Qual è, a tuo avviso, il fascino dell’Universo di Dune? Perché un giovane lettore dovrebbe avvicinarsi alla
Luca MAriot webmaster del portale DuneItalia.com
Luca MAriot webmaster del portale DuneItalia.com
saga di Herbert?

Ottima domanda! Con il passare del tempo mi sono sempre più convinto che la maestria di Herbert, con Dune, è stata quella di creare un Universo immaginario ad un livello di dettaglio finissimo, che può essere letto a molteplici livelli: sociale, politico, filosofico, ecologico, psicologico sono i primi a venirmi in mente, ma ne esistono molti altri, e tutti si influenzano a vicenda. Allo stesso tempo, Herbert ha consapevolmente lasciato parecchi fili narrativi e questioni in sospeso nei romanzi di Dune, per indurre i suoi lettori a riflettere, e a trovare da soli le proprie risposte. Questa peculiarità della Saga di Dune permette di continuare a rileggerne i romanzi a distanza di tempo, ogni volta scoprendo nuovi particolari che ci arricchiscono: ancora oggi, che sono alla mia terza rilettura dell'Esalogia, continuo a stupirmi di cosa sia riuscito a creare Herbert. A mio avviso, questo particolare ambiente letterario risulta essere molto stimolante dal punto di vista intellettuale, soprattutto per giovani lettori. Parecchi miei interessi paralleli, durante la mia adolescenza, sono nati o comunque sono stati influenzati positivamente dal mio incontro con Dune.

Cosa ne pensi, invece, dei libri che hanno continuato la saga e che sono stati scritti da Kevin J. Anderson e dal figlio di Frank Herbert, Brian?

Sono sicuro che, quando più di dieci anni fa Brian Herbert e Kevin J. Anderson annunciarono la scoperta del famoso "baule" zeppo di appunti di Frank Herbert e dei "floppy contenenti la trama di Dune 7", le aspettative tra i fan erano molto alte. Devo ammettere che, dal mio punto di vista personale, queste aspettative sono state ampiamente disattese, e secondo me i romanzi di Brian Herbert e Kevin J. Anderson sono stati sempre più deludenti dalla trilogia delle Legends of Dune in poi. L'apoteosi di questa mia delusione è arrivata con Hunters of Dune e Sandworms of Dune, i due volumi costituenti il famoso "Dune 7", il seguito all'ultimo romanzo dell'Esalogia. Il problema qui, secondo me, non è tanto lo stile di scrittura dei due autori, che è per forza di cose completamente diverso da quello di Frank Herbert. Il problema sono le storie stesse raccontate nei nuovi romanzi, che sono piene di inconsistenze con l'Esalogia originale: in alcuni casi si tratta di inezie, in altri sono veri e propri stravolgimenti narrativi, che fanno pensare ad una scarsa conoscenza del lavoro originale di Frank Herbert da parte dei due autori. Non sopporto, inoltre, il regime censorio e revisionista che vige sul sito ufficiale di Dune, gestito dalla Herbert Estate LLC, di cui fa parte anche Brian: ogni volta che i lettori fanno notare delle discrepanze più o meno gravi, le spiegazioni fornite dagli autori sono sempre volte al "retconning", piuttosto che ad ammettere con molta più onestà intellettuale il semplice errore. L'unica cosa di cui rendo merito a Brian Herbert e Kevin J. Anderson è di aver fatto conoscere l'Esalogia di Dune ad una generazione nuova di lettori.

Vorrei un tuo giudizio sul film di David Lynch che quando uscì nelle sale ebbe scarsa attenzione, ma che poi  nel corso degli anni si è conquistato lo status di film cult.

La prima volta che vidi il film di Lynch, all'età di 13 anni, non riuscii ad apprezzarlo appieno, probabilmente a causa dello stile allegorico del regista e dei mostruosi tagli operati dalla produzione, che di certo non aiutavano nella comprensione della trama. Col passare degli anni, dopo aver letto i libri, lo riguardai diverse volte. Ad oggi, ritengo il film di Lynch un'ottima trasposizione cinematografica di Dune, e seppur si discosti dal romanzo in vari punti, sono convinto che ne catturi in buona parte l'essenza. Non dimentichiamoci, inoltre, che lo stesso Frank Herbert prese parte alla produzione del film. Personalmente, credo che qualsiasi remake futuro di Dune difficilmente riuscirà ad eguagliare la bellezza e il fascino del capolavoro Lynchano. Su DuneItalia, proprio di recente, abbiamo deciso di dare un tributo alla visionaria opera cinematografica di Lynch occupandoci del sottotitolaggio in italiano di una delle fanedit disponibili in rete (ovvero quelle versioni dei film rimontate dai fan che includono diverse scene tagliate).

Cosa ne pensi, invece, della recente trasposizione televisiva?

Il formato della miniserie ha, dalla sua parte, il vantaggio di non essere ristretto al vincolo delle "due ore/due ore e mezza" tipico dei film (anche se ultimamente questa tendenza sembra stia cambiando): da questo punto di vista, la prima miniserie di Dune prodotta dalla New Amsterdam Entertainment ha indubbiamente il pregio di sviluppare la trama in modo molto più comprensibile del film di Lynch, anche per chi non ha mai letto il primo romanzo del ciclo. In ogni caso, a livello narrativo sono rimasto poco soddisfatto per la scarsa  attenzione riservata ad alcuni personaggi; non mi sono piaciute nemmeno alcune scelte di tipo tecnico e visivo (fotografia, costumi, ecc.), e ritengo che certi attori erano semplicemente fuori posto nel ruolo che interpretavano (per esempio, Giannini nei panni dell'Imperatore Padishah Shaddam IV). Nonostante ciò, reputo la prima miniserie una trasposizione discreta del primo romanzo, nella sua versione originale. La seconda miniserie (Children of Dune, ancora inedita in Italia) presenta, secondo me, un netto miglioramento su tutti i fronti rispetto alla prima: ottima regia e colonna sonora, attori che si immergono perfettamente nei loro personaggi (indimenticabile James McAvoy nel ruolo di Leto II), computer grafica di qualità superiore e molti altri elementi convergono ad un'opera finale che è stata capace di trasportarmi nelle atmosfere del secondo e del terzo romanzo della Saga.