La sensazione di essere considerati un'élite dell'umanità, una sorta di cervellotica istituzione, vi ha mai sfiorato?
Come scriviamo nella parte introduttiva del nostro libro, è solo da pochissimo tempo che abbiamo iniziato ad avere un minimo di consapevolezza rispetto a quello che, da oltre trent'anni, stiamo facendo. In termini astratti reputiamo normale che alcune persone si occupino di esplorare nuove strade. Nel 99,9999% dei casi i risultati saranno del tutto trascurabili, a prescindere dall'impegno e dalle risorse investite... Però ogni tanto qualcuno scopre qualcosa di realmente utile e lo mette a disposizione degli altri.
La tensione al postumanismo è stata una costante nella vostra vita, oppure c'è stato un momento di svolta?
Se per postumanismo intendiamola comprensione completa della realtà che ci circonda e il conseguente raggiungimento di quella che noi chiamiamo Semi-Immortalità, allora la risposta è: "Sì, è stata assolutamente una costante nella nostra vita fin dall'adolescenza!". Siamo praticamente nati con questa tensione e siamo convinti che, in un modo o nell'altro, sia una tensione presente in tutti gli esseri umani. La maggior parte di noi l'abbandona perché ha paura di non essere all'altezza di affrontarla. Fino a qualche decennio fa forse poteva essere giustificato ignorare questa tensione ma ora, con la Singolarità Tecnologica in arrivo, crediamo sia meglio provare a seguirla.
Quanto ha influito la fantascienza nella vostra ricerca del postumano?
Molto. Nella parte finale del nostro libro parliamo dei "100 Grandi Giocatori" che hanno maggiormente influenzato il nostro percorso filosofico, scientifico e tecnologico... Insieme a personaggi come Aristotele, Leonardo Da Vinci, Gottfried Leibniz e Albert Einstein trovano posto anche due grandi della fantascienza come Isaac Asimov e William Gibson.
Il postumanismo ha un colore politico? Se no, potrà averlo?
Domanda difficilissima e rischiosissima... Proviamo comunque a rispondere. Riteniamo esistano movimenti politici che hanno un'idea di società in cui è maggiormente probabile che si possano sviluppare le idee connesse al postumanismo. Come scriviamo nella parte filosofica del nostro libro, secondo noi, una società liberale e basata sull'individuo è più vicina al postumanismo di una società fortemente regolamentata e basata sul collettivo. Però è difficile dire molto di più in quanto la traduzione nella realtà di questo concetto, tra l'altro abbastanza ovvio, è tutt'altro che agevole... Questo in attesa, ovviamente, del Partito dei Postumani!
Quali saranno gli indizi che certificheranno l'avvento della Singolarità Tecnologica? Saranno avvertibili?
Nel libro identifichiamo le quattro strade principali che ci stanno portando verso la Singolarità Tecnologica e i quattro relativi traguardi di metà percorso. Le quattro strade sono l'intelligenza artificiale, la psiconeurofisiologia, la genetica e le nanotecnologie. I traguardi intermedi saranno quindi il superamento del test di Turing, la comprensione dei meccanismi di autoguarigione mente-corpo, la completa mappatura funzionale del genoma umano e la realizzazione dei nanorobots.
La possibilità di un prolungamento indefinito della vita potrà portare, come effetto collaterale, una sorta di spleen?
In uno dei paragrafi in cui parliamo del divertimento definiamo la noia come una delle principali trappole disseminate sul percorso verso il prolungamento indefinito della vita. Perseguire con volontà e rigore il divertimento crediamo sia un aspetto fondamentale dell'etica della Semi-Immortalità... Inoltre siamo convinti che, tra qualche anno, le intelligenze artificiali ci aiuteranno ad annoiarci un po' meno.
Può essere considerato, il postumanismo, una ricerca estrema del materialismo?
La nostra opinione è che postumanesimo e materialismo non siano in alcun modo correlati. In questo momento storico si può essere postumanisti a prescindere dalla propria opinione rispetto alla natura del reale... Si può essere materialisti, idealisti, mistici, dualisti, etc... Per esempio noi riteniamo che la realtà sia composta da due dimensioni, quella del mondo fisico e quella del mondo delle informazioni e che a una modifica del mondo fisico corrisponde sempre una modifica del mondo delle informazioni e che, simmetricamente, a una modifica del mondo delle informazioni corrisponde sempre una modifica del mondo fisico. Nel nostro libro approfondiamo anche la possibilità che esista quella che potrebbe essere definita la dimensione dell'anima o, più precisamente, la dimensione della volontà. Non crediamo esistano prove definitive né per una sua evidenza, né per una sua sicura negazione.
7 commenti
Aggiungi un commentoMi intrometto nella discussione in quanto il tema, per quanto delicato, resta sempre ricco di suggestioni e di spunti di approfondimento. Non credo di essere particolarmente allergico al concetto di anima, né intesa come unità a sè stante, né come Tutto Unico Universale (o Brahman che dir si voglia). Sono idee affascinanti, ma non hanno alcun fondamento scientifico. Nessuno ha un solo dato da cui partire per arrivare per induzione a un concetto di questa portata. E' una questione di metodo, e il rasoio di Occam detta legge di fronte alle possibili spiegazioni alternative di un fenomeno emergente ancora avvolto nell'oscurità come la coscienza (passatemi l'immagine).
La manifestazione della coscienza resta un processo per molti versi misterioso. Ma d'altro canto siamo riusciti a spiegare il comportamento macroscopico di macro-insiemi di micro-particelle, per cui confido che presto o tardi avremo anche in questo campo l'equivalente della meccanica statistica o della termodinamica. In caso contrario, dovremmo prepararci ad ammettere che anche il web potrebbe sviluppare una sua consapevolezza. Il che è palesemente assur-- no carrier
Okay, diciamo altamente improbabile (va meglio così?).
Il rasoio di Occam mi spinge a propendere per la spiegazione più economica. Investire nell'anima potrebbe portare a effetti più catastrofici della crisi dei mutui.
Questa la mia opinione.
Un saluto,
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Affascinante ed intrigante movimento, il Transumanesimo.
Anch'io sono sempre stato molto affascinato dal concetto di trans ( o post) umanesimo ma non ho ben capito cosa fa in pratica il movimento, oltre ovviamente ad essere una corrente "culturale". Sopratutto chiederei a Gabriele Rossi in cosa consiste il suo lavoro di cui accenna nel post e se è direttamente o indirettamente legato al movimento.
grazie
saluti
credo che ciò che studia rossi sia sì proveniente dal transumanesimo, di cui è però il braccio businness, in senso lato, ovvero come pensare di organizzare delle factory che producano non solo idee, ma anche fatturato.
ma su questo rossi può fare molta più luce di me, sono solo un suo lettore e devo dire che egli stimola fortemente la parte postumana che è in me, scatenando sensazioni tecnologiche, etiche, politiche sull'avvento dei postumani.
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