In questi giorni sta finalmente decollando, anche in Italia, il mercato degli ebook.
Sebbene l’entità della domanda sia ancora incerta, l’offerta sta andando a regime, con l’apertura dei maggiori negozi online che erano attesi (IBS, BOL, Biblet della Telecom) e la discesa in campo dei maggiori gruppi editoriali: Mondadori è già arrivata, Rizzoli, gruppo Longanesi (Nord inclusa) e Garzanti sono attesi entro ottobre. Grandi proclami e comunicati stampa in cui, naturalmente, tutti sono primi: Biblet per esempio, aperta a inizio ottobre 2010, è la prima libreria online digitale. Ci ridono sopra quelli di Simplicissimus, che vendono ebook ormai da parecchio tempo, come pure quelli di BookRepublic attiva da inizio settembre.
Con la discesa in campo dei pezzi grossi si è anche chiarito un punto che ci premeva molto, e la risposta è stata purtroppo quella che temevamo.
Capiranno, i grandi gruppi editoriali, che proteggere gli ebook con i DRM è una scelta suicida che rischia di ritardare il decollo di un nuovo mercato che ha bisogno di tutti gli aiuti possibili?
La risposta, brevemente, è stata no.
La nostra speranza era che Mondadori avesse imparato la dura lezione subita dieci anni fa, quando ci fu il primo tentativo di sviluppo di un mercato del libro digitale. Con due grossi problemi: il primo che non esistevano ancora, all’epoca, dispositivi economici per leggere gli ebook senza dover usare un computer; ma il secondo problema era proprio la scelta di utilizzare un formato proprietario (Microsoft Reader), appesantito da gravissimi costi sia per l’utente che, soprattutto, per l’editore per proteggere il libro digitale sotto una pesante coltre di catene anticopia. Mondadori spese centinaia di milioni di lire per mettere su un sistema che non si ripagò neanche lontanamente.
La situazione oggi è obiettivamente diversa. I lettori ci sono, ce ne sono di molti tipi e in particolare sono diffusissimi dispositivi non dedicati ma comunque adatti: tablet come iPad (e prodotti similari che arriveranno a breve, anche se siamo un po’ scettici sull’effettiva possibilità di competere col prodotto Apple), ma anche smartphone. Non è comodissimo leggere un libro sullo schermo piccolo di un telefonino, certo: ma se mi trovo bloccato in coda, o in una sala d’aspetto, o in qualsiasi altra situazione in cui non ho nulla da fare e in tasca ho solo il telefono, ho comunque la possibilità di trascorrere qualche minuto leggendo. Salvo poi, magari, continuare la lettura in altri momenti su uno schermo più adatto.
Ecco, ho descritto un tipo di uso degli ebook che oggi, almeno per ciò che riguarda i libri di Mondadori, non è possibile.
L’ebook protetto da DRM non permette all’utente di essere letto dove, come e quando gli pare. Va letto solo sul dispositivo autorizzato oppure sul pc. E il dispositivo deve essere in grado di leggere il DRM con cui è stato protetto il libro.
In questi primissimi giorni ho già sentito testimonianze di utenti che hanno acquistato ebook su BOL (che non si cura neppure di avvisare della presenza o meno del DRM) per poi scoprire che non potevano leggerli sul loro iPad.
Per carità: non è che chi ha un iPad sia tagliato fuori per sempre. A breve Apple aprirà l’iBooks Store anche agli editori italiani; sarà quindi possibile acquistare ebook direttamente dall’iPad, e certamente ci saranno anche i libri Mondadori. Ma saranno ovviamente protetti col DRM di Apple (che non è compatibile con quello più diffuso di Adobe), quindi quegli ebook potranno essere letti solo su iPad o al massimo anche su iPhone o iPod.
Ci sarà, probabilmente, un passaggio ulteriore. Qualcuno, Adobe, Mondadori, o qualcun altro porterà su iPad un programma per leggere ebook protetti con DRM Adobe. Allora l’utente dovrà rassegnarsi ad avere tre o quattro software diversi per leggere: Kindle per leggere i libri acquistati su Amazon, iBooks per quelli acquistati da Apple e magari per quelli non protetti, e quello che sarà per leggere i libri protetti Adobe. Sempre che il programma in questione non ponga altre limitazioni, richiedendo magari che il libro sia stato acquistato sul sito che sponsorizza il programma. Sta già avvenendo oltreatlantico.
