dal nostro inviato speciale

Marco Spagnoli


Roland Emmerich è probabilmente il più importante cineasta europeo presente sul continente americano e quello di maggiore fortuna. Rivali come Paul Verhoven e Jan De Bont si sono dovuti, infatti, inchinare di fronte agli incassi stratosferici di pellicole come Stargate, Indipendence Day e dello stesso Godzilla il cui progetto è stato ereditato dal duo di produzione Devlin e Emmerich proprio da De Bont. In questa intervista per Delos, Emmerich ci parla a tutto campo dei suoi amori: il cinema, la fantascienza e - naturalmente - Godzilla.

Roland Emmerich Delos: Mr. Emmerich, qual è per lei il fascino di Godzilla oggi?

Roland Emmerich: Quello di potere vedere un animale del genere in una città moderna. Ero attratto dall'idea di potere immaginare New York in un giorno qualsiasi e - tutto a un tratto - vedere emergere dall'acqua questo mostro enorme. All'inizio non ero troppo convinto di dovere accettare questa pellicola, perché pensavo sarebbe stata troppo costosta e rischiosa da fare. Quando sono venuti a chiedermi se lo volevo dirigere ho detto loro: "Ma perché non vi rivolgete a Tim Burton?" Poi mi hanno convinto dicendomi che sarebbe stato fatto come volevamo.

Delos: Come è allora il Godzilla di Roland Emmerich e del suo coproduttore Dean Devlin?

Roland Emmerich: Un filmaker sceglie sempre di realizzare quello che vorrebbe vedere al cinema. Io e Dean siamo prima dei grandi fan eppoi dei cineasti. Non volevamo un approccio al personaggio in stile giapponese con due pupattoloni che combattono su Tokyo. Volevamo creare qualcosa di nuovo senza tenere conto del passato. Per questo Godzilla non può essere considerato un sequel o un remake. E' completamente diverso da come se lo aspettava la gente. Era importante per noi reinventarlo del tutto, magari avvicinandoci all'idea originale dell'animale trasformato in mostro dalle esplosioni nucleari. Quando si lavora su un personaggio come Godzilla non si può tenere conto di tutto quello che il pubblico vorrebbe o non vorrebbe vedere. Guardi quello che è successo a Batman: quando è arrivato Robin - per le pressioni dei fans - tutto il lavoro fatto da Michael Keaton e Tim Burton è andato a farsi benedire.

Delos: Fare un film su Godzilla vuol dire confrontarsi con ventidue predecessori, perché quella del mostro giapponese è la serie più lunga della storia del cinema. Ancora prima di Bond che di film ne ha circa diciannove. Si è sentito influenzato?

Independence day Roland Emmerich: No, perché dopo il successo di Indipendence Day mi hanno concesso di fare quello che volevo senza troppi problemi, a parte il dovere continuamente fare riferimento alla ToHO che di Godzilla detiene i diritti. Sapevo che - comunque - i fan di Godzilla mi avrebbero odiato e che non sarebbero mai stati soddisatti. Nei miei film cerco sempre di mettere quello che diverte me, anche se so che magari non piace al pubblico.

Delos: Cosa le ha dato girare questo film?

Roland Emmerich: La possibilità abbastanza unica di lavorare su un personaggio che fosse contemporaneamente l'eroe e il nemico.

Delos: Si è più divertito a girare Indipendence Day o Godzilla?

Roland Emmerich: Io mi diverto sempre a girare i film che giro, altrimenti non li realizzerei. Forse mi sono divertito a lavorare più su Godzilla, perché essendoci meno effetti speciali sul set, potevo concentrarmi di più sulla recitazione degli attori. Indipendence Day, invece, ha richiesto - dal punto di vista degli effetti speciali - una maggiore attenzione.

Delos: anche per questo che lei e Dean Devlin siete riusciti ad abbattere i costi di produzione?

Roland Emmerich: Esattamente. Godzilla è costato "soltanto" centoventicinque milioni di dollari, proprio perché abbiamo realizzato gli effetti speciali grazie alla nostra casa di produzione e sono stati aggiunti per la maggior parte dopo. In effetti non si può dire che sia costato proprio pochissimo...

Delos: Di meno rispetto agli standard hollywoodiani...

