"Alla fine" dice il produttore David Giler "andò bene quanto gli altri, ma gli incassi furono distribuiti in maniera diversa". L'estrema sofisticatezza visiva del film per alcuni critici fu anche il suo maggiore difetto e venne rimproverato al regista di non aver abbastanza trascinato il pubblico nel vortice della narrazione.

Una critica particolarmente feroce parafrasando la frase di lancio del primo film titolava: nello spazio nessuno può sentirti russare. Gli effetti visivi del film gli fecero ottenere la sua unica candidatura al Premio Oscar, la nomination riguardava tutta la squadra responsabile degli effetti: Richard Edlund, Alec Gillis, Tom Woodruff Jr. e George Gibbs. Tutto sommato dunque il film fu una delusione inizialmente ma col tempo si dimostrò comunque un successo, tant'è che alla 20th Century Fox già si pensava a come continuare la vicenda.

Nel considerare l'aspetto economico che indubbiamente spinge al continuo espandersi della saga (per arrivare all'imminente cross over Alien contro Predator) non bisogna sottovalutare gli introiti che vanno alla produzione dal mercato home video. In particolare l'avvento del DVD ha offerto si alla Fox la possibilità di sfruttare ulteriormente il franchise rieditando, opportunamente rimasterizzata, la serie. Per gli appassionati la possibilità di aver accesso a materiale in precedenza mai visto al cinema. Verso la fine del 2003 su questo supporto è stato ad esempio possibile vedere una Edizione Speciale di Alien3 che recuperava tutto il recuperabile del materiale che era finito sul pavimento della sala di montaggio in occasione dell'uscita originale. Fincher stesso era stato contattato e gli era stato chiesto se voleva occuparsi del lavoro, poteva essere per lui l'occasione di fare quello che Robert Wise aveva fatto per il Director's Cut del suo Star Trek - The motion picture. Tuttavia Fincher non ha accettato, non è ben chiaro se per motivi di tempo oppure se perché i contrasti durante la realizzazione furono tali e tanti da non essere stati ancora del tutto digeriti.

Comunque sia è stata approntata una versione che è circa mezz'ora più lunga di quella del 1992. Per assemblarla sono stati usati il copione originale annotato utilizzato durante le riprese, la copia lavoro esistente, gli appunti del regista e del montatore (Terry Rawlings, Blade runner). Sono state anche rifinite con le moderne tecniche di animazione computerizzata le sequenze che erano state girate ma mai completate e per le quali gli effetti visivi, quando c'erano, erano semplicemente quelli preliminari e non definitivi. Il risultato è certamente intrigante e offre la possibilità di capire che c'erano le potenzialità di fare un film all'altezza dei precedenti se solo a Fincher fosse stato concesso di poter gestire personalmente quella che poi in definitiva era la sua visione di Alien.

Rimane comunque il dubbio che anche in questa versione il film avrebbe comunque deluso tutti coloro che si aspettavano di più della stessa zuppa già servita in precedenza, una mentalità perversa che pigramente non fa altro che premiare quei produttori cinematografici che fatto un film di successo continuano a farne dei seguiti senza troppo sforzo, semplicemente riproponendo con minime modifiche quanto già fatto. Da questo punto di vista la saga di Alien svetta per unicità e originalità sopra ogni altra serie cinematografica. Quattro grandi registi che offrono, ognuno secondo il proprio approccio e stile, una loro versione dell'eterna sfida tra l'uomo e le mostruosità dell'universo, anche quelle interiori.

A Hollywood dovrebbero capire che sarebbe meglio farli lavorare dando loro il massimo supporto e collaborazione, non ostacolarli e piegarli ai voleri di quello che si suppone voglia il mercato. Ma questo forse è già di per se un film di fantascienza.