Acqua sulla luna

L'immagine copre un'are di circa 12 x 15 km. Si notano numerose faglie giovani che presentano un movimento orizzontale del tutto simile a quello della Faglia di San Andrea in California. L'immagine è del 20 febbraio 1997.
L'immagine copre un'are di circa 12 x 15 km. Si notano numerose faglie giovani che presentano un movimento orizzontale del tutto simile a quello della Faglia di San Andrea in California. L'immagine è del 20 febbraio 1997.
Nei primi mesi del 1982, nei suoi "ringraziamenti" a 2010: Odissea due, Arthur C. Clarke scriveva:

"L'idea affascinante che possa esistere vita su Europa, negli oceani coperti di ghiaccio e mantenuti liquidi dalle stesse forze mareali gioviane che riscaldano io, venne avanzata per la prima volta da Richard C. Hoagland nella rivista Stars and Sky (L'enigma di Europa, gennaio 1980). Questa tesi assai brillante è stata presa sul serio da numerosi astronomi [...] e potrebbe essere uno dei migliori moventi della progettata Missione GALILEO".

Era dunque già da qualche tempo che l'ipotesi circolava tra gli addetti ai lavori, e la conferma ufficiale, come auspicato da Clarke, è arrivata proprio grazie alla Missione Galileo. Non quella però dell'esistenza della vita, bensì quella dell'effettiva presenza di oceani sotto la spessa coltre ghiacciata di Europa. La notizia è rimbalzata ai quattro angoli della Terra alla fine dello scorso agosto attraverso un comunicato stampa del Jet Propulsion Laboratory (che gestisce la missione della Galileo per conto della NASA), in cui la dottoressa Margaret Kivelson, dell'Università della Californi (UCLA), responsabile delle misurazioni effettuate col magnetometro della Galileo, ha annunciato le conclusioni dei dati ottenuti dall'incontro ravvicinato della sonda con Europa effettuto nel gennaio 2000. "Abbiamo buone ragioni per ritenere che gli strati superficiali di Europa siano costituiti di acqua, sia allo stato liquido che ghiacciato," ha affermato la Kivelson, evidenziando che le più recenti misure gravimetriche avevano mostrato una bassa densità, proprio come quella dell'acqua, per le parti esterne al satellite. "Ma il ghiaccio," ha aggiunto la scienziata, "non è un buon conduttore, quindi ne deduciamo che il conduttore possa essere un oceano liquido di acqua salata", un oceano che, nel caso ne venisse confermata la presenza, avrebbe almeno un volume doppio rispetto a quello di tutti gli oceani terrestri messi insieme. Ma la presenza molto probabile (le prove sono ancora indirette, ma definite "schiaccianti") di acqua sotto la superficie di Europa a una profondità dell'ordine del centinaio di chilometri ha messo in subbuglio il mondo scientifico, non solo perché nessuno si sarebbe mai aspettato la presenza di un oceano tuttora allo stato liquido, ma anche perché si ritiene che le leggi della fisica e della chimica siano universali e identiche in ogni parte del cosmo e, ovunque, acqua significa vita. Che il buon vecchio Arthur C. Clarke ci abbia azzeccato di nuovo?

La condizione biologica fondamentale

C'è vita su Europa? Oppure: Europa ospita condizioni adatte allo sviluppo della vita? Si dice che Giove è una stella che non ha avuto la forza gravitazionale necessaria per innescarsi e il suo sistema è un piccolo sistema solare mancato. Se Giove avesse avuto la massa sufficiente per "accendersi", Europa sarebbe forse diventata un'altra Terra? Ci stiamo forse addentrando nei territori della fantascienza? Forse. Nel già citato 2010: Odissea due, Clarke ci condusse proprio verso un'idea fantascientifica di questo tipo, facendo "accendere" Giove dal Monolito e lasciando intuire che Europa era stata prescelta come la culla di una nuova civiltà. Oggi, dopo le ultime scoperte, questa non ci sembra più un'idea così fantastica. La vita potrebbe annidarsi davvero dentro i profondi strati liquidi di questa luna perché, almeno come la conosciamo noi, la vita richiede tra ingredienti fondamentali: acqua, carbonio ed energia, e su Europa potrebbero essere presenti tutt'e tre. E se si pensa che la vita è per natura talmente desiderosa di emergere che è in grado di proliferare anche nelle zone più estreme del nostro pianeta, non appare un'ipotesi poi così sconcertante che organismi adeguatamente modellati dai meccanismi evolutivi rispetto alle particolari condizioni ambientali, possano essersi sviluppati nelle profondità dell'oceano di Europa. E' questo il nuovo grande, affascinante interrogativo di Europa e la NASA ha già pensato a una nuova missione progettata apposta per scoprirlo.