Independence day Roland Emmerich: Questo è sicuro.

Delos: A lei piacciono sequel e remake?

Roland Emmerich: Assolutamente no. E' vero nel mondo del cinema circolano sempre meno idee brillanti al punto che dopo tanti anni le case di produzione sono costrette a realizzare nuove versioni di film che erano stati girati tanti anni prima e di cui la gente non ha quasi più memoria. Quando questo fenomeno raggiunge l'eccesso, allora sí che iniziano i problemi. Certi film non possono essere assolutamente rifatti. E' assurdo.

Per quanto riguarda i sequel, invece, io amo le storie compiute in sé. Un film può essere valido se e solo se risulta completo. Alcune serie erano interessanti come quella di Alien che nei primi film mostrava aspetti differenti. Altre, invece, sono meno riuscite.

Delos: Eppure nel suo futuro sembrebbero esserci un sequel e un remake...

Roland Emmerich: Non dirigerò Indipendence Day 2 fino a quando non avrò trovato un'idea interessante che mi convinca davvero. Ma il film dovrà essere radicalmente e totalmente diverso. Non voglio rovinare un buon film solo per guadagnare tanti soldi. Non ne ho bisogno. Per quanto riguarda il remake di Viaggio Allucinante, quella è una vecchia idea che ho sviluppato quando lavoravo con la Twentieth Century Fox che era completamente diversa dall'originale. Adesso che lavoro con la Columbia, quel progetto è stato accantonato e non ho intenzione di riprenderlo.

Delos: Che progetti ha?

Roland Emmerich: Non ne ho alcuna idea.

Delos: Lei è un fan dichiarato di Steven Spielberg e del regista americano utilizza sempre la stessa tecnica: il rumore precede di molto la creatura, il mostro, la morte...

Roland Emmerich: Ma l'attesa di qualcosa è sempre più interessante di quando questa cosa la vedi! Ed è anche più spaventosa. E' interessante lavorare con i rumori, perché l'immaginazione delle persone è sempre più vasta di quello che puoi mostrare loro.

Delos: Eppure Godzilla è diverso dai due Jurassic Park, essendo molto meno spaventoso...

Roland Emmerich: Odio la violenza al cinema, quanto non è motivata da qualcosa e ritengo vergognosa la sua glorificazione in pellicole come Atto di forza. Una volta ho fatto un film violento intitolato I nuovi eroi con Van Damme e Dolph Lundgren e da allora mi sono detto: "Non farò mai più un film del genere!". Sapevo sin dall'inizio che Godzilla non sarebbe stato un film violento e non volevo nemmeno che distruggesse troppo la città. Io stesso ho dei problemi ad andare a vedere pellicole come Alien o L'esorcista. Lo stesso Spielberg, però, ha fatto film come Salvate il soldato Ryan e Schindler's List che erano pellicole contro la violenza e che la mostravano nel suo aspetto deteriore. Bisogna stare attenti quando si fa un film: la violenza non è mai divertente.

Delos: Perché la accusano di fare film più americani di quelli fatti dagli americani?

Godzilla Roland Emmerich: L'unico vero film americano e patriottico che ho fatto è stato Indipendence Day. Purtroppo - nonostante a me piacciano molto - i film patriottici non si possono fare più perché in un mondo che vive sotto l'incubo del nucleare è assurdo realizzare pellicole dove qualche altro essere umano viene identificato nel cattivo. Sarebbe politicamente scorretto. Così gli alieni mi hanno dato la possibilità di fare un film patriottico in cui tutti gli esseri umani si sarebbero potuti identificare.

Delos: Perché le piace tanto la fantascienza?

Roland Emmerich: Perché è sempre determinata da un concetto. Spesso semplice e seducente. E' molto visuale e come spettatore sono sempre stato attratto dalle immagini molto forti e piene di fascino.

Delos: Guardando Godzilla viene da pensare a quello che Pierce Brosnan ha dichiarato recentemente a Delos. Ovvero che James Bond doveva diventare un killer, dark quasi come Batman per sopravvivere negli anni Novanta. Lo stesso capita al suo Godzilla che è intelligente, feroce e più spaventoso che mai...

