La cosa di John Carpenter

Articolo su <i>La Cosa</i> apparso nel Dicembre 1982 sul settimanale Ciao 2001, molto popolare all'epoca
Articolo su La Cosa apparso nel Dicembre 1982 sul settimanale Ciao 2001, molto popolare all'epoca
"L'essere umano è il posto più caldo per nascondersi"

"La Cosa mi è stato offerto dalla Universal, non è stata una mia idea. Ci stavano lavorando da anni, hanno acquistato i diritti per rifarlo e ci hanno provato in vari modi, c'era anche una versione che si sarebbe dovuta svolgere sott'acqua. Ma io sono tornato al materiale originale, lavorando su quello". A parlare è John Carpenter, regista culto per legioni di fans del cinema fantastico e per il quale il film rappresentava uno dei progetti più ambiziosi della carriera, nonostante appunto l'idea per realizzarlo non fosse partita da lui. Paradossalmente è oggi uno dei suoi titoli più amati, ma anche quello legato a quella che è stata certamente la più grossa delusione della sua carriera di cineasta. Accettando questo remake affrontò per la prima volta l'ammontare di responsabilità che si hanno quando si realizza un film per una grossa casa di produzione e al tempo stesso ebbe l'opportunità di rendere omaggio al suo regista preferito, Howard Hawks: "Ho sempre ammirato la modernità e la tecnica di Howard Hawks. Penso che fosse incredibile. E' il mio eroe. A mio modesto parere è in assoluto il più grande regista americano di tutti i tempi, ha fatto grandi film in ogni campo. Musicals, western, commedie, ha fatto tutto." In questo tutto è compreso anche l'originale La cosa da un altro mondo, prodotto e co-diretto proprio da Hawks nel 1951, basandosi piuttosto liberamente sul racconto Who goes there? scritto alla fine degli anni '30 da uno dei padri della fantascienza, John W. Campbell Jr. e da cui Carpenter ripartì per la sua versione. Il regista veniva da una serie di successi inaspettati: il suo Halloween era stato il più clamoroso successo del cinema indipendente americano di ogni tempo e anche i seguenti Fog e Fuga da New York erano andati benissimo nei mercati di tutto il mondo, nonostante i budget contenuti. Stavolta le carte in tavola erano altre: la Universal gli mise a disposizione 11 milioni di dollari per girare questo film (che comunque finì per costarne quasi 15), dandogli la possibilità di entrare nella lista dei registi di Serie A. La Cosa è certamente stato un punto chiave nella carriera di questo amato (o odiato, niente vie di mezzo) regista.

La vicenda si svolge tra le abbaglianti distese antartiche ed inizia con un elicottero che insegue un cane, che trova rifugio in una base scientifica statunitense. Gli occupanti della stazione non sanno ancora che quello che è all'apparenza un cane è in realtà un essere alieno uscito da un'astronave sepolta tra i ghiacci ed in grado di assumere le sembianze dell'organismo biologico che va a sostituire. Quando lo scoprono è ormai troppo tardi, per loro e forse anche per il resto dell'umanità... Curiosamente il progetto fu proposto prima proprio a Tobe Hooper, che scrisse una propria versione della sceneggiatura che però non fu accolta dalla Universal. Il progetto passò quindi di mano in mano per finire in quelle di Carpenter, che si ritenne infine molto soddisfatto dello script sviluppato (in oltre un anno di lavoro) da Bill Lancaster, figlio dell'attore Burt che aveva in precedenza sceneggiato il film per ragazzi Che botte se incontri gli Orsi (1976). I due concordarono pienamente sul tono da dare al film. Carpenter dal canto suo non ha mai pensato al progetto in termini di remake: "Sarei stato un idiota se avessi tentato di rifarlo. La Cosa che ho fatto io non è La Cosa che fece Hawks. Il che non significa che sia meglio o peggio, è solo differente. I rifacimenti e i seguiti sono probabilmente tra i film più difficili da fare, perché è il concetto stesso che li predispone al fallimento. Mi viene in mente il remake di Philip Kaufman de L'invasione degli ultracorpi (titolo italiano: Terrore dallo spazio profondo, ndr) Quando lo vidi pensai: Ma perché lo ha fatto? L'originale era molto migliore e mostrava molto meno. In termini di rifacimento per me La Cosa fu facile, perché non stavo cercando di rifarlo. Chiamiamolo un riadattamento, qualunque sia il termine che si preferisce usare tutto si riduce al fatto che è un film completamente diverso, sia per tono che per stile."