Schema dell'orbita di 2003 UB313 e delle sue dimensioni relative.
Schema dell'orbita di 2003 UB313 e delle sue dimensioni relative.
C'è poi quella "ultra-storica", che considera le dimensioni dei corpi celesti e prende Plutone come spartiacque. I corpi celesti più piccoli di Plutone sono da considerare comete, asteroidi od oggetti trans-nettuniani, e quelli più grandi sono da considerare pianeti. In questo caso 2003 UB313 sarebbe davvero il tanto atteso Pianeta X.

Questo approccio, tuttavia, non rende alcuna ragione scientifica del motivo per cui quella di Plutone dovrebbe essere la taglia discriminante. Perché Sedna o Quaoar, che sono solo leggermente più piccoli di Plutone, non dovrebbero essere anch'essi pianeti? E' necessario dunque passare alla terza definizione, quella "gravitazionale": un pianeta è un corpo celeste di massa sufficiente da rendere evidenti gli effetti della forza gravitazionale su se stesso, pertanto avrà sempre, per forza, una forma sferica, dato che tale forza agisce in maniera uguale in tutte le direzioni. In questo modo, per essere considerato un pianeta a un corpo celeste basterebbe essere sferico.

Dal punto di vista scientifico, la definizione sarebbe sufficientemente generale, nonché univoca e impeccabile. Purtroppo però fallirebbe nella coerenza storica, giacché il limite minimo di massa e dimensioni che conferiscono rotondità ai corpi celesti è più piccolo di Plutone al punto che, non solo Sedna, Quaoar, 2003 UB313 e almeno un'altra decina di oggetti della Fascia di Kuiper oggi conosciuti sarebbero da considerare pianeti, ma anche, per esempio, il già citato asteroide Cerere, che è in effetti sferico. E questo naturalmente stravolgerebbe tutti i libri di astronomia degli ultimi due secoli! Del resto la rotondità di tutti i pianeti "ufficiali" può essere considerata una caratteristica sufficiente per definire pianeta un qualsiasi oggetto in orbita intorno al Sole? Senza contare che esiste già una terminologia ufficiale per definire tutti gli oggetti "sferici", siano essi pianeti, asteroidi o KBO, ed è "planetoidi". Arriviamo così all'ultima, e più sofisticata definizione, che si potrebbe chiamare "della popolazione". In pratica, se in una determinata zona di spazio orbita un corpo celeste la cui massa è molto maggiore della somma delle masse dei restanti oggetti che orbitano in quella medesima zona di spazio, allora l'oggetto in questione si potrà considerare "solitario" e quindi un pianeta. Altrimenti sarà solo un membro di quella popolazione, come lo è Cerere nei confronti della Fascia degli Asteroidi. In questo caso, però, anche Plutone dovrebbe essere degradato a semplice oggetto appartenente alla popolazione chiamata oggetti della Fascia di Kuiper, nella quale finirebbero anche Quaoar e 2003 UB313, mentre Sedna finirebbe probabilmente per essere classificato come oggetto appartenente alla popolazione della Nube di Oort. E' evidente, quindi, che la scoperta di 2003 UB313 rende quantomai urgente una definizione ufficiale sull'argomento e l'International Astronomical Union (IAU), l'ente internazionale preposto alla classificazione e nomenclatura dei corpi celesti, è in effetti già al lavoro per dare una definizione che dovrebbe essere comunicata entro la fine del 2006.

Attualmente non è dato ancora sapere se sarà scelto uno degli approcci citati, o se ne sarà escogitato uno ancora diverso. E' tuttavia assai arduo ritenere che gli astronomi riusciranno a trovare un compromesso che salvi in pieno sia la storia, che la scienza. Pertanto o Plutone dovrà rassegnarsi a essere declassato al rango di planetoide KBO, oppure per forza di cose il nostro Sistema Solare si popolerà da un giorno all'altro di una nuova moltitudine di pianeti, andando ben oltre il decimo esemplare. Proprio per questo è assai più ragionevole che l'IAU giunga all'adozione di una definizione simile a quella di "popolazione", classificazione più scientifica e conservativa di tutte, anche se questo significherà la perdita di Plutone e il risveglio definitivo dal sogno del Pianeta X.