Quando ha iniziato a scrivere?

Ho iniziato a scrivere quando ho imparato a scrivere. E’ sempre stata la mia grande passione. Scrivevo poesie e racconti alla rinfusa, a scuola e a casa. Poi ho ‘istituzionalizzato’ la mia passione lavorando per molti anni come copy writer nelle agenzie di pubblicità milanesi. E’ stato un bene. Mi ha dato tecnica, sicurezza e capacità autocritica. Infine, dieci anni fa, ho iniziato a scrivere libri per ragazzi e per adulti.

Nel suo percorso formativo, nella famiglia, negli studi è stata ostacolata dal fatto di essere donna?

Ostacolata è un termine forte. Diciamo che le aspettative nei miei confronti, come donna, sono sempre state molto alte soprattutto nel mondo del lavoro. "Mai un cedimento" era la parola d’ordine.

Quali sono state le sue letture formative? E Attualmente gli autori preferiti? Film?

Ho letto da autodidatta e a ondate. Onde anomale di letture di tutti i tipi e poi la risacca per mesi… ora alterno letture per ragazzi a quelle per adulti. Mi rileggo i classici di entrambe o le ultime novità. Ho la casa piena di libri e di librerie. Ogni tanto ne prendo uno già letto, ne rileggo un pezzo che mi piaceva particolarmente o lo leggo alle mie figlie. Mentre preparo il risotto o mentre fanno la doccia. Ogni momento è buono. E’ un discorso continuo. La nostra colonna sonora. Emily Dickinson è la mia autrice preferita.Il cinema, come le scrittura e la lettura, è la mia grande evasione. Ultimamente mi sono piaciuti molto The New World, Orgoglio e pregiudizio, Brockbeck Mountain.

Quali difficoltà ha incontrato per far pubblicare i suoi primi lavori?

Francamente? Nessuna. Il mio primo romanzo storico, La grande Marcia, è stato letto e pubblicato da Longanesi e il primo mio libro per ragazzi letto e pubblicato da Einaudi. Anche tutti gli altri sono filati via lisci. Certo, un paio di no me li sono presi anch’io. Ora stanno nel cassetto, rispediti al mittente e in attesa di tempi migliori.

Molti nostri lettori amano (ovviamente) leggere ma anche scrivere. Lei che consiglio darebbe a chi volesse cominciare?

Di crederci e di essere pronti a lottare. Di avere grande capacità autocritica e parallelamente di fare un lavoro dove la scrittura è sempre messa alla prova.

Lo scrivere la occupa a tempo pieno oppure scrive nei momenti liberi dal lavoro?

Ho due figlie e un lavoro part time in pubblicità e la giornata è fatta di 24 ore… così scrivo perlopiù di sera, in bilico tra il sonno, il sogno e la realtà. Bellissimo e stancante.

Dove scrive, in che tempi e cosa la circonda quando lavora? Usa il pc?

Scrivo su un vecchio pc, sempre lo stesso, per scaramanzia. Nel mio studio verde menta, con una piccola lucina accanto. Nei mesi estivi, invece, nel mio podere nelle Marche sempre inondato dal sole.

Sbagliamo dicendo che sino a ora ha scritto romanzi e racconti per ragazzi?

Direi proprio di no. Ne ho pubblicati una trentina!

E come mai ha deciso di dedicarsi alla letteratura per ragazzi?

Quando sono nate le mie figlie la prospettiva del mondo è cambiata. Al centro non c’ero più io. Scrivere per bambini e ragazzi è stato un passaggio naturale per tenere saldo il filo del dialogo e del gioco con le mie figlie, con i loro amici e con la loro realtà.

Ci parli un poco di questo ultimo libro, assolutamente originale rispetto a tutta la sua produzione.

La voce dell’isola è la mia zona d’ombra. Scrivere per ragazzi è ossigenante, mi da la carica. Come stare in una pozza di luce. Ma a me piacciono i chiaroscuri e poi chi non conosce zone d’ombra? Io le affronto a modo mio: scrivendo.

Come le è nata l’idea di scrivere un romanzo che in pratica si svolge su di un'isola piccolissima e lontanissima dalla “civiltà”?

Tristan da Cunha mi ha sempre affascinato. Un’isola dal clima impossibile, sperduta nell’Atlantico, all’apparenza quasi infernale….e invece. Come mai i suoi abitanti sono così felici? Avevo voglia di indagare. Di vedere cosa ci fosse sotto tanta armonia…

Nel suo romanzo, le donne sia visitatrici che isolane sono protagoniste, chi è la sua preferita?

Tessie ed Elisabeth. I bambini riescono a rendere poetiche e normali le situazioni più anomale, con il loro punto di vista assolutamente originale. Fragili e allo stesso tempo infinitamente forti.

Petra è chiaramente una ragazzina/donna con evidenti disturbi, ma perchè quella scena iniziale …?

E’ una scena di benvenuto. Di benvenuto sull’isola….

La fantascienza appare nella seconda parte del romanzo, ha mai pensato di scrivere un romanzo di fantascienza o di fantasy?

No.

Sta lavorando a un nuovo romanzo? (rivolto a lettori adulti)

Sì. Uno per adulti e un racconto per ragazzi.