine, del 1988 (con Alain Populaire), e Le vieil homme qui n'écrivait plus, del 1995. Quattro anni dopo è pronto Amerzone (Casterman e Microïds), il suo primo videogioco, dove già compare quella fascinazione per l’ignoto e il fantastico, che è rimasta finora una caratteristica costante delle avventure di Sokal.

Il 2002 è l’anno di Syberia e della coraggiosa avvocatessa newyorkese Kate Walker, cui Sokal dedicherà anche il volume Syberia, esthéthique du Jeu (in collaborazione con Gérard Lemarié). Nel 2004 la ricerca di Kate si conclude nella lontana Syberia, la cui avvincente storia ha inaugurato recentemente la collana Ble di dvd-game, giochi che funzionano anche sul comune lettore dvd. In Paradise ancora una giovane protagonista, ancora un viaggio, ancora territori incontaminati, con i quali proseguire l’esplorazione delle potenzialità di un nuovo mezzo espressivo, il videogioco.

Perché per questa avventura ha scelto l'Africa?

Per cambiare un po' le distese ghiacciate della Siberia...

In che periodo è ambientata?

Come negli altri miei giochi, il periodo non è definito con precisione. Diciamo che è il periodo " neo-contemporaneo ". Potrebbe essere ambientato in una fascia temporale che si discosta di circa 20 anni dai giorni nostri.

Cosa vedremo a proposito dei problemi dell'Africa dei giorni nostri?

Non ho scritto una storia con un messaggio particolare. Non dichiaro niente. Ma penso di mostrare, con il personaggio di Rodon, un dittatore che è purtroppo l'esempio di ciò che l'Africa ha vissuto e continua a vivere. Ciò che vediamo nel gioco sono i problemi politici legati anche allo sfruttamento delle risorse naturali come nel terzo mondo.

Come ha conosciuto l'Africa?

Attraverso delle storie che ci raccontavano a proposito del Congo belga (l'ex Zaire, oggi Repubblica democratica del Congo, ndr). Gli adulti descrivevano il paese come un luogo meraviglioso. E poi c'era il cioccolato Côte d'Or, che aveva un elefante come logo. Però la realtà del Congo era molto diversa da questa immagine naïf e idealizzata.

Paradise è sia un videogioco che un fumetto: qual è il loro rapporto?

La storia è la stessa. Quasi tutto è uguale. Ho voluto che i racconti fossero adattati alle restrizioni del supporto e al loro pubblico. È necessario che il videogioco rispetti determinate qualità proprie del mezzo e così pure il fumetto. L'uno non deve essere la declinazione dell'altro. Quindi ci sono delle differenze di fondo tra i due media, legati allo svolgimento della storia, ai personaggi secondari, al trattamento artistico.

Perché ha scelto ancora una protagonista femminile? Quali caratteristiche poteva avere adatte a questa storia?

Perché sono eterosessuale (ride, ndr) e preferisco trascorrere due anni di sviluppo con una donna piuttosto che con un uomo. Ma anche e soprattutto perché penso che una donna abbia delle reazioni e dei comportamenti molto più interessanti quando si trova di fronte alle difficoltà. Un uomo privilegerà sempre la forza.

I trailer esplicitano un riferimento a Ernst Hemingway e alle sue Nevi del Kilimangiaro, anche un fortunato film. D'altra parte la trama, nella figura del re Rodon, ricorda anche Joseph Conrad (non so se sia casuale o meno il nome del capo dei ribelli, Conrad Siri), il suo Cuore di tenebra e il film Apocalypse Now. Si sentirà più Hemingway, i suoi presagi di morte e lo spirito di avventura, o più Conrad, il suo simbolismo, il suo affrontare le origini dell'ignoto?

Ha assolutamente ragione nel notare questi due riferimenti, perché si vedono di più in Paradise. Ma spero che l'universo finale sia il mio piuttosto che quello di uno di questi illustri romanzieri. Lavoro come molti autori, assorbo elementi da altri. "Immagazzino" delle influenze e le personalizzo nei miei universi facendoli miei. 

Come fonte di ispirazione, le sono più congeniali i testi letterari o i film?

Di solito i libri. Ma l'immagine conta molto. Per esempio, è il libro di Conrad, Au Coeur des Ténèbres, che ha ispirato una parte della storia, che si è anche ispirata al personaggio di Marlon Brando in Apocalypse Now, adattato da Conrad. Al personaggio di Brando è ispirato all'aspetto di re Rodon.

Cosa ci possiamo aspettare dalla collaborazione di Benoit Sokal con François Shuiten?

Un altro modo di affrontare la grafica e la narrazione. Siamo amici, quindi complici, da molto tempo. Anche se è la prima volta che lavoriamo insieme, questa complicità produce effetti immediati nel nostro lavoro.

Quali sono i rispettivi ruoli nel progetto Aquarica?

Sarò co-autore e co-direttore artistico insieme a François Schuiten.

Vedremo qualche storia di Sokal sul grande schermo?

Ci stiamo lavorando noi due insieme ai soci della White Birds Productions. Ma ci vuole molto tempo.

E Kate Walker? Che fine ha fatto? La incontreremo al cinema o in un fumetto (come Ann Smith?)?

Non ci saranno progetti che vedranno Kate Walker e il mio nome associati. Per quanto mi riguarda, queste avventure sono finite.

In che rapporto si pone oggi il suo passato di fumettista con la nuova passione per le possibilità espressive del videogioco?

É il senso dell'immagine ciò che conta. Con il fumetto, si sviluppa questo senso, unito a quello della messa in scena. E poi i due mestieri consistono innanzitutto nel raccontare delle storie.