9 commenti
Aggiungi un commentoAggiungo la mia esperienza personale sul campo della musica. Sono convinto che chi produce, come chi crea, scrive e interpreta, musica abbia il sacrosanto diritto di essere pagato per il proprio lavoro (anche se i concerti dal vivo non sono proprio economici nonostante i prezzi degli album siano, secondo me ingiustificatamente, alti). Però è anche vero che quando acquisto un album lo faccio a "scatola chiusa". Certo, ho sempre la possibilità di ascoltarlo da un amico o farmelo prestare prima dell'acquisto (perchè c'è sempre un amico in giro che lo acquista prima o poi). Ma il punto è proprio questo, Che differenza c'è tra farselo prestare e scaricarlo da qualche parte per sentirlo in anteprima? Infatti, lo ammetto, faccio proprio così. Lo scarico e se mi piace lo acquisto. D'accordo, è una questione di etica e non ci si può aspettare che il ragazzotto di 15 anni, principale target del 90% della musica pompata dalle grandi case, faccia lo stesso. Ma questo per esempio mi ha permesso di accrescere molto la mia cultura musicale, permettendomi di allargare gli orizzonti verso generi e autori/interpreti che non avrei mai ascoltato a "scatola chiusa" a botte di 15 euro (se va bene) a volta.
Non so se questo principio si possa calare anche sulla lettura in quanto se acquisto un ebook difficilmente acquisterò la versione cartacea della stessa opera. Ma l'introduzione di un DRM equivale all'affitto, anzicchè all'acquisto, di un libro visto il potere che dà alle case di distribuzione relativamente alla gestione e al ciclo di vita dell'opera dopo l'acquisto. Quindi mi chiedo: è corretto che io acquisti un chilo di pane e prima che me lo mangi colui che me l'ha venduto ha il diritto di riprenderselo indietro o farmelo marcire a seconda dei suoi capricci?
E, mi permetto di acciungere a quanto detto da S*, il mercato della musica "digitale" è tutt'altro che morto! Anzi, cresce in continuazione e fa numeri impressionanti!
Per il resto, concordo al 100% e aspetto che si imbocchi la strada del "no DRM" per acquistare finalmente un lettore
ricollegandomi al ragionamento fatto da pulvy70, qualcosa in questo senso si può fare anche con i libri: In questi giorni a Milano sono stati installati su alcuni mezzi pubblici dei "dispenser" con i primi capitoli di alcuni libri usciti di recente per far valutare al potenziale lettore se può essere d'interesse o meno ( vedi http://www.atm-mi.it/it/AtmNews/Comunicati/Pagine/Lineed%E2%80%99autorelaletteraturasaleintram_25_09.aspx )
Inoltre, proprio per la loro natura, anche gli ebook possono essere distribuiti in versione "primo capitolo" per essere poi acquistati se la trama e lo stile piacciono... un po' come le demo di programmi e videogiochi!
Trovo che queste nuove tecnologie e sistemi di distribuzione possono dare una mano a noi consumatori, facendoci fare acquisti più mirati senza buttare soldi in qualche ciofeca di libro, disco o videogioco
Le stesse cose le dicevano della discografia e si è visto che fine ha fatto.
Praticamente nessuno compra più i dischi!
Solo che i musicisti almeno hanno i concerti, gli scrittori che faranno, racconteranno storie al circo?
Mi dispiace ma non sono d'accordo per nulla sul modo di aiutare l'editoria che proponete in quest'articolo e la proposta sulla portabilità universale mi sembra solo un modo per fomentare il peer to peer.
Tra le righe leggo la solita teoria che vuole vedere per forza gli editori avidi, gli scrittori arricchiti e i lettori oppressi.
Meno male che la carta ancora oggi è una tecnologia infallibile a cui un vero lettore non rinuncerà mai
Comunque grazie per l'articolo, apre un dibattito interessante.
Pasquale
ma scherzi!? la musica vende ancora un casino! Sia i classici CD, sia in digital download, senza parlare appunto dei concerti... guarda, se c'è un mercato che sta bene è proprio quello della musica!
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