La fusione dei generi

La copertina originale
La copertina originale

The Letter Girl a parte, quali sono i tuoi rapporti con la fantascienza? La hai letta o la leggi intensivamente? Autori che ami? Cosa pensi della sf?

Siamo le storie che raccontiamo, e le nude storie sono spesso rivestite da un genere. L'altra sera ho visto un vecchio film di sf, intitolato mi pare Outland (Atmosfera zero), con Sean Connery. Se togli il fatto che è ambientato sulla luna di Giove Io, è un poliziesco. I primi tre Alien sono tra i miei film preferiti. Sono senz'altro sf (HR Giger scuote i nervi, ma li scuote anche Sigourney Weaver in biancheria intima!), però sono anche, anzi forse soprattutto, drammi allegorici.

Ti sembra che io stia girando attorno alla domanda? OK, sarò chiaro. Non posso dire di essere un grande fan della fantascienza, e mi ha molto sorpreso che The Letter Girl sia arrivato in finale all'Aurealis, o che sia stato considerato sf.

Immagino che il genere fantascienza sia come il genere poliziesco per un aspetto molto importante: una certa parte è ottima, e il resto è un mucchio di trita spazzatura. Esplorare il poliziesco mi richiede parecchio tempo, quindi per me la fantascienza è (il gioco di parole è involontario) territorio alieno. Comunque, non sono del tutto digiuno del campo, anche se ciò che ho letto potrebbe essere considerato indegno tra i veri fan della sf. Mi piace la fantascienza umoristica, preferibilmente se contiene anche un pizzico di scienze hard. Quindi, amo molto la serie Hitchhiker di Douglas Adams, e anche i libri della serie Red Dwarf di Grant Naylor. (Mi piace anche la serie televisiva, però preferisco i libri.)

Ho letto molta divulgazione scientifica, soprattutto Richard Feynman, Carl Sagan, Stephen Jay Gould, John Allen Paulos, Peter Medawar, eccetera. Forse per questo non leggo troppa fantascienza: il rischio della delusione. Sagan come autore di libri scientifici era superbo, ma come romanziere? Be', Contact era un po' noioso, e anche, stranamente, ogni tanto sembrava suggerire una mentalità teista alla quale si opponeva esplicitamente nella sua saggistica.

E cosa pensi dell'attuale tendenza a una fusione molto ampia tra "generi", in letteratura e al cinema? Ad esempio, nel tuo caso, un mix tra noir e fantastico (anche se su questo Masterson non è d'accordo; NdR), oppure tra sf e horror, romanzo storico e fantastico, eccetera. E' un fenomeno molto forte in Italia e, mi pare, nel mondo intero. Tu cosa dici?

L'ho già detto, siamo le storie che raccontiamo. La narrativa di genere è troppo spesso, nella mente di chi si autoproclama esperto, narrativa di ghetto. I generi non sono insiemi matematici. Sono un po' come la spremuta d'arancia appena fatta: molto liquida e con contorni d'aspetto variegato. Secondo me accade di continuo che la sf penetri nel poliziesco (lo fa Greg Egan), o che il poliziesco penetri nello storico (pensate a Ellis Peters o, ancora meglio, a Umberto Eco), o che la fantascienza penetri nella fiaba (pensate a ET di Kotzwinkle). E' nella nostra natura esplorare, allargare i confini e modificare i contenitori. Il guaio, però, è che se un libro non si può facilmente inquadrare in questa o quella casella, tende a scomparire perché non trova sostenitori specializzati e quindi non viene molto spinto dalla promozione del passaparola.

Siamo ciò che scriviamo. Un genere è solo un comodo strumento tassonomico. Nella maggior parte dei casi funziona bene, però, come il teorema di Godel, crea sempre problemi che non può risolvere. Prendiamo la storia romana. Svetonio ha scritto Le vite dei dodici Cesari, una delle maggiori opere giornalistiche di tutti i tempi (a mio giudizio). Ma è anche una satira? Di certo è comico. E' "veritiero"? L'unico modo per poterlo decidere è vedere quanto le sue informazioni coincidano con le opere contemporanee. A grandi linee, sì, ma Svetonio, che chiaramente aveva uno spirito burlone, ha registrato o inventato, ad esempio, il delizioso aneddoto su Caligola che decreta la morte per chiunque osi menzionare le capre in sua presenza? Se la storia è un reportage, amen. Se è un'invenzione, diventa necessariamente non vera? Se serve a illustrare qualcosa del carattere di Caligola, anche se l'episodio non è mai accaduto, è sempre storiografia, anche se non è strettamente storia in senso falsificabile. A quale punto la realtà dei fatti si dissolve nella fiction, e quando dovremmo cominciare a preoccuparcene?

Vite degli ultimi Cesari, un'opera scritta a chiara imitazione di Svetonio, e non molto dopo la sua morte, si presenta scritto da sei autori. Oggi si ritiene che si tratti di un solo autore che ha usato diversi pseudonimi. L'opera fa un uso estensivo di fonti che non sono mai esistite, libri mai scritti e persone mai nate. E' molto più fiction che fatti, però è ancora considerata, giustamente, una fonte di preziose informazioni sulla Roma del secondo secolo dopo Cristo, in termini ampi se non specifici. E' anche un'antica testimonianza del fatto che, per quanto una società diventi repressiva, qualcuno, da qualche parte, sarà sempre pronto a prendere per i fondelli. Il desiderio di creare pastiche non si può sconfiggere!

Dov'ero? Penso di avere un po' divagato. La prossima domanda...