Roland Emmerich: Sono d'accordo con Brosnan: dovevano cambiare Bond per farlo sopravvivere e fare altri film. L'unico problema è che devono trovare quanto prima un regista che sia capace di dare nuovi stimoli alla serie e soprattutto creare uno stile bondiano in sintonia con questa epoca. Bisogna che Brosnan convinca la produzione a fare in modo che Bond diventi sempre più dark, più "affilato" e che ritorni alle origini dei libri di Ian Fleming.

Stargate Delos: Un ritorno a un personaggio non del tutto politicamente corretto, dunque?

Roland Emmerich: Qualcosa del genere...

Delos: Ma il suo Godzilla è politicamente corretto...

Roland Emmerich: Sì, lo è ma perché Godzilla è una vittima degli esseri umani. Non ha chiesto di essere creato e nemmeno di venire ucciso. E' come Frankenstein con l'unica differenza che non farebbe - se potesse - alcun male all'uomo. Godzilla è un lucertolone innocuo, soltanto che è troppo cresciuto, così gli capita di fare tanti guai...

E' una figura tragica, perché sono gli uomini a decidere di doverlo uccidere, mentre lui vorrebbe solo mangiare, riprodursi e vivere.

Delos: Preferisce Godzilla o King Kong?

Roland Emmerich: Sicuramente King Kong, perché il film originale degli anni Trenta è un capolavoro della cinematografia internazionale. I film giapponesi come Godzilla, La tarantola e Il mistero del dinosauro sono venuti dalla voglia della cinematografia nipponica di eguagliare un film come King Kong. Imitandolo e facendolo come volevano loro.

Delos: E di King Kong lei ha messo la stessa scena finale in cui l'occhio del mostro si chiude dopo avere sentito il battito cardiaco fermarsi...

Roland Emmerich: Esattamente.

Delos: Molte persone si commuovono a vedere quella scena... forse, perché gli animali anche quando sono duri e cattivi come Godzilla non dovrebbero essere mai uccisi?

Stargate Roland Emmerich: Ma gli animali non sono mai cattivi. Non hanno il libero arbitrio e non scelgono di uccidere. Fanno quello che dice loro l'istinto. Bontà o cattiveria sono concetti umani e non appartengono al mondo animale. Questo è un po' il messaggio di Godzilla: rispettate la natura e gli animali.

Delos: Allora Godzilla non è un mostro...

Roland Emmerich: Mostri sono gli esseri umani che fanno pericolosi esperimenti nucleari che recano danni incalcolabili alla natura, agli animali e agli uomini. Godzilla non è affascinante, ma non può certo dirsi un mostro. I film sui mostri hanno avuto sa sempre questo messaggio: se non state attenti alla Natura, questa si difenderà.

Delos: C'è anche una componente antinucleare nel film?

Stargate Roland Emmerich: Quando abbiamo incontrato Jean Reno, abbiamo deciso di scrivere per lui la parte dell'agente segreto francese che deve raddrizzare i torti del proprio governo.

Siamo contro il nucleare e siamo contro i test atomici per quello che fanno alla natura.

Quest'idea inoltre ci avvicinava di molto alle radici di Godzilla - nato dall'idea avuta da Tanaka il suo realizzatore mentre sorvolava l'atollo di Bikini - permettendoci di andare contro questa idiozia. Quando Godzilla è uscito nelle sale, l'India ha ripreso i test atomici e stranamente Godzilla è diventato il film campione di incassi di sempre in quel paese.

Delos: Lei ritiene che ci potrà essere un seguito?

Roland Emmerich: Probabilmente sí. Ne ero consapevole fin dall'inizio e adesso che c'è questa possibilità, vorrei essere coinvolto.

Delos: Quali sono le sue peggiori paure?

Roland Emmerich: Ne ho tante. Odio la violenza che in America è un problema terribile e mi fa paura il cancro ai polmoni, perché fumo un po' troppo: circa dieci o quindici sigari al giorno. Davvero tanto...

Delos: Detto tra noi: ma lei crede che Luc Besson abbia copiato da Stargate per il look de Il quinto elemento?

Roland Emmerich: Ma noooo... suuuuuuu... non diciamolo nemmeno... qualcosina... forse soltanto un pochettino...