Per rendere sullo schermo l'effetto di una persona colta da vertigini, il genio cinematografico di Alfred Hitchcock inventò una tecnica efficacissima nella sua semplicità: fece muovere la cinepresa verso l'attore, ma contemporaneamente usò lo zoom in senso contrario, per "allontanare" l'immagine. In questo modo le proporzioni dell'attore rimanevano le stesse sullo schermo, come se non ci fosse movimento, ed era invece il mondo intorno a lui che sembrava muoversi e collassare, come a volerlo schiacciare. Questa tecnica prese il nome di "effetto Vertigo", dal titolo del film per cui fu inventata (in italiano La donna che visse due volte).

Ci sembra che l'effetto Vertigo sia una metafora efficace per descrivere quanto sta accadendo alla fantascienza. Il mondo evocato dai romanzi SF, per molti versi, non è più lontano, ma è qui tra noi. E la fantascienza deve adeguarsi con un movimento contrario, parlando di tempi sempre più vicini, fino ad arrivare a raccontare il presente in modo fantascientifico, con un effetto vertigine. Sono più di uno gli scrittori di fantascienza la cui produzione più recente si è spostata a parlare del presente o del passato.

Anche l'ultimo romanzo di William Gibson, Pattern Recognition (titolo italiano: L'accademia dei sogni), abbandona il futuro per parlare del presente. Non è una mossa del tutto inattesa, visto che l'inventore del cyberpunk aveva già iniziato il suo moto retrogrado nel tempo, ambientando la sua "trilogia del ponte" in un futuro talmente vicino al nostro da essere considerato dall'autore stesso un "presente alternativo". E non dimentichiamo lo splendido La macchina della realtà, scritto in coppia con Bruce Sterling, in cui il suo sguardo abbraccia addirittura un passato alternativo, che nella rassomiglianza cl nostro presente fa intuire il nostro futuro in un vertiginoso gioco di specchi.

La protagonista del suo nuovo romanzo è Cayce Pollard, una donna dotata di una particolarissima sensibilità: reagisce violentemente ai marchi e agli stili e a loro potere di attrazione, al punto di soffrirne fisicamente. Questa sua idiosincrasia è anche la sua fortuna, visto che è diventata una consulente richiestissima, in grado di prevedere con un solo sguardo il successo o il disastro di un logo. Cayce si appassiona al mistero di un filmato che viene distribuito clandestinamente su Internet, un frammento alla volta. Nessuno sa chi sia l'autore, come e dove venga girato, in quale ordine vadano disposti i frammenti, quale sia lo scopo di questa bizzarra operazione. Ma il suo fascino è tale che migliaia di persone in tutto il mondo collezionano i brevi spezzoni e si scervellano per decifrarne i misteri. Quando anche il potentissimo datore di lavoro di Cayce, il miliardario belga Hubertus Bigend, si rivela interessato al filmato, Cayce comincia a sospettare che il mistero sia ancora più grosso di quello che sembrava. Ma si trova anche di fronte ad un'alternativa, perché indagare sulla natura del filmato può renderla parte inconsapevole di una macchinazione di cui ancora non intuisce i contorni.