Apparentemente i due si separano alla fine de I Predatori dell'Arca Prduta malgrado il feeling particolare che si era creato. Nel quarto film Marion rivela che Indy l'ha abbandonata sull'altare e che si è vista costretta dalle circostanze a rifarsi una vita, dimostrando così grande carattere e coraggio per una donna degli anni '50 “sedotta e abbandonata”. Il

personaggio sembra anche aver perdonato Indy per questo suo gesto e dopo una breve discussione i due riprendono la loro storia da dove l'avevano lasciata venticinque anni prima. La facilità con cui si rimettono insieme però mi rende perplessa. È come se Marion avesse pensato: Indy è il mio grande amore, ma non posso averlo adesso, pazienza, lo aspetterò, nel frattempo mi rifaccio una vita e cresco suo figlio, alla prima occasione ci rimettiamo insieme e ci sposiamo. Mi sembra un po' un ruolo da Penelope che cresce Telemaco in attesa del ritorno di Ulisse, aggiornato solo un po' dato che Marion si è risposata (con uno dei Proci?) anche se non sembra avere avuto altri figli. Non è certo il comportamento di una donna moderna che avrebbe cercato di dimenticare tutta la storia senza mai rivedere Indy.

Marion sembra essere l'unico personaggio femminile della serie di Indiana Jones ad aver ricevuto un po' più di attenzione rispetto alle sue colleghe. Malgrado questo, la capacità di gestire da sola la propria vita così brillantemente dimostrata nelle scene in Nepal è stata lentamente affossata preferendo invece nel quarto film un profilo basso con ruolo di madre, in questo modo però il suo personaggio ha perso importanza, non è più la donna rivoluzionaria degna compagna di un avventuriero come Indiana Jones, ha più l'appeal di una moglie tranquilla e di una brava madre. In fondo è stato triste vederla guidare solo camion e mezzi anfibi nella giungla, sarebbe stato molto bello se avesse avuto qualcosa di più interessante da fare. Non ho nulla contro il ruolo di madre, e per fortuna Marion è una degna rappresentante del genere femminile, ma vorrei che le donne non fossero rappresentate solo con un aut aut, cioè o madre o guerriera, o vergine o dominatrix, o alleata o traditrice. Le persone non sono così, sono un pot pourri di esperienze, di ruoli, di ricordi, di affetti, di odio ecc. Finché Hollywood continuerà a creare personaggi femminili basandosi solo su stereotipi antiquati e bidimensionali, noi pubblico femminile continueremo a uscire dalle sale cinematografiche senza aver potuto godere appieno dell'esperienza catartica fornita dalla settima arte. Avremo sempre un retrogusto amaro causato dalle nostre eroine o dall'assenza di eroine tout court. Hollywood deve fare ancora molta strada prima di riuscire a capire le donne e a rappresentarle nel modo giusto sul grande schermo.