Un lato importante del personaggio di Elsa Schneider è la sua scelta di campo. Elsa è austriaca e ha scelto di lavorare per i nazisti ma le sue preferenze politiche, come lei stessa afferma nella scena finale “Credo nel Graal, non nella svastica”, sono dettate più dalla convenienza e dal tornaconto personale che non da affinità ideologiche. Benché il nazismo fosse basato su un primato maschile, fatto di eroismo, cameratismo e razzismo verso l'altro sesso e tutti coloro che non si conformavano, la dottoressa Elsa Schneider è riuscita comunque a ottenere una posizione di prestigio e a guidare una spedizione importante come quella per il Graal. È quindi a suo modo una degna antagonista di Indy e forse il problema del personaggio è tutto qui. Elsa è l'unica archeologa competente quanto Indy, avventuriera forse anche più di lui, che non batte ciglio negli inseguimenti e nelle fughe, negli incendi sotterranei o davanti alla morte. Ma Elsa è un Indy al negativo. L'unico personaggio femminile in grado di tenere testa a Indy si rivela anche sua acerrima nemica e

muore alla fine del film per la sua brama di conoscenza e di potere.

Ricapitoliamo. Se sei una stupida pollastrella urlante non corri alcun rischio nei film di Indiana Jones, l'eroe ti salverà sempre e alla fine lo ottieni in premio; se invece sei intelligente invariabilmente fai parte della schiera dei nemici e morirai alla fine perché nella nostra società, quella dei buoni, non può esistere una donna bella, intelligente e intraprendente, sarebbe un attacco alle fondamenta stesse del sistema  che permette a Indy di essere un eroe e avere una donna in ogni film. Le donne devono essere belle e stupide. Per carità, una donna intelligente la possono avere solo i nostri nemici che fondano la loro società su idee a noi del tutto estranee.

E questo ragionamento ci conduce all'ultimo film Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, dove ancora una volta abbiamo una antagonista, Irina Spalko, una donna bella, intelligente e intraprendente che lavora per il nemico, i Comunisti della Guerra Fredda. Questo personaggio, interpretato magistralmente da Cate Blanchett, fonde le doti di Eva Schneider, quindi sete di conoscenza, attitudine al comando, un carattere freddo e calcolatore, con una immagine e un look che pur scimmiottando le uniformi russe, richiamano alla mente un altro stereotipo femminile: Irina ostenta una incredibile capigliatura corvina benché l'attrice sia biondissima, tanto che si vede che è una parrucca, ha stivali neri, dei lunghi guanti di pelle nera e un fioretto, più efficace e naif di un frustino. Se non fosse che

Cate Blanchett interpreta il personaggio in modo glaciale, anche se sensuale, verrebbe da pensare che Irina sia una dominatrix, uscita dall'immaginario maschile feticista. Dopo quasi venti anni le antagoniste di Indiana Jones si sono ridotte a macchiette: dall'archeologa che passa di letto in letto alla dominatrice in pelle nera. Il livello di creatività a Hollywood si è abbassato notevolmente, neanche più i cattivi adesso sono interessanti e per dare a Indy una degna compagna hanno dovuto addirittura ritirare fuori un personaggio creato più di venticinque anni fa, Marion Ravenwood, l'unica donna veramente degna della serie di film di Indiana Jones. 

Nei Predatori dell'Arca Perduta Marion fa cose che non solo le donne non facevano negli anni '30 e '40, ma neanche negli anni '80 quando è uscito il film. Rimane bloccata da sola in Nepal e si mette a gestire un locale per sherpa e scalatori, si guadagna degli extra rimanendo in piedi quando tutti gli altri sono svenuti ubriachi sotto il tavolo, quando arriva Indy gli dà un pugno in faccia per fargli pagare vecchi conti, non batte ciglio davanti a ufficiali nazisti che avrebbero fatto impietrire chiunque. L'inizio del film è stato come una boccata di ossigeno, finalmente una donna che è protagonista della propria vita anche se non è l'eroina principale del film. Anche dopo, quando è prigioniera di Belloq e dei nazisti, cerca comunque di cavarsela da sola senza aspettarsi nulla da un avventuriero come Indy. Nel corso del film però le cose peggiorano e il suo ruolo nella storia viene limitato gradualmente. Si trova il modo di farle indossare un elegante abito da sera bianco, un abito con cui deve affrontare serpenti e pericoli di ogni tipo. Indy indossa stivali, pantaloni, camicia, cappello, usa una frusta mentre la sua compagna ha un abito scollato di seta e pizzi che gradualmente si riduce in brandelli sottolineando la sua crescente vulnerabilità, una vulnerabilità manifestata anche attraverso il livello di decibel con cui grida per farsi venire a salvare.