Visionario, eccentrico, geniale. Molte sue invenzioni però non sono state realizzate. L’idea del mondo alternativo del videogame Close to the Sun è invece immaginare che Nikola Tesla (1856 – 1943) sia riuscito a concretizzare appieno i suoi progetti, cambiando radicalmente il destino dell’umanità coinvolta nella seconda stagione di un illuminismo alimentato da avveniristiche scoperte scientifiche.

Siamo nel 1897, quando il vero Nikola Tesla aveva già subito il grave danno dell’incendio dell’edificio di New York dove svolgeva i suoi esperimenti. Nel 1898, davanti a una folla esterrefatta, sarebbe riuscito a guidare un’imbarcazione quasi magicamente, per chi non conoscesse ancora il funzionamento di un telecomando. Le ricerche dello scienziato serbo-croato, naturalizzato statunitense dopo essersi trasferito definitivamente Oltreoceano nel 1884, continueranno a spaziare in diversi campi, dalla trasmissione di energia elettrica senza fili ai raggi X, impegnato in una corsa sulle cui applicazioni si giocavano enormi interessi economici e che richiedeva a sua volta un forte dispendio di risorse. Tesla non sempre riuscì a trovarle.

In Close to the Sun, ambientato in una sorta di enorme laboratorio galleggiante in acque internazionali, la nave Helios, gli indizi disseminati in giornali e appunti calano anche nel clima di accesa rivalità con Thomas Alva Edison (1847 – 1931), espresso nel sospetto (o paranoia?) di veder spuntare potenziali spie ovunque.

Un'immagine del gioco
Un'immagine del gioco

Tutto ciò appartiene però al periodo precedente l’arrivo della protagonista del gioco, la giornalista Rose Archer, sulle tracce della sorella. Quest’ultima aveva abbracciato con entusiasmo l’opportunità di condividere l’inarrestabile marcia verso il progresso della Helios, dalla quale aveva inviato a Rose un messaggio sibillino. Giunta lì, però, la giornalista si imbatte in una specie di veliero fantasma, dove una porta si chiude sinistramente alle sue spalle con una scritta angosciante a indicare la quarantena del luogo, in apparenza abbandonato, ma palpitante di oscure presenze.

Gli sviluppatori di Close to the Sun: da sinistra Joel Hakalax (game designer), Federico Belingheri (art director), Fabrizio Marocchino (technical designer).
Gli sviluppatori di Close to the Sun: da sinistra Joel Hakalax (game designer), Federico Belingheri (art director), Fabrizio Marocchino (technical designer).

Sviluppato dalla software house romana Storm in a Teacup e pubblicato con Wired Productions per Pc su Epic Store, Close to the Sun è un’avventura in soggettiva carica di atmosfera, cupa e lugubre, nelle cui spire Rose sembra sempre più avvinta, avanzando in questo labirinto tra gli orrori generati da qualcosa che è accaduto e che non doveva accadere. Gli enigmi sbloccano l’accesso a ulteriori ambienti della nave, ciascuno con i propri segreti da svelare. E se Rose è chiamata all’occorrenza a difendersi dai pericoli incombenti, a prevalere è il fascino del racconto, che ha i suoi colpi di scena, i suoi momenti di brivido, ma soprattutto mantiene un’aura di mistero in una dimensione sospesa ben rispecchiata nella condizione di totale isolamento della nave. Mentre ci si aggira negli eleganti scenari Art déco, in una discesa fantascientifica tra sogni e follia immersa nel sense of wonder di macchine straordinarie, si materializzano interrogativi sulle implicazioni delle ricerche più di frontiera.

Il titolo di Storm in a Teacup è una di quelle nuove, importanti, produzioni italiane che stanno provando a portare alto il nome del made in Italy nel digital entertainment. Non solo esteticamente raffinato, Close to the Sun riesce soprattutto a valorizzare il doppio binario su cui si muove l’odissea di Rose, il rebus della Helios e l’incubo personale, attraverso una spettacolare messinscena che non dimentica la sensibilità dell’anima indie.