Reduce dal caos scatenato sulle Alpi con il collega Max Kerkerian l'anno precedente, il commissario Niemans ha a che fare con un altro caso dalle implicazioni esoteriche.

A suo avviso l'uomo trovato murato in un monastero della Lorena al confine tra Francia e Germania non è la vittima di un omicidio 'normale'. I segni esoterici incisi nella cella intorno a lui e lo strano rituale del suo sacrificio sembrano dare l'idea di qualcos'altro. Quando Reda, giovane capitano di polizia, scopre un sedicente Cristo mezzo morto ai piedi di una chiesa, da principio crede di aver salvato un esaltato. Ma presto, si accorgerà che questo caso è legato a quello di Niemans, di cui è stato allievo alla scuola di polizia. Nella regione, le morti si moltiplicano. Ogni volta, dei monaci misteriosi dotati di una forza sovrannaturale eliminano in maniera spettacolare degli sconosciuti prima di scomparire senza lasciare traccia.

Questa è la base di partenza de I fiumi di porpora 2 - Gli Angeli dell'Apocalisse film superiore al primo capitolo ed interpretato ancora una volta da un carismatico Jean Reno.

Che differenza c'è tra Mathieu Kassovitz che ha diretto il primo film e il regista di questo secondo capitolo Olivier Dahan?

Entrambi non sono registi di attori, quanto piuttosto studiosi del movimento della macchina da presa. Non si può fare un paragone come tra Jean Luc Godard e Woody Allen. Appartengono alla stessa generazione, non parlano molto, amano le immagini molto rapide e hanno il film già pronto nelle loro teste. Mathieu lascia più spazio all'improvvisazione, mentre Olivier è più dettagliato e preciso. Entrambi sono gentili, tutt'altro che rompiscatole, con loro lavorare è un piacere anche se hanno qualche difficoltà a comunicare con gli attori.

Perché la sceneggiatura del secondo film è stata scritta da Luc Besson?

Non ne sono certo, ma credo che sia dipeso da una scelta del produttore anche perché Besson ha distribuito il film tramite la sua società. Non so nemmeno dire se Grangé abbia visto I fiumi di porpora 2 e l'abbia apprezzato. Del resto, conoscendolo un po', so bene che non ama tornare sulle cose che ha già scritto. Attualmente Jean Christophe sta scrivendo un libro sulla paura.

Quali sono i suoi rapporti con Besson?

Non ci vediamo molto. Sicuramente molto meno di prima. Ma quando uno vuole bene ad un amico come lui, ne rispetta anche le scelte di vita. Essendo il capo di uno Studio come Europa Corp è sempre molto indaffarato. Lavora molto, ha molti alimenti da pagare, tanti figli da curare. E' come il panettiere che sta sempre a impastare la farina.

Eppure si era parlato di un film con lei nel ruolo di un maggiordomo francese per la regia di Besson...

Sì ed è stata una mia idea: la storia di un maggiordomo francese a New York. Mi diverte sempre stare a vedere cosa può venire fuori dall'incontro tra culture diverse. Non so, però, se questo è un buon momento per un film del genere vista la recente tensione dei rapporti tra Francia e Stati Uniti.

Vede i film che produce Europa Corp.?

Purtroppo non ho molto tempo per andare al cinema. Sicuramente meno di quello che vorrei. Non ho ancora visto Lost in translation e 21 grammi. Quelli di Luc, spesso, riesco a recuperarli sugli aerei. Alcuni mi piacciono. Altri no.