Puoi dirci  “chi è” Antonino Fazio. Dove è nato, studi fatti, dove vive, cosa fa oltre che scrivere?

Sono siciliano di nascita. Mi sono trasferito a Torino alla fine del 1969. Ho preso una laurea in filosofia e, successivamente, un'altra laurea in psicologia. Di mestiere, faccio il direttore didattico.

Quando hai scoperto la fantascienza e quali sono state le tue prime letture in merito?

Sono stato attratto dalla fantascienza quando ero appena un ragazzo. Già all'epoca leggevo di tutto, ma ero affascinato soprattutto da ciò che era insolito e misterioso. Ho cominciato leggendo Verne, come fanno tutti, poi ho scoperto l'esistenza di Urania e mi sono buttato a capofitto in questo tipo di narrativa. Ricordo che il primissimo numero di Urania che ho letto era Nemica occulta di un certo Mark Starr (in realtà, pseudonimo di Gerald Klein). In seguito ho scoperto gli autori, davvero eccellenti, che comparivano sull'edizione italiana di Galaxy.

Quali sono i tuoi hobby, il passatempo preferito, cosa ti piace leggere? E quali sono i tuoi autori preferiti?

A parte scrivere, che considero ancora un semplice hobby, mi piace fare un po' di ginnastica. In passato ho giocato parecchio a ping pong, ho visto moltissimi film, mi sono interessato di enigmistica, di scherma e perfino di scacchi. Un po' di tutto, insomma, ma sempre a livello dilettantistico. Le mie letture sono sempre state molto variegate: saggi scientifici, autori impegnati, fumetti, gialli, thriller, horror e, naturalmente, fantascienza. Citare i miei autori preferiti è un bel problema, perché sono davvero tantissimi. Tra i giallisti mi è sempre piaciuto Ed Mc Bain (pseudonimo di Evan Hunter). Da adolescente ho apprezzato molto Spillane e Cornell Woolrich. Li cito insieme giusto per far capire che amo stili anche molto diversi. Tra gli autori horror mi piace Stephen King. In campo fantascientifico c'è veramente l'imbarazzo della scelta: Disch, Leiber, Ballard, Sheckley, Pohl, Lafferty, Sturgeon, Silverberg, Simak, Egan...

Quando hai scoperto (e/o come) che avevi qualcosa da dire, che sentivi la necessità di scrivere?

Avevo circa sedici anni quando ho sentito l'impulso di mettere giù il mio primo racconto. Si trattava di un racconto umoristico, intitolato “Una notte movimentata”, nel quale raccontavo un'avventura notturna, provocata dall'intrusione in casa mia di un geko, una di quelle lucertole che si arrampicano sui muri e sono anche capaci di camminare sul soffitto. L'ho scritto su un quaderno scolastico, come tutti i miei racconti del periodo giovanile. Mi dispiace di non averlo più. Da lì in poi, ho cominciato a scrivere alcune poesie e dei racconti di fantascienza, uno dei quali è stato addirittura inserito nella mia antologia CyClone.

Come scrittore, come organizzi la tua giornata lavorativa?

Siccome lavoro, riesco a scrivere solo di sera e durante i week end. In genere, approfitto dei periodi di vacanza, infatti il mio ritmo produttivo si impenna di solito a Natale e ad agosto.

Abbiamo letto che hai collaborato con la (bella) fanzine The Time Machine. In che anni e quanti racconti gli hai inviato? Hai conservato copia dei numeri sui quali apparivano i tuoi lavori?

Il numero di TTM sul quale è uscito il primo racconto di Fazio, numero 3/1980.
Il numero di TTM sul quale è uscito il primo racconto di Fazio, numero 3/1980.
Alla fanzine padovana ho inviato, in realtà, un solo racconto, intitolato Pesce d'aprile, anch'esso inserito nell'antologia CyClone. Il racconto è stato pubblicato nel n. 3/1980 della rivista (nello stesso numero erano pubblicati lavori di Daniela Piegai, Andrea Bellizzi, Annalisa Chiari, Paolo Lanzotti), di cui conservo gelosamente la copia.

A quel tempo (1980) non c’era, ovviamente, internet. Come ci si organizzava con una redazione che era a Padova? Tutto telefono e lettere?

Il racconto è stato spedito per posta. Successivamente sono stato invitato a uno degli incontri padovani, al quale ho partecipato insieme alla mia ragazza di allora, così ho avuto modo di conoscere la redazione, tutti ragazzi piuttosto simpatici.

Perché una pausa durata quasi vent’anni? E poi cosa ti ha stimolato a scrivere nuovamente?

Questa è una bella domanda. Il fatto è che mi è successa una cosa strana, perché la pubblicazione del mio racconto, anziché stimolarmi a scrivere ancora, mi ha completamente bloccato. Il motivo fu che io, a quel punto, volevo scrivere a livello professionale. Questa possibilità mi sembrava che non ci fosse, all'interno del mercato editoriale. Pertanto, avendo ormai dimostrato che ero in grado di farmi pubblicare su una fanzine, non credevo di poter ottenere nient'altro, continuando a scrivere. Come in un romanzo d'appendice, sono passati così vent'anni della mia vita, finché improvvisamente, alla fine degli anni '90, mi capitò per le mani un catalogo della Perseo Libri, da cui ho scoperto che esisteva una rivista, Futuro Europa, che pubblicava solo autori italiani ed europei. E' stata una vera folgorazione. Ho subito tirato giù un breve racconto vagamente vampirico, intitolato Istinto sopito, che ho battuto a macchina (!) e ho inviato a Ugo Malaguti, il quale me lo respinse, ma con molti incoraggiamenti. Allora ho scritto (stavolta al computer) una storia di taglio umoristico e brillante sui viaggi temporali, intitolata Un'offerta irresistibile per l'appassionato di fantascienza. Il racconto si può leggere in CyClone, ma è stato pubblicato per la prima volta sul numero 31 di Futuro Europa. Da lì è cominciato tutto.

CyClone è una antologia di racconti, scritti in tempi differenti e su differenti argomenti: ti è stato difficile dargli un filo conduttore, hai dovuto modificare qualcosa?

La prima versione dell'antologia (dopo è stata parzialmente modificata) è stata messa insieme, sotto forma di fix-up, per poter partecipare al Premio Urania. Per realizzare il fix-up, è stato utilizzato il racconto 8 marzo come prologo e sono stati scritti dei pezzi di raccordo, poi eliminati. Nel frattempo, in uno dei racconti, era venuta fuori la CyClone Company, che ha poi fatto da filo conduttore per tutti gli altri (donde il titolo). A questo punto, il nome della Compagnia è stato inserito anche nei racconti scritti in precedenza, per mezzo di piccole modifiche.

Alcuni racconti risentono (in senso molto positivo) del tuo amore verso un grande scrittore di fantascienza, è così?

Sì, hai fatto centro. Ho amato, e amo, moltissimi scrittori diversi, e di ciascuno di essi ho subito l'influsso. Ma, se dovessi nominarne uno fra tutti, citerei sicuramente