La recente scoperta di un decimo pianeta nel Sistema solare - cui è stato attribuito il nome Sedna, ripreso da una divinità degli Inuit - concretizza un evento a lungo atteso, quasi una plurisecolare profezia astronomica che assurge a singolari valenze. E va detto che per decenni e per quanto inverosimile possa apparire, numerosi "fantasmi" di pianeti si sono aggirati (forse ancora si aggirano) per i nostri cieli. Intanto va premesso che questo mondo in coda ai nove che si diramano dal Sole per miliardi di km, è "pianeta" per modo di dire, per le sue modeste dimensioni. Si attendono dettagli più precisi, ma secondo gli scopritori (Trujillo e Brown dell'osservatorio di Palomar), il suo diametro dovrebbe essere tra i 1800 e i 2200 km (il diametro della Terra è di circa 13 mila km). Trujillo e Brown stanno sviluppando un vasto programma di ricognizione astronomica, e nel giugno 2002 hanno scoperto un altro planetoide di circa 1200 km di diametro, molto più vicino al Sole di Sedna e situato nella cosiddetta "fascia di Kuiper": una regione oltre l'orbita di Nettuno (tra le 35 e le 50 unità astronomiche) che si ritiene contenga 35000 oggetti di almeno 100 km di diametro fra i quali lo stesso Plutone.

Anche nel 1930, allorché l'astronomo C.W. Tombaugh con un telescopio fotografico scoprì Plutone - fino a ieri estrema frontiera planetaria del Sistema solare - sorse la questione se il nuovo oggetto celeste fosse da considerare pianeta o un grosso asteroide (ha un diametro di 2340 km), o un satellite sfuggito all'attrazione gravitazionale di Nettuno. Il decimo pianeta - se tale lo si classificherà in via definitiva - è a sua volta uno squallido roccione che verosimilmente non ha mai avuto un'atmosfera (se l'ha avuta è in parte evaporata, in parte è divenuta ghiaccio); dista circa 11 miliardi di km dal Sole (quasi il doppio di Plutone) e la sua orbita circumsolare si compirebbe in circa 10500 anni.

Ma dicevamo di evento a lungo atteso, quasi di profezia astronomica: in che senso? Motivi di varia natura. Anzitutto, quelli che fino a ieri erano gli ultimi due pianeti (Nettuno e Plutone) furono scoperti dopo che gli astronomi avevano teorizzato l'esistenza di un pianeta oltre Urano, poi di un altro oltre Nettuno, basandosi su perturbazioni orbitali che lasciavano sospettare la vicinanza di altri corpi celesti. Ebbene, anche nell'orbita plutoniana si credette più volte di individuare perturbazioni; per di più Nettuno continuava a mostrare irregolarità non giustificabili neanche con la presenza dei vicini pianeti. Gli astronomi tentarono altre strade, studiando per esempio il percorso della cometa di Halley nelle sue apparizioni (ogni 76 anni): come noto, questo corpo celeste ha una traiettoria molto allungata che la conduce ben oltre Plutone, nelle più remote periferie del Sistema solare (fin nella Nube di Oort, la "nuvola cometaria" oltre la fascia asteroidale di Kuiper, orbitante intorno al Sole alla distanza di quasi un anno luce, e che conterrebbe circa 100 miliardi di comete; tutto questo materiale esiste da oltre 4,5 miliardi di anni ed è il residuo della "nebulosa primordiale" dalla quale si sarebbe formato il Sistema solare). Si scoprì che anche l'orbita della Halley appariva perturbata. Giuste o errate che fossero tali rilevazioni, sta di fatto che a un certo punto sorse la serissima ipotesi d'un fantomatico Decimo Pianeta, per il quale si trovò già un nome: Pianeta X (la "x" nella numerazione romana significa appunto "dieci", oltre a essere simbolo di mistero); e in base ai calcoli eseguiti - correva l'anno 1971 - se ne creò anche la scheda anagrafica: per far quadrare i conti, il mondo incognito doveva avere una massa pari a 300 volte quella della Terra e gravitare a circa 9 miliardi di km dal Sole. Si capì tuttavia che un corpo di tale mole doveva anzitutto risultare ben visibile, e disturbare fortemente varie orbite: senonché non se ne scopriva alcuna traccia. E tuttavia, sorse nell'immaginario della gente l'idea di un misterioso oggetto celeste, immenso ma invisibile, una sorta di minaccioso buco nero planetario cui la fantasia popolare, e di scrittori e registi, attribuì le maggiori stranezze. Su certa stampa dell'epoca apparvero titoli sensazionalistici del tipo: "Il Pianeta X inghiottirà il Sistema solare?"; il mistero s'infittiva.