Uno spunto molto simile viene ripreso da Vincenzo Natali in Cypher (2002), aggiungendo sul tavolo però il carico da undici delle manipolazioni mentali e delle tecniche di brain-washing. Il film è una piccola produzione che si segnala per l’idea di base, le cui potenzialità vengono tuttavia vanificate da performance recitative non sempre all’altezza, con gli attori che come accade al protagonista finiscono per ritrovarsi fuori ruolo per ben più del tempo che gli è strettamente richiesto dal copione ai fini della riproduzione dello stato di ambiguità su cui si regge la storia. Da segnalare comunque la presenza di un’ammaliante Lucy Liu.
Tornando alla manipolazione del reale, Philip K. Dick è il paragone letterario più illustre, con la sua ossessione ricorrente sul controllo della mente, la simulazione del mondo e le illusioni indotte attraverso droghe o strumenti tecnologici. Ma non è l’unico. Accanto al già menzionato Galouye non dobbiamo dimenticare Roger Zelazny, che con il suo Signore dei Sogni (1966) ci porta a conoscere il mondo dei neuropartecipazionisti o Formatori, psichiatri del prossimo futuro in grado di portare allo scoperto il rimosso dei pazienti agendo sulla loro sfera emotiva, plasmandone i sogni mediante il più immediato dei linguaggi di comunicazione: l’immagine. L’arte della Formazione di Zelazny richiama da vicino le visioni oniriche di Tarsem Singh e del suo The Cell (1999), pellicola su una psichiatra che finisce intrappolata nel sogno di uno psicopatico, come pure di Inception, soprattutto per quanto concerne la cura per la creazione dei paesaggi e delle strutture oniriche.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID