Gian Filippo Pizzo è uno dei decani della fantascienza italiana. Nato a Palermo, nel 1951, Pizzo è laureato in Scienze politiche internazionali e lavora come funzionario di biblioteca presso l’Università di Firenze. Si occupa di fantascienza e fantastico da trentacinque anni e in quest’ambito ha pubblicato racconti, poesie, recensioni, articoli e saggi, vincendo dei premi sia per l’attività saggistica che per quella narrativa (tradotta in parte anche all’estero). Dal 1986 tiene una rubrica fissa di fantascienza sul mensile Il giornale dei misteri. Ha pubblicato un corposo Dizionario dei personaggi fantastici (con R. Chiavini, Gremese 1996). Negli ultimi anni si è occupato prevalentemente di cinema, pubblicando con Roberto Chiavini e Michele Tetro Il grande cinema di fantascienza (2 v., Gremese 2001-2003), Il grande cinema fantasy (Gremese 2004), Contact! Tutti i film sugli alieni (Tedeschi 2006), Mondi paralleli: storie di fantascienza dal libro al film (Edizioni della Vigna, 2011). Assieme a Walter Catalano è curatore delle antologie Ambigue utopie: 19 racconti di fantaresistenza e Notturno Alieno, entrambi pubblicati per la Bietti.

Nell’intervista che segue, Pizzo ci parla delle sue innumerevoli attività editoriali, ma anche di come è cambiato il fandom nel corso degli ultimi quarant'anni.

Partiamo dal futuro: a quali progetti editoriali stai lavorando in questo momento e quali prossime uscite ci attendono sul fronte delle “fantantologie”? 

Proprio in questi giorni sto correggendo le bozze di una antologia sulla "decrescita": si intitola Terra promessa e uscirà ad aprile per Tabula Fati. Per il resto è una fase di incertezza, la antologia sulla "fantareligione" di cui parlo già da tempo, curata assieme a Walter Catalano, è slittata agli inizi del prossimo anno; uscirà per Bietti e forse si intitolerà All'infuori di me, ma è ancora da decidere. Ho poi già pronte altre due antologie, una, Il prezzo del futuro, sulla "fantaeconomia", è bloccata presso l'editore che l'aveva a suo tempo accettata e non si capisce cosa vuol farne. L'altra è una cosa più particolare, una raccolta di racconti di generi diversi ma tutti accomunati dall'essere molto "cattivi" - due titoli possibili: La cattiva strada o Il lato oscuro - e sto cercando un editore. Poi ce ne sono altre due, una sulla "fantamusica" (che curo con Catalano e Luca Ortino) e una sulla "fantagalera" (in questo caso mi affianca Roberto Chiavini), ma per queste siamo ancora alla fase di selezione dei racconti. 

L’operazione delle antologie di racconti scritte da autori italiani, che curi ormai da anni, oggi si affianca alla sperimentazione che Delos sta portando avanti con gli ebook di singoli racconti. È un revival della forma racconto nella fantascienza nostrana? 

Credo assolutamente di sì! D'altra parte io preferisco i racconti ai romanzi, almeno nel campo della SF: si evidenzia meglio l'idea. Tra l'altro, un'idea molto simile l'avevamo avuta - e prima - anche noi, cioè il gruppo fiorentino dei curatori della collana Mellonta Tauta per l'editore Fratini (io e i già citati Catalano, Chiavini e Ortino) ma l'editore non ha ancora deciso e non è escluso che la faremo in maniera autonoma. 

Sei stato uno degli autori della recente Guida alla letteratura di fantascienza pubblicata da Odoya. Un’impresa editoriale importante e coraggiosa, ma anche molto criticata sul fronte dei contenuti. Delle critiche si è parlato molto, specialmente sul tema della fantascienza italiana. Quali sono invece i punti di forza del progetto? 

Guarda, io le critiche non le ho trovate molto giustificate, perché provengono da una minoranza di appassionati competenti (che, dal loro punto di vista possono anche avere ragione) mentre il libro era stato pensato per un pubblico più generico, di lettori non specializzati ma curiosi. Il maggior punto di forza è stato indubbiamente il fatto di averlo pubblicato, perché ormai da lustri non c'era sul mercato un'opera di questo genere, cioè una "guida" e non un saggio. Poi la struttura particolare - anche questa una novità per l'editoria italiana - con l'individuazione di trenta lemmi, cioè trenta argomenti basilari della fantascienza, i riquadri di approfondimento e le note biobibliografiche su cento scrittori di SF. Mi è sembrato un approccio molto interessante. Infine mi è piaciuta molto la veste grafica e l'impaginazione (devo fare i miei complimenti a chi se n'è occupato, perché non era facile con un formato così ridotto) che credo stiano contribuendo molto al successo del libro. Inoltre, con questa operazione si è aperto un nuovo spazio editoriale per il fantastico (Odoya, attraverso il marchio Meridiano Zero ha iniziato a pubblicare anche narrativa SF, e ci sono possibilità anche per scrittori italiani) del quale beneficerò io stesso, visto che a maggio uscirà una Guida al cinema di fantascienza che ho scritto con Roberto Chiavini e Michele Tetro, e più avanti una Guida alla letteratura